Scuola, ancora ritardi negli stipendi dei supplenti Covid

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Tra i 70.000 assunti nella scuola per rispondere all'emergenza sanitaria Covid-19, un quarto non ha ancora ricevuto lo stipendio da settembre. Gli stipendi percepiti, invece, subiscono riduzioni per il mancato riconoscimento di alcune voci come la retribuzione professionale per i docenti e il compenso individuale accessorio per il personale ATA. I ritardi sono così lunghi che alcuni istituti hanno accordato prestiti d'onore ai loro dipendenti.

Scuola, ancora ritardi negli stipendi dei supplenti Covid

Scuola, ritardi o addirittura mancati pagamenti degli stipendi per molti dei 70.000 supplenti della scuola assunti per l’emergenza Covid-19.

Si tratta di docenti e personale ATA che in almeno un quarto dei casi non avrebbe ricevuto nemmeno uno degli emolumenti maturati dal mese di settembre ad oggi.

Non solo: a questi lavoratori come denunciano i sindacati di categoria vengono anche ridotti gli importi per il mancato riconoscimento di alcune voci stipendiali: la retribuzione professionale per i docenti e il compenso individuale accessorio al personale ATA.

Ma vediamo nel dettaglio l’iter tortuoso di questa vicenda, che peraltro finora si è svolta nella quasi totale mancanza di risposte da parte di Ministero dell’Istruzione e Governo, se si esclude una dichiarazione della Presidente della Commissione Lavoro al Senato, Susy Matrisciano del Movimento Cinque Stelle che a fine gennaio indicava il problema come in via di risoluzione.

Personale COVID della scuola, tra mancati stipendi e messe in mora

La vicenda dei lavoratori della scuola assunti per affrontare la gestione dell’emergenza sanitaria da Coronavirus inizia con il Decreto Agosto che prevedeva la necessità di unità aggiuntive di personale docente e non docente per rispettare le esigenze di distanziamento sociale e di gestione delle pulizie e della sorveglianza dei locali.

Se non che per problemi burocratici legati alla ripartizione dei fondi da parte degli uffici scolastici, che a loro volta hanno operato senza che vi fosse un piano nazionale dell’organico da parte del Governo e alle divergenze sui calcoli delle buste paga, le risorse sono state distribuite con il contagocce.

I risultati sono stati drammatici per migliaia di lavoratori della scuola in alcuni casi da mesi senza stipendio, soprattutto per i tanti precari che hanno deciso pur di lavorare di spostarsi in regioni diverse da quella di residenza e che quindi sono costretti a pagare anche un affitto.

“I ritardi stipendiali e la cancellazione illegittima delle voci accessorie in busta paga” - ha dichiarato il presidente del sindacato di categoria Anief Marcello Pacifico - “sono condizioni non più accettabili. Ancora di più perché parliamo di docenti e personale Ata assunti in alto numero a centinaia di chilometri dalla loro dimora: dunque, si tratta di lavoratori che devono affrontare spese vive e anticipare costi per affitti, bollette e viaggi vari. È inaccettabile che siano abbandonati al loro destino”.

L’organizzazione sindacale in questione peraltro si è resa disponibile per avviare procedure di diffida e messa in mora.

I tagli alle retribuzioni e il prestito d’onore

Il mancato pagamento degli stipendi per alcuni docenti e lavoratori ATA della scuola si è così tanto prolungato che in alcuni casi gli stessi istituti scolastici si sono sentiti in dovere di avviare dei prestiti d’onore per i propri dipendenti pur di garantir loro un minimo di reddito, come nel caso dell’Istituto Comprensivo I.C. Valenza “A” in provincia di Alessandria che così ha potuto distribuire 200 euro al proprio personale assunto per l’emergenza Covid.

Personale che purtroppo ha dovuto anche subire dei tagli sulle retribuzione che ha potuto percepire, a causa del mancato riconoscimento della retribuzione professionale per i docenti, con una riduzione di 174,50 euro al mese, e del compenso individuale accessorio per il personale Ata con una riduzione di 64,50 euro.

Non sorprende pertanto che in questi giorni si stiano tenendo assemblee e mobilitazioni anche di questa categoria di lavoratori. Iniziative che annunciano certamente proteste contro una situazione non più tollerabile nel sistema scolastico pubblico.

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