Reddito di cittadinanza 2022, come cambia l’offerta di lavoro? Novità e proposte

Eleonora Capizzi - Leggi e prassi

Reddito di cittadinanza 2022, come cambia l'offerta di lavoro? La versione in bozza della Legge di Bilancio prevede diverse novità sulla definizione di proposta congrua e non solo. Modifiche che si affiancano alle posposte di restyling del Comitato Scientifico, contenute nella Relazione presentata il 9 novembre 2021.

Reddito di cittadinanza 2022, come cambia l'offerta di lavoro? Novità e proposte

Reddito di cittadinanza 2022: verso la modifica alle regole sull’offerta di lavoro congrua.

La novità è uno degli interventi messi sul piatto nell’ultima bozza del disegno di Legge di Bilancio 2022, aggiornata al 10 novembre, che si affianca alla revoca dell’assegno dopo il secondo rifiuto e non più al terzo e all’obbligo di presentarsi almeno ogni mese presso un centro per l’impiego.

Correttivi per i quali si attende l’ok definitivo, che si aggiungono a quelli proposti dal Comitato Scientifico di valutazione, incaricato dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando di analizzare le principali criticità del Reddito di cittadinanza e elaborare delle soluzioni.

Non solo sul lavoro, ma anche sui criteri per il riconoscimento e il calcolo del Reddito di cittadinanza servono degli aggiustamenti, per migliorare uno strumento necessario ma che necessita di essere rivisitato.

Reddito di cittadinanza 2022, come cambia l’offerta di lavoro? Novità e proposte

Con l’obiettivo di incentivare l’occupazione, nel testo in bozza del disegno di Legge di Bilancio 2022 arriva la modifica riferita alla perdita del beneficio in caso di rifiuto di offerte di lavoro “congrue”.

Oggi, per considerarsi congrua l’offerta di lavoro deve presentare diverse caratteristiche, dalla corrispondenza tra domanda e offerta in termini di competenze ricercate alla distanza tra domicilio del lavoratore e luogo di lavoro.

In base a quanto previsto dalla bozza del DDL di Bilancio 2022 aggiornata al 10 novembre, passano da tre a due le offerte di lavoro congrue rifiutate che comporteranno la perdita del beneficio.

Tra l’altro, secondo la nuova impostazione, nel caso di percezione del reddito da meno di 12 mesi, la prima proposta di lavoro risulterà congrua se la sede dista 80 km - e non più 100 - dalla residenza o quando sia raggiungibile in 100 minuti con mezzi pubblici.

Il vincolo territoriale sparisce alla seconda offerta, e si ritiene congruo il lavoro svolto in qualsiasi luogo sul territorio nazionale.

Ma non solo, si perde il Reddito di cittadinanza anche non ci si presenta “almeno ogni mese” presso un centro per l’impiego a meno che l’assenza non sia giustificata da un “comprovato giustificato motivo”.

È stata poi introdotto il meccanismo del decalage, ossia la riduzione dell’importo dell’assegno di 5 euro al mese in caso di rifiuto della prima offerta di lavoro congrua per i beneficiari che percepiscono più di 300 euro al mese.

Queste sono solo alcune delle modifiche presenti nel testo del disegno di legge, se non si conta il potenziamento del sistema dei controlli.

Un insieme di correttivi che guardano alla necessità di potenziare l’inserimento lavorativo dei percettori del Reddito di cittadinanza, ma che non sono le uniche necessarie.

Reddito di cittadinanza 2022: modifica per favorire le famiglie numerose

Le modifiche previste dall’attuale versione in bozza del disegno di Legge di Bilancio 2022 potrebbero non essere le uniche, e il “cantiere” resta ancora aperto.

Sono diverse le criticità dello strumento che necessitano di aggiustamenti, e a fornire una serie di proposte è il Comitato Scientifico nominato dal Ministro Orlando nella Relazione del 9 novembre.

Oltre alla ridefinizione dell’offerta di lavoro congrua, le modifiche proposte vanno dal calcolo dell’importo spettante, fino alle regole sul cumulo dei redditi.

Ad esempio, per le famiglie più numerose si propone una revisione dell’assegno riparametrando, innanzitutto, la soglia di accesso al sussidio e l’importo in base alla composizione e al numero dei componenti.

Una modifica che riguarderebbe lo strumento della scala di equivalenza ossia il criterio con cui vengono determinati la misura dell’assegno e le soglie di accesso, in modo tale da favorire i nuclei più grandi e in cui sono presenti minori.

