Spese di ristrutturazione, cambiano le regole di deducibilità per i professionisti. Le novità nel decreto di riforma IRPEF e IRES approvato il 3 dicembre in Consiglio dei Ministri
Deducibilità delle spese di ristrutturazione, cambiano le regole per i professionisti.
Il decreto legislativo in materia di IRPEF e IRES approvato dal Consiglio dei Ministri del 3 dicembre rivede le regole per la deduzione nel tempo delle spese sostenute per l’ammodernamento, la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati nell’esercizio di arti o professioni.
Novità che, secondo quanto previsto dallo schema presentato e discusso nelle Commissioni Finanze di Camera e Senato, si applicheranno già in sede di determinazione dei redditi da lavoro autonomo per il periodo d’imposta 2024, con riflessi diretti quindi sulla dichiarazione dei redditi 2025.
Spese di ristrutturazione, nuove regole di deducibilità: cosa cambia con la riforma IRPEF-IRES
È l’articolo 5 dello schema di decreto legislativo che, dopo un iter travagliato, è arrivato in Consiglio dei Ministri, a cambiare le regole in materia di deducibilità delle spese sostenute per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili utilizzati nell’esercizio di arti e professioni.
Andando a modificare quanto previsto dall’articolo 54-quinquies del TUIR, si prevede che i costi sostenuti per la manutenzione straordinaria degli immobili utilizzati promiscuamente siano deducibili in quote costanti nel periodo d’imposta in cui sono sostenute e nei cinque successivi.
Una regola che andrà a sostituire la previsione prevista attualmente di deducibilità limitata al 5 per cento del costo complessivo dei beni materiali ammortizzabili nel periodo d’imposta di sostenimento, e del “riporto” dell’eccedenza nei cinque periodi d’imposta successivi.
Non cambiano le regole generali che prevedono la deducibilità integrale, ovvero ridotta al 50 per cento per gli immobili ad uso promiscuo.
Le modifiche avranno un impatto diretto già a partire dai costi sostenuti per il periodo d’imposta 2024 e, in particolare, così come riportato nella relazione tecnica allo schema di decreto legislativo di riforma IRPEF e IRES, le novità alla deducibilità delle spese di manutenzione straordinaria, stabilendo la deduzione in quote costanti nell’anno di sostenimento delle spese e nei cinque successivi:
“riducono l’ammontare delle quote deducibili nel primo anno rispetto alla legislazione vigente, che invece dispone la deducibilità nel limite del 5 per cento del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili nel periodo di sostenimento e l’eccedenza nei cinque esercizi successivi”.
Una modifica che quindi produrrà effetti positivi per le “casse pubbliche” nei primi anni di applicazione, anche se non quantificati.
Spese di manutenzione ordinaria deducibili in un’unica soluzione
Per quel che riguarda invece la manutenzione ordinaria, è confermata la deducibilità del 50 per cento delle spese sostenute ma, a differenza dei costi per gli interventi di manutenzione straordinaria, la nuova disciplina ammette la deduzione in un’unica soluzione.
Una novità con potenziali effetti positivi per imprese e professionisti, ma allo stesso tempo con possibili ricadute dal punto di vista del gettito per lo Stato. Questo perché consentire la deduzione in un’unica quota potrebbe ovviamente avere ripercussioni rispetto alla norma ad oggi vigente, che consente la deducibilità limitata alla soglia del 5 per cento dei beni ammortizzabili.
Resta in ogni caso difficile una valutazione puntuale degli effetti della norma, considerando che di base le spese di ristrutturazione ordinaria sono di entità minore rispetto a quelle di manutenzione straordinaria, e l’impatto delle due novità andrebbe di fatto a compensarsi.
Al netto di ciò, quel che è certo è che per i professionisti si va verso un anno ricco di novità, con impatti diretti e immediati. Il tutto in attesa del testo del decreto di riforma IRPEF-IRES, atteso in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore.
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