Quota 100 dipendenti pubblici, poche finestre e rinvio TFR: critiche CGIL

Stefano Paterna - Pensioni

Quota 100 dipendenti pubblici, critiche CGIL sulle finestre per gli statali e sul possibile rinvio del TFR anche di 8 anni. In settimana il Consiglio dei ministri dovrebbe adottare il cosiddetto Decreto pensioni per riformare la Fornero. Ma il sindacato ha già emesso un comunicato che contesta le anticipazioni.

Quota 100 dipendenti pubblici, poche finestre e rinvio TFR: critiche CGIL

Quota 100 dipendenti pubblici, poche finestre e rinvio TFR: pioggia di critiche dalla CGIL.

La riforma della legge Fornero e il raggiungimento dell’ormai mitica quota 100, costituirebbe addirittura un peggioramento della situazione attuale per i lavoratori pubblici. Ad affermarlo in una nota è la Cgil Funzione Pubblica, sindacato già sul “piede di guerra” con il governo Conte per le vicende legate al tuttora mancato rinnovo dei contratti e al blocco delle assunzioni fino alla metà di novembre di quest’anno.

Il comunicato arriva nella settimana nella quale dovrebbe vedere la luce in Consiglio dei ministri il cosiddetto decreto Pensioni.

In realtà, quindi, è una polemica sulle anticipazioni che però debbono avere una loro concretezza, dato che anche Maurizio Landini, il più probabile candidato alla segreteria generale della Cgil ha avvertito la necessità di parlarne in termini non positivi:

“Quota 100 non significa cambiare la Fornero, ma portare solo una piccola modifica alle norme previdenziali, lasciando in campo molte contraddizioni”.

Quota 100 dipendenti pubblici, i punti critici: finestre e TFR

Ma quali sono i “capi d’accusa” della Cgil Funzione Pubblica. Innanzitutto, a quel che consta al sindacato i dipendenti pubblici con la quota 100 avrebbero a disposizione la prima finestra per l’uscita solo a luglio e il preavviso per poter usufruirne dovrebbe essere di ben sei mesi (tre per i lavoratori del privato). Ma poi c’è la vera e propria mina del Tfr:

“…ai dipendenti pubblici che andranno in pensione con ‘quota 100’ o in pensionamento anticipato – afferma il comunicato di Fp Cgil - il trattamento di fine rapporto verrà corrisposto ‘al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione’. Tradotto: per alcuni dei circa 140 mila dipendenti pubblici interessati dal provvedimento c’è il rischio concreto che aspettino anche fino a 8 anni per avere ciò che gli spetta, la liquidazione”.

Il sindacato paventa inoltre che nel caso del previsto intervento delle banche per l’erogazione anticipata della liquidazione, siano i lavoratori a dover farsi carico degli interessi da rifondere agli istituti di credito. Una opzione che comunque per l’organizzazione di categoria costituirebbe una discriminazione nei confronti di:

“tutti coloro che andranno in pensione ordinariamente e che continueranno a dover subire gli attuali, intollerabili, termini di pagamento”.

Quota 100, molto meno che una riforma della Fornero

A dire il vero, i toni della nota di Fp Cgil sembrano eccessivi, soprattutto da parte di un sindacato che al momento del varo della legge Fornero non ritenne opportuno fare nemmeno un minuto di sciopero generale.

Invece, i dubbi sulla portata piuttosto ridotta della riforma appaiono decisamente più appropriati. Ad esempio, per rimanere in casa Cgil, quelli indicati dal segretario confederale Roberto Ghiselli in un’intervista a RadioArticolo1, emittente dello stessa organizzazione.

A detta dell’esponente sindacale le persone che potrebbero usufruire della quota 100 sarebbero meno di 400 mila, di cui il 40 per cento dipendenti pubblici. Tuttavia, questi lavoratori se decidessero di andare tutti in pensione creerebbero un bel problema, visto che il governo ha varato il blocco delle assunzioni fino a novembre con la legge di Bilancio.

Forse, la soluzione sta nei calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio riportati da Ghiselli, secondo i quali con la mitica quota 100 si potrebbe arrivare a una decurtazione del 30 per cento sulla retribuzione pensionistica. A questo punto chi vorrebbe usufruire della nuova possibilità? La palla ora è nella mani del Consiglio dei ministri.

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