Oggi l’importo del reddito di cittadinanza è composto da due quote: contributo per l’affitto e una integrazione del reddito familiare, che può arrivare a 6.000 euro per un nucleo familiare composto da un solo componente. L’importo va, poi, moltiplicato per la scala di equivalenza.

In altre parole, il beneficio viene riconosciuto a chi ha un reddito inferiore a 6.000 euro annui (7.560 in caso di pensione di cittadinanza), con un supplemento per chi deve pagare un affitto, moltiplicato per la la scala di equivalenza. Questa misura è la stessa che viene erogata, in un anno, a titolo di reddito di cittadinanza.

Il valore dei coefficienti di detta scala diminuisce via via che aumenta il numero dei componenti del nucleo familiare ed è comunque inferiore per i minori di 18 anni.

Attualmente la scala di equivalenza, infatti, è pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare ed è incrementata di 0,4 per ogni ulteriore componente di età maggiore di anni 18 e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, aumentato a 2,2 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.

Un parametro che, riferiscono gli esperti del Comitato Scientifico, deve essere assolutamente rimodulato perché favorisce i percettori single e penalizza, appunto, le famiglie e tanto più quelle più grandi.

Accanto alla rimodulazione della scala di equivalenza e sempre per favorire le famiglie, il Comitato proporne un ulteriore intervento, questa volta di modifica del contributo economico previsto per i beneficiari del reddito che pagano un affitto.

Si tratterebbe di correggere l’impostazione dell’attuale integrazione riconosciuta alle famiglie residenti in abitazioni in locazione calcolandone l’importo, anche qui, in base al numero dei componenti.

Reddito di cittadinanza 2022: modifica delle regole di cumulo con il reddito da lavoro

Un altro problema rilevato dal Comitato Scientifico è quello che vede i percettori del il Reddito di cittadinanza poco propensi a trovare un’occupazione.

Oggi, per il beneficiario che svolge un’attività lavorativa l’80 per cento dell’incremento del reddito da lavoro concorre alla diminuzione del sussidio: se si guadagna 100, la misura spettante diminuisce di 80.

Anche su questo punto il Comitato ha elaborato una proposta di modifica, al fine di ridurre la decurtazione e consentire in buona sostanza il cumulo tra l’assegno e una parte più consistente del reddito da lavoro.

In questo modo, l’incremento reddituale verrebbe considerato solo per il 60 per cento e non più per l’80, fino al raggiungimento della soglia esente da imposizione fiscale.

Tale limite, si ricorda, è pari a 8.174 euro per i redditi da lavoro dipendente e a 4.800 euro per i lavoratori autonomi. Superato questa misura, secondo la proposta degli esperti, scatterebbe l’impossibilità di cumulo.

Un intervento questo che andrebbe ad incidere non solo sui beneficiari che sono alla ricerca di un’occupazione, ma anche su coloro che già lavorano ma che percepiscono un reddito particolarmente basso.

Reddito di cittadinanza 2022: estensione degli incentivi all’assunzione e le altre proposte

Tra le restanti proposte sul piatto che puntano stimolare l’inserimento lavorativo meritano una menzione speciale l’estensione degli incentivi già esistenti in favore dei datori di lavoro che assumono i percettori del reddito di cittadinanza.

Si tratta, in buona sostanza, dell’esonero dal pagamento dei contributi per un importo pari ai mesi non fruiti dal lavoratore e, comunque, entro il tetto mensile di 780 euro.

Oggi tale agevolazione, osserva il Comitato, hanno avuto una scarsa efficacia dal momento che sono previste esclusivamente nel caso di assunzioni a tempo indeterminato e con orario pieno ed esclusivamente quando sia stata caricata sulla piattaforma apposita.

Da una parte, quindi, gli esperti propongono di estendere l’esonero anche alle assunzioni a tempo determinato o indeterminato a tempo parziale dall’altra sospendere, almeno temporaneamente, il requisito che vuole l’offerta di lavoro agevolata sulla piattaforma.

Sul fronte lavoro, infine, gli esperti propongono di eliminare l’obbligo di dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro per chi è indirizzato ai servizi sociali, il potenziamento i patti per l’inclusione e l’attuazione di progetti di utilità collettiva.

Per ogni ulteriore dettaglio si rimanda al testo integrale della Relazione del Comitato Scientifico e al documento di sintesi messo a disposizione dal Ministero con la spiegazione di tutte le proposte.

Comitato scientifco per la valutazione del Reddito di cittadinanza - Relazione del 9 novembre 2021
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Comitato scientifico di valutazione del Reddito di cittadinanza - sintesi del 9 novembre 2021
Sintesi della relazione del Comitato Scientifico per la valutazione del Reddito di Cittadinanza

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