Pagamento del bonus 150 euro anche con retribuzione oltre i 1.538 euro: disparità tra i dipendenti

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Un lavoratore o una lavoratrice con due o più contratti può ricevere il pagamento del bonus 150 euro anche se la sua retribuzione supera complessivamente la soglia dei 1.538 euro. Una disparità tra dipendenti che impone un intervento chiarificatore dell'INPS: l'allarme dell'Associazione Nazionale Commercialisti

Pagamento del bonus 150 euro anche con retribuzione oltre i 1.538 euro: disparità tra i dipendenti

Il Decreto Aiuti ter ha introdotto un bonus di 150 euro per contrastare il caro prezzi: per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti una delle condizioni chiave per ottenere il pagamento dell’indennità è una retribuzione imponibile fino a un importo massimo di 1.538 euro.

Secondo i chiarimenti forniti dall’INPS con il messaggio numero 4159 del 2022, però, chi ha più contratti di lavoro deve verificare questo requisito solo in relazione al rapporto che ha con il datore di lavoro che eroga le somme. Nel complesso, quindi, la cifra che si riceve mensilmente può superare anche la soglia indicata.

Si crea, così, il terreno per una disparità di trattamento all’interno della stessa categoria di beneficiari e beneficiarie e di fatto una interpretazione delle regole non del tutto conforme alla norma.

Ad accendere i riflettori su questa criticità l’Associazione Nazionale Commercialisti con il comunicato stampa del 6 dicembre.

Pagamento bonus 150 euro con una retribuzione più alta per chi ha due o più lavori

Il decreto Aiuti ter con l’articolo 18 ha riproposto lo stesso impianto di regole previsto per l’erogazione della precedente indennità una tantum contro il caro prezzi prevista dal primo provvedimento omonimo.

La novità principale riguarda i requisiti, in particolare la soglia entro la quale si ha diritto a ottenere il beneficio si restringe: viene erogato a coloro che hanno almeno un rapporto di lavoro attivo a novembre 2022 con una retribuzione imponibile fino a 1.538 euro e non sono titolari di reddito di cittadinanza o di pensione.

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Il meccanismo di erogazione viene invece confermato:

  • il bonus 150 euro si riceve insieme alla retribuzione di novembre 2022, nello stesso mese o a dicembre;
  • ad anticipare il pagamento è il datore di lavoro:
    • procede solo dopo aver ricevuto dal lavoratore o dalla lavoratrice l’autodichiarazione sul possesso dei requisiti;
    • recupera, poi, in compensazione gli importi riconosciuti ai dipendenti.

Come già previsto per il bonus 200 euro, l’INPS ha chiarito la possibilità per i lavoratori e le lavoratrici con più rapporti di lavoro di scegliere liberamente a quale di questi presentare l’autodichiarazione per ottenere il pagamento.

Ma, con il messaggio numero 4159 del 17 novembre 2022, l’Istituto ha aggiunto un chiarimento importante al panorama di regole di cui tener conto, del tutto nuovo e in contrasto con quanto previsto:

“L’indennità, infatti, spetta nella misura di 150 euro una volta sola e la verifica della retribuzione imponibile, nella competenza del mese di novembre 2022, che non deve eccedere l’importo di 1.538 euro, è da effettuare in relazione al singolo rapporto di lavoro per il quale la dichiarazione è resa”.

Pagamento bonus 150 euro: disparità sulla retribuzione per i lavoratori dipendenti

Il chiarimento che arriva dall’INPS per i lavoratori e le lavoratrici con più di un rapporto di lavoro contrasta chiaramente con il requisito indicato dalla norma che prevede il pagamento del bonus 150 euro solo per coloro che hanno una “retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre 2022 non eccedente l’importo di 1.538 euro”.

Applicando le istruzioni indicate, infatti, un lavoratore o una lavoratrice dipendente può beneficiare dell’indennità anche se, considerando più contratti di lavoro, supera la soglia indicata, a patto che nel rapporto con il datore di lavoro a cui richiede il pagamento non superi l’importo di 1.538 euro.

Ad accendere i riflettori su questa errata lettura della norma è l’Associazione Nazionale Commercialisti con il comunicato stampa del 6 dicembre 2022.

Gli addetti ai lavori non solo segnalano una disparità di trattamento per beneficiari e beneficiarie che appartengono alla stessa categoria che contrasta con quanto previsto dal Decreto Aiuti ter ma anche il rischio di eventuali adempimenti per rimediare agli errori.

“Questa condizione rischia di far sì che il beneficio previsto dalla norma finisca per dare luogo a successivi inevitabili recuperi oltre che ad ingolfare l’attività degli studi dei professionisti dediti all’elaborazione dei cedolini paga e dei relativi adempimenti”.

In conclusione, quindi, l’Associazione chiede all’INPS di intervenire sul punto con urgenza per fare chiarezza sulle regole da seguire.

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