Contratti pubblici: Brunetta assicura il rinnovo. Stipendi, resta il nodo dei 107 euro

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Rinnovo contratti pubblici, il responsabile della Funzione pubblica è favorevole a un accordo sul triennio 2019-21. Spinte in questa direzione provengono anche dai sindacati e dalla Conferenza delle Regioni. Rimane però il nodo delle cifre: i 107 euro di aumento medio mensile degli stipendi erano stati giudicati insufficienti dalle organizzazioni di categoria.

Contratti pubblici: Brunetta assicura il rinnovo. Stipendi, resta il nodo dei 107 euro

Rinnovo contratti pubblici, una nuova spinta su questo versante arriva da parte del Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.

In occasione della presentazione della “Relazione 2020 del Cnel sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Amministrazioni pubbliche alle imprese e ai cittadini” del 30 marzo 2021, il responsabile della Funzione pubblica ha sostanzialmente recepito la richiesta che proviene da tempo dalle organizzazioni sindacali e che ultimamente si espressa nell’incontro tra Cgil, Cisl e Uil e i vertici della Conferenza delle regioni della settimana precedente.

Nel frattempo si registra anche l’adesione al Patto per l’Innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale da parte dei sindacati autonomi Confsal, Cisal e Confedir.

Verso il rinnovo dei contratti pubblici? Brunetta ne è sicuro. Stipendi, resta il nodo dei 107 euro

“Rinnoverò tutti i contratti della PA. E non è un privilegio, ma la condizione per far ripartire l’intero Paese”.

Questo è quanto dichiarato dinanzi al Cnel dal ministro Brunetta. Si tratta ovviamente di una affermazione importante, dato che il rinnovo dovrebbe riguardare il triennio 2019-21 (il precedente è quindi scaduto da ben due anni) e dato che questa esigenza è stata anche al centro dello sciopero proclamato dai sindacati confederali il 9 dicembre dello scorso anno.

Le relazioni tra Governo e sindacati sembrano certamente migliorate come dimostra la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, al quale hanno ora aderito anche le confederazioni sindacali autonome Confsal, Cisal e Confedir.

Tuttavia, è comunque lecito interrogarsi sulle cifre di questo eventuale rinnovo, che al momento non sembrano affatto diverse da quelle a suo tempo proposte dal predecessore Fabiana Dadone alle organizzazioni sindacali e da queste ultime respinte come assolutamente insufficienti: ovvero 107 euro medi mensili a regime per il triennio 2019-2021.

Il Governo dovrà fare un ulteriore sforzo in termini di risorse economiche, altrimenti sarebbe difficile per i sindacati dare il loro consenso a una trattativa con l’Aran con margini così ristretti.

Rinnovo contratti PA, il versante degli enti locali

In particolare, è sul versante delle Regioni e in genere degli enti locali che si è registrata una convergenza di richieste in direzione del rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici.

Il 24 marzo infatti i sindacati confederali di categoria hanno incontrato alcuni rappresentanti della Conferenza delle Regioni tra i quali il presidente e il vicepresidente Stefano Bonaccini e Giovanni Toti.

“In un momento così delicato per il Paese” - ha dichiarato in proposito Bonaccini -“vogliamo dare un segnale importante di attenzione e ringraziamento ai lavoratori che sono in prima linea nella lotta alla pandemia”.

A questo scopo, il giorno seguente è stata avanzata anche dalle Regioni una sollecitazione al ministro Brunetta al fine di aprire un tavolo di lavoro con le Autonomie e per inserire prioritariamente nella trattativa i temi relativi al settore della sanità.

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