Smart working per i dipendenti pubblici, che fine hanno fatto i Pola?

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Smart working per i dipendenti pubblici, solo il 33% delle amministrazioni ha pubblicato a fine gennaio i Pola, piani organizzativi del lavoro agile, previsti dal Decreto Rilancio. Il 3 marzo avvierà i lavori la Commissione tecnica dell'Osservatorio nazionale sullo smart working, ma per recuperare il ritardi servono investimenti in formazione e in dispositivi informatici.

Smart working per i dipendenti pubblici, che fine hanno fatto i Pola?

Smart working per i dipendenti pubblici, solo il 33,3% delle amministrazioni statali hanno pubblicato un proprio Pola, il Piano organizzativo del lavoro agile entro il 31 gennaio, come previsto a suo tempo dal Decreto Rilancio.

A riportarlo è il Dipartimento della funzione pubblica con i dati raccolti sul Portale della performance.

Il dato è certamente negativo, tanto più che i Pola avrebbero dovuto avere un ruolo centrale nell’organizzazione dello smart working dei dipendenti pubblici.

Tra le altre cose, ai Pola è affidato il compito di organizzare l’ottenimento di risorse aggiuntive, da destinare all’acquisto di dispositivi informatici e di percorsi di formazione per il personale dipendente, nel quadro di un lavoro agile che è divenuto nei mesi del lockdown da COVID- 19 modalità prevalente di lavoro nella Pubblica Amministrazione.

Ma vediamo più da vicino i dati i dati pubblicati il 26 febbraio scorso.

Smart working per i dipendenti pubblici, che fine hanno fatto i Pola?

La Funzione pubblica riporta i dati riguardanti il suo monitoraggio che ha coinvolto 162 amministrazioni dello Stato. Di queste solo 54 hanno pubblicato un loro Pola, numeri che corrispondono appunto al 33,3% del totale.

Per l’organizzazione dello smart working dei dipendenti statali si tratta di un risultato di sicuro molto negativo. Ai Pola era stata conferita una centralità assai marcata dal precedente ministro per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ora al dicastero delle Politiche giovanili nel nuovo governo Draghi.

In particolare, tra i vari rami dell’amministrazione statale spiccano in negativo i tre Organi di rilevanza costituzionale, nessuno dei quali ha pubblicato un Pola.

Molto meglio le 67 amministrazioni di Università e istituti di istruzione universitaria pubblici, tra le quali in 26 hanno pubblicato un Pola.

Di seguito riportiamo l’elenco dei dati del monitoraggio:

  • Avvocatura dello Stato, 0 Pola;
  • 14 Ministeri, 5 Pola;
  • 2 Enti di previdenza e assistenza, 0 Pola;
  • 6 Enti non vigilati Mur, 3 Pola;
  • 25 Parchi nazionali, 6 Pola;
  • 10 Enti di regolazione dell’attività economica, 6 Pola;
  • 4 Enti produttori di servizi economici, 2 Pola;
  • 5 Enti a struttura associativa, 1 Pola
  • 8 Enti produttori di servizi assistenziali, ricreativi e culturali, 3 Pola;
  • 67 Università istituti di istruzione universitaria pubblici, 26 Pola;
  • 14 Enti di ricerca vigilati Mur, 1 Pola;
  • 3 Organi di rilevanza costituzionale, 0 Pola;
  • 3 Autorità amministrative indipendenti, 1 Pola.

Smart working dipendenti pubblici, una scommessa perduta?

Il quadro è abbastanza impietoso e ci sarà di sicuro del lavoro per l’Osservatorio nazionale del lavoro agile, nato in novembre sempre sulla scorta del Decreto Rilancio e di cui, peraltro, il nuovo Ministro per la PA Renato Brunetta ha dato mandato di avviare la Commissione tecnica il prossimo 3 marzo.

Ma bisogna anche domandarsi se il risultato negativo non sia una ricaduta della scarsa formazione digitale e dell’elevata età anagrafica dei dipendenti dello Stato, anche e soprattutto nei livelli apicali.

Della complessità della questione rappresentata dallo smart working nelle amministrazioni pubbliche sembra ben cosciente Brunetta, anche nelle sue recenti dichiarazioni:

“Il fenomeno va studiato a fondo e servono grandissimi investimenti dal punto di vista progettuale, di relazioni sindacali, regolativi, infrastrutturali e di intelligenza sociale anche alla luce della sfida della transizione digitale che l’Europa ci chiama a raccogliere”.

Rimane da capire se la figura del neo Ministro, con la sua storia piuttosto conflittuale con le organizzazioni sindacali e i lavoratori del pubblico impiego, sia la più adatta ad accelerare il lavoro.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network