Pensioni, ultime novità: il decreto Poletti è costituzionale

Alessio Mauro - Pensioni

Ultime novità pensioni: il decreto Poletti è costituzionale. Delusi i sindacati. Ecco il comunicato stampa ufficiale della Consulta.

Pensioni, ultime novità: il decreto Poletti è costituzionale

La Corte Costituzionale ha respinto l’eccezione di incostituzionalità sul cosiddetto decreto Poletti, ovvero il Decreto Legge 65/2015 con cui il Governo all’epoca presieduto da Matteo Renzi ha collegato l’adeguamento delle pensioni alla variazione dei prezzi al consumo (inflazione).

Ecco il comunicato stampa ufficiale della Corte Costituzionale:

La Corte costituzionale ha respinto le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 in tema di perequazione delle pensioni, che ha inteso “dare attuazione ai principi enunciati nella sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015”.

La Corte ha ritenuto che – diversamente dalle disposizioni del “Salva Italia” annullate nel 2015 con tale sentenza – la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica.

Il decreto Poletti è costituzionale: ecco la decisione della Consulta
Comunicato stampa della Corte Costituzionale del 25 ottobre 2017 in materia di pensioni. Secondo la Consulta, il DL 65/2015 che ha agganciato la perequazione delle pensioni all’indice dell’inflazione non lede alcun principio costituzionale.

Pensioni, ultime novità 2017: il decreto Poletti è costituzionale. Le conseguenze sui conti pubblici

Il dibattito sulla rivalutazione delle pensioni nasce all’epoca del Governo Monti quando il cosiddetto decreto legge “Salva Italia” bloccò per il biennio 2012-2013 la rivalutazione delle pensioni, garantendo la perequazione solo per gli assegni di importo massimo non superiore a 1.404 euro lordi, cioè 3 volte il trattamento minimo.

Con la sentenza 70/2015, la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di questa norma, causando di conseguenza un buco nei conti pubblici, pari a circa 24 miliardi di euro.

Il Governo Renzi cercò di salvare il salvabile con il famoso decreto Poletti sulle pensioni (decreto legge 65/2015) con cui è stata introdotto il nuovo meccanismo di perequazione riferito al biennio 2012-2013 così come segue:

  • 100% per assegni fino a 3 volte il minimo;
  • 40% tra 3 e 4;
  • 20% tra 4 e 5;
  • 10% tra 5 e 6;
  • nullo per importi oltre sei volte il minimo.

Grazie a questo intervento lo Stato ha risparmiato circa 22 miliardi di euro.

Pensioni, ultime novità. Decreto Poletti costituzionale: protestano i sindacati

Non si è fatta attendere la replica dei sindacati alla notizia della costituzionalità del decreto Poletti.

Come si legge nel sito della Spi Cgil, il segretario generale Ivan Pedretti richiama “l’urgente necessità di un nuovo meccanismo di rivalutazione che sostenga il potere d’acquisto dei pensionati. Ai pensionati resta l’amaro in bocca sia perché si sono visti sottrarre delle risorse sia perché queste sono finite nel debito pubblico anziché essere utilizzate per aiutare i giovani. A questo punto c’è assolutamente bisogno di un nuovo meccanismo di rivalutazione che sostenga il potere d’acquisto dei pensionati. C’è l’impegno del governo a metterlo in vigore dal 1° gennaio 2019 e noi vigileremo affinché ciò avvenga. Vogliamo inoltre che si riduca il carico fiscale che è più pesante per i pensionati rispetto ai lavoratori”.

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