Proroga per la rottamazione delle cartelle 2023: tra attesa di conferme e necessità di estensione

Salvatore Cuomo - Dichiarazioni e adempimenti

Tra l'attesa di conferma per la proroga e la necessità di estensione del perimetro applicativo, un commento sulle ultime novità che riguardano la rottamazione delle cartelle 2023 a ridosso della scadenza prevista in prima battuta per la domanda di adesione

Proroga per la rottamazione delle cartelle 2023: tra attesa di conferme e necessità di estensione

Alle ore 19 del 21 aprile, quasi a voler “allietare” il ponte del 25 aprile, l’ufficio stampa del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblico un proprio comunicato con il quale ha voluto informare i contribuenti che avranno due mesi in più di tempo, fino al 30 giugno, per presentare la domanda di adesione alla rottamazione delle cartelle 2023 e tre mesi in più, dal 31 luglio al 31 ottobre, per adempiere al versamento di quanto dovuto.

Mancano, però, ancora notizie certe a ridosso della scadenza del 30 aprile, o meglio del 2 maggio in linea con quanto previsto all’articolo 7, comma 1, lettera h) del DL 70/2011, che dispone:

“1. Per ridurre il peso della burocrazia che grava sulle imprese e più in generale sui contribuenti, alla disciplina vigente sono apportate modificazioni così articolate: …
h) i versamenti e gli adempimenti, anche se solo telematici, previsti da norme riguardanti l’Amministrazione economico-finanziaria che scadono il sabato o in un giorno festivo sono sempre rinviati al primo giorno lavorativo successivo”
.

Proroga per l’adesione alla rottamazione delle cartelle 2023 senza conferme

Siamo fermi a quanto stabilito nel comunicato stampa, che è ancor meno di un documento di prassi, con buona pace delle fonti del diritto e dei principi dello Statuto del Contribuente.

Di un atto normativo di un decreto o, come riporta il comunicato in commento, di “una prossima disposizione” non c’è traccia.

I media da alcuni giorni stanno dando rilievo ad un prossimo Consiglio dei Ministri calendarizzato simbolicamente per il 1° maggio prossimo, avente ad oggetto alcuni provvedimenti sul tema Lavoro.

Tra questi potrebbe esserci anche la riduzione della quota contributiva sugli stipendi sotto una determinata soglia, che è stato preannunciato nel DEF, Documento di Economia e Finanza, pubblicato ad inizio aprile.

Rottamazione quater: quali sono le ragioni della proroga? Auspicabile un’estensione

Ma tornando alla proroga della rottamazione quater, in attesa di conferme ufficiali, sorge anche una domanda: perché rimandare la scadenza per la domanda di adesione?

Si possono ipotizzare diversi motivi:

  • i disagi derivanti da alcuni ritardi e disguidi informatici dell’Agenzia delle Entrate Riscossione;
  • l’apparente successo dell’iniziativa misurabile nei circa 3 milioni di prospetti informativi richiesti dai contribuenti in ritardo con i pagamenti;
  • il divario tra i numeri delle richieste di informazione a confronto con quello delle domande fino ad ora presentate che potrebbe invece far pensare ad un flop;
  • l’italica abitudine di attendere l’ultimo momento per formalizzare le richieste di adesione in concomitanza di altrettante importanti scadenze quale ad esempio la presentazione della Dichiarazione IVA.

A prescindere dalla risposta, sarebbe bello sapere che la scelta sia legata alla possibilità per il Governo di avere a disposizione più tempo per analizzare dati e informazioni così da valutare l’opportunità di ampliare il perimetro di applicazione della rottamazione delle cartelle 2023 ed emanare un più corposo atto normativo con novità importanti.

Un provvedimento che magari includa i ruoli consegnati al 31 dicembre o quantomeno alla data di presentazione del testo della Legge di Bilancio 2023 alle Camere per il suo iter di approvazione o meglio ancora dia la possibilità di presentare la domanda di rottamazione anche per la cartelle aventi oggetto debiti tributari e contributivi relativi agli anni di imposta fino al 2021, notificate successivamente al 30 giugno 2023, purché ciò avvenga entro il termine di impugnazione.

Si potrebbero così mitigare gli effetti del limbo normativo nel quale si trovano contribuenti con debiti per i quali non è stato possibile rispettare i termini per il pagamento degli avvisi bonari notificati in passato, ma scaduti ai fini della definizione agevolata, ed il cui ruolo conseguente non risulta essere stato consegnato all’agente della riscossione al 30 giugno 2022.

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