Reddito di cittadinanza, via ai controlli dei comuni su residenza, ISEE e nucleo familiare

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Reddito di cittadinanza, al via i controlli da parte dei comuni. Al setaccio i dati contenuti nel modello ISEE ed i requisiti relativi al nucleo familiare, residenza e soggiorno.

Reddito di cittadinanza, via ai controlli dei comuni su residenza, ISEE e nucleo familiare

Reddito di cittadinanza, partono i controlli da parti dei comuni sui dati indicati nel modello ISEE sui requisiti relativi al nucleo familiare ed in merito a residenza e soggiorno.

Le regole sui controlli rivolti ai beneficiari del reddito di cittadinanza sono contenute nella nota n. 8156/2019 del Ministero del Lavoro, relativa all’accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato Regioni.

Sarà tramite la piattaforma GEPI, quella predisposta per la gestione dei Patti per l’Inclusione Sociale, che i comuni invieranno all’INPS le informazioni sui controlli effettuati.

Le verifiche sul possesso dei requisiti saranno quasi istantanee: a regime, il Comune avrà 30 giorni di tempo per controllare che il beneficiario del reddito di cittadinanza rispetti tutte le regole in merito a residenza e soggiorno per aver diritto al sussidio.

Reddito di cittadinanza, partono i controlli dei comuni. Verifiche su ISEE e nucleo familiare

Ciascun Comune dovrà controllare almeno il 5% del totale dei soggetti residenti nel proprio territorio che hanno richiesto ed ottenuto il reddito di cittadinanza.

Prendendo come riferimento i dati diramati dall’INPS relativi alle domande presentate per ciascuna città, le verifiche riguarderanno circa 5.000 beneficiari residenti a Napoli, oltre 2.500 residenti nella città di Roma e circa 1.500 residenti a Milano.

Complessivamente, considerando che è pari a poco meno di 900.000 il totale delle domande accolte a luglio, saranno 18.000 i beneficiari del reddito di cittadinanza per i quali sarà obbligatoria la verifica sui requisiti dichiarati.

L’oggetto della verifica saranno le informazioni dichiarate nel modello ISEE relative alla composizione del nucleo familiare e, accanto a queste, i dati al rispetto del requisito minimo di residenza in Italia.

Il decreto n. 4/2019, convertito nella legge n. 26/2019, stabilisce che oltre ai requisiti di reddito e patrimonio, per poter richiedere il reddito di cittadinanza è necessario:

  • essere cittadino italiano, di un Paese dell’UE, ovvero di un Paese extraUE (con permesso di soggiorno di lungo periodo);
  • essere residente in Italia da almeno 10 anni e gli ultimi 2 in via continuativa.

Fino a quando sarà completata la procedura per il completamento dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, ciascun Comune dovrà passare al setaccio i dati presenti nei propri archivi per accertare il rispetto delle regole di cui sopra.

L’obiettivo sarà quello di scovare eventuali dichiarazioni mendaci o omissioni, attraverso l’incrocio dei dati indicati nel modello ISEE presentato per l’accesso al reddito di cittadinanza, le informazioni disponibile negli archivi anagrafici, quelle raccolte dai servizi sociali e ogni altra informazione che dovesse rendersi utile in tal senso.

L’esito del controllo dovrà essere opportunamente segnalato all’INPS, mediante la procedura tutta telematica predisposta per gli “007” dei comuni.

Controlli sul reddito di cittadinanza, comuni come 007 per scovare abusi

L’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni attribuisce un arduo compito ai comuni, anche considerando che la digitalizzazione dei processi e delle pratiche anagrafiche è tutt’altro che completata e che, in molti casi, i controlli dovranno essere effettuati passando al setaccio gli archivi cartacei.

I dati comunicati da ciascun comune confluiranno nella piattaforma predisposta, che consentirà di ricostruire mese per mese gli eventuali spostamenti e cambi di residenza del beneficiario del reddito di cittadinanza.

E se fosse oggettivamente impossibile fare i controlli necessari ed il Comune non riuscisse a verificare il possesso del requisito minimo di residenza (10 anni in totale, 2 continuativi)?

In tal caso si procederà con l’“interrogatorio” diretto del beneficiario, per accertare eventuali periodi di residenza all’estero che compromettono l’accesso al reddito di cittadinanza.

In allegato la nota n. 8156/2019 del Ministero del Lavoro:

Ministero del Lavoro - nota 8156/2019
Controlli dei comuni sui requisiti di residenza, soggiorno e composizione del nucleo familiare ISEE ai fini dell’accesso al reddito di cittadinanza

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