Superbonus: costi per lo Stato quasi raddoppiati, ma il DL blocca cessione rallenta i lavori

Rosy D’Elia - Imposte

Dal 2020 a oggi i costi del Superbonus per lo Stato sono quasi raddoppiati, i dati arrivano dal Ministero dell'Economia e delle Finanze durante l'audizione sui bonus edilizi del 23 maggio. Come già segnalato dalla Corte dei Conti, i benefici della maxi agevolazione si concentrano dove c'è maggiore ricchezza. Nel frattempo, però, il Decreto blocca cessioni pone un freno sui lavori

Superbonus: costi per lo Stato quasi raddoppiati, ma il DL blocca cessione rallenta i lavori

Quanto costano Superbonus e bonus facciate per lo Stato? Molto più del previsto: ammonta a 45,2 miliardi il valore aggiuntivo delle maxi agevolazioni introdotte nel 2020. Nel frattempo, però, il Decreto blocca cessioni agisce da freno sull’avvio di nuovi lavori.

A fornire i dati sui bonus edilizi è Giovanni Spalletta, Direttore Generale del Dipartimento delle Finanze, tra le voci del Ministero dell’Economia e delle Finanze intervenute durante l’audizione che si è tenuta alla Camera il 23 maggio 2023.

Nel bilancio di costi e benefici, inoltre, il MEF conferma quanto evidenziato anche dalla Corte dei Conti: i vantaggi si sono concentrati maggiormente dove c’è maggiore ricchezza.

Superbonus: costi per lo Stato a 67,12 miliardi, ma arriva il freno del DL blocca cessioni

Dalla nascita del Superbonus sono passati tre anni esatti: in piena emergenza, con il Decreto Rilancio, il Governo Conte bis ha portato al 110 per cento la detrazione per alcuni interventi edilizi legati all’efficentamento energetico e alla riduzione del rischio sismico, solo per fare due esempi.

Accanto a queste novità, poi, è stata introdotta anche la possibilità di beneficiare delle agevolazioni in modalità alternative alla detrazione, tramite sconto in fattura o cessione del credito.

Tra cambi di Governo, crisi, emergenze ed esigenze i 36 mesi di vita dell’agevolazione sembrano molti di più. E molti di più, rispetto alle stime iniziali, sono anche i costi per lo Stato.

Nonostante la continua evoluzione della normativa, si contano circa 30 modifiche sui punti chiave, l’utilizzo che ne è stato fatto ha avuto e avrà un peso pari quasi al doppio rispetto alle previsioni.

Nell’arco temporale che va dal 2020 al 2035 il Superbonus avrebbe dovuto avere un valore di 35 miliardi di euro. Le stime aggiornate, riportate dal direttore MEF Giovanni Spalletta il 23 maggio in occasione dell’audizione sui bonus edilizi che si è tenuta alla Camera, indicano un valore di 67,12 miliardi.

Uno scarto ancora più importante, anche se meno rilevante in termini di peso, riguarda il bonus facciate, introdotto dalla Legge di Bilancio 2020 e ormai non più accessibile: a fronte di un’ipotesi di spesa di 5,9 miliardi, la voce di spesa attuale ammonta a 19 miliardi.

Un’analisi di costi e benefici sul Superbonus: i primi superano i secondi

Nell’analisi di costi e benefici, dove i primi sono di gran lunga più alti dei secondi secondo il direttore generale del Tesoro Riccardo Barbieri, vale la pena soffermarsi anche su un altro aspetto evidenziato da Giovanni Spalletta:

“La Regione con più lavori avviati è la Lombardia, seguita dal Veneto e dall’Emilia Romagna. Si conferma per il Superbonus una concentrazione che va a favorire le regioni con reddito più elevato”.

Un dato che fa il paio con quanto segnalato già nei mesi scorsi dalla Corte dei Conti che tracciava l’identikit di una misura elitaria evidenziando un impiego delle risorse non sufficientemente focalizzato “né con riferimento ai soggetti fragili e realmente bisognosi dello stimolo, né agli obiettivi di efficienza energetica di lungo periodo, che richiederanno interventi continuativi nei prossimi anni”.

“L’indiscriminato “libero accesso” ai benefici, pur mitigato, per quanto riguarda il Superbonus delle unità unifamiliari, dalle limitazioni soggettive (reddito familiare) e oggettive (abitazione principale) introdotte dal 2023, favorisce comunque i proprietari più dotati di risorse (finanziarie, ma anche tecnico-professionali)”.

Sottolineava la Corte dei Conti il 14 marzo presso la commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Nel frattempo, però, la corsa del Superbonus sembra arrestarsi. Al 30 aprile 2023 erano in corso 407.000 interventi edilizi incentivati con 74,6 miliardi di investimenti ammessi a detrazione a cui corrisponde un beneficio 82 miliardi di euro circa. La maxi detrazione al 110 per cento, infatti, fa da amplificatore.

Ma i dati di aprile 2023 fanno registrate un “netto rallentamento di investimenti e lavori ultimati”: è l’effetto freno del Decreto blocca cessioni di febbraio 2023, che ha reso inaccessibili le modalità di fruizione alternative alla detrazione.

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