La rottamazione non basta: controlli su conti correnti e fatture per smaltire le cartelle

Rosy D’Elia - Fisco

Controlli del Fisco su conti correnti e dati delle fatture elettroniche: dalle analisi del magazzino delle cartelle arrivano nuove prospettive per la riscossione, mentre si lavora alla definizione della rottamazione quinquies

La rottamazione non basta: controlli su conti correnti e fatture per smaltire le cartelle

Mentre si cerca un equilibrio sulla nuova rottamazione delle cartelle, la Commissione tecnica sul magazzino dei debiti da smaltire, istituita nell’ambito della riforma fiscale, scrive il possibile futuro della Riscossione. E ad anticipare le proposte che arrivano dai tecnici è il quotidiano Il Sole 24 Ore.

Non solo una nuova definizione agevolata, ma anche e soprattutto il potenziamento delle strategie che dovrebbero e potrebbero passare da controlli più analitici del Fisco: sui conti correnti e sulle fatture elettroniche, ad esempio.

Le ipotesi, per ora, solo tecniche, ma si apprestano a entrare anche nel dibattito politico.

Cartelle, la rottamazione non basta: si guarda a controlli più pesanti su conti correnti e fatture

Stando a quanto anticipato dal quotidiano economico, sarebbe pronta l’analisi avviata nei mesi scorsi per definire una strategia finalizzata a gestire la mole di oltre 1.270 miliardi di debiti accumulati dal 200 al 2024 e mai pagati da cittadini e cittadine.

Come ha più volte ricordato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, lo studio servirà anche per dare la giusta forma alla nuova rottamazione.

Ma non è quello il suo unico scopo, anzi. Si guarda ben oltre perché una cosa è certa: la via della definizione agevolata delle cartelle, battuta a più riprese in questi anni, non porta grandi risultati, come non perde occasione di sottolineare la stessa Corte dei Conti.

Può essere utile ad agevolare chi ha spazio e volontà di mettersi in regola. Ma non è efficace nelle situazioni più complesse. La vera sfida è trovare la formula per eliminare tutti i debiti ormai irrecuperabili e potenziare le azioni dove, al contrario, è possibile chiedere a cittadini e cittadine di mettersi in regola.

Da un lato, quindi, la strada da percorrere è più chiara e la proposta della Commissione prevederebbe l’eliminazione di 408,5 miliardi di debiti non sanati: una pace fiscale automatica per 9,2 milioni di contribuenti con l’azzeramento di una cifra media di oltre 43.000 euro di pendenze con il Fisco.

Più complesso è il secondo obiettivo che richiede, prima di tutto, di individuare le situazioni recuperabili: tra gli indicatori ipotizzati dai tecnici ci sarebbero conti correnti e fatture elettroniche.

Controlli del Fisco su conti correnti e fatture per smaltire le cartelle: le ipotesi della commissione sul magazzino AdER

Nella Riscossione avanzata delineata dalla Commissione i controlli condotti tramite le banche dovrebbero essere finalizzati non solo a conoscere l’esistenza dei conti correnti, come accade oggi, ma anche la loro consistenza.

E anche il patrimonio di informazioni già in possesso dell’Amministrazione finanziaria dovrebbe essere sfruttato per lo scopo: si guarda, ad esempio, all’analisi dei dati della fatturazione elettronica come alla strada per avviare procedure mirate di pignoramento dei crediti da rapporti commerciali tra il debitore e soggetti terzi.

Le strategie sono promettenti, su questo non c’è dubbio. Ma già sulla carta fanno i conti con due scogli importanti: le implicazioni sulla privacy, con cui le semplici procedure della fatturazione elettronica ancora si trovano a fare i conti, e quelle sulla politica.

Mentre si mette in cantiere una nuova rottamazione delle cartelle, che risponde all’esigenza di mostrare il volto amico del Fisco tanto invocato in questi ultimi anni, è difficile pensare a un Fisco con occhi dappertutto, anche su conti correnti e fatture elettroniche. Giusto o sbagliato che sia.

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