Assegno unico fino a 21 anni dal 1° gennaio 2022: requisiti e novità in arrivo

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Assegno unico per i figli fino a 21 anni di età a partire dal 1° gennaio 2022. Lo schema del decreto legislativo atteso in Consiglio dei Ministri definisce requisiti e novità. L'importo massimo spettante sarà di 85 euro al mese e, in ogni caso, sarà graduato in base al valore dell'ISEE.

Assegno unico fino a 21 anni dal 1° gennaio 2022: requisiti e novità in arrivo

Assegno unico fino al compimento dei 21 anni di età del figlio, a partire dal 1° gennaio 2022.

Lo schema del decreto legislativo sull’assegno unico, atteso a breve in Consiglio dei Ministri, definisce requisiti e novità al debutto dal prossimo anno.

Il nuovo strumento di sostegno, che prenderà il posto delle misure ad oggi vigenti per le famiglie con figli, sarà riconosciuto anche una volta compiuta la maggiore età nel rispetto di determinate condizioni.

L’assegno riconosciuto sarà pari ad un massimo di 85 euro mensili, in caso di ISEE non superiore a 15.000 euro. Sarà invece prevista una graduale riduzione in caso di attestazioni di importo superiore, fino ad un minimo di 15 euro mensili per i contribuenti con ISEE fino a 40.000 euro e superiori.

Assegno unico fino a 21 anni dal 1° gennaio 2022: requisiti e novità in arrivo

È atteso in Consiglio dei Ministri il decreto legislativo chiamato a definire le regole per l’avvio dell’assegno unico, strumento che dal 1° gennaio 2022 diventerà unico riferimento per le famiglie con figli.

Non solo per i minorenni, ma anche per i figli maggiorenni e fino a 21 anni è previsto il riconoscimento di un importo mensile, il cui valore massimo sarà pari a 85 euro.

La soglia ISEE per poter beneficiare dell’assegno in misura piena dovrebbe essere fissata a 15.000 euro, stesso limite previsto per l’importo riconosciuto dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento della maggiore età.

Superati i 18 anni, e fino al compimento dei 21 anni, per poter beneficiare dell’assegno unico sarà necessario che il figlio a carico rientri in una delle seguenti condizioni:

  • frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea;
  • svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  • sia registrato come disoccupato e in cerca di lavoro presso i centri per l’impiego;
  • svolga il servizio civile universale.

Nessun prerequisito è posto per i figli disabili a carico over 18, che avranno diritto all’assegno universale senza limiti di età e a prescindere da ulteriori condizioni.

In tal caso si va verso il riconoscimento di una maggiorazione di 50 euro, dai 18 ai 21 anni, da aggiungersi agli 85 euro base.

Per i figli disabili maggiorenne dai 21 anni in su l’assegno unico sarà pari a 85 euro mensili in caso di modello ISEE fino a 15.000 euro, gradualmente ridotto fino ad un minimo di 25 euro mensili in caso di ISEE pari o superiore a 40.000 euro.

Assegno unico per i figli fino a 21 anni, 85 euro al mese con ISEE fino a 15.000 euro

Lo schema del decreto legislativo in fase di ultimazione definisce anche gli importi dell’assegno unico per i figli fino a 21 anni.

In attesa delle dovute conferme e dell’approvazione in Consiglio dei Ministri, l’attuale formulazione prevede il riconoscimento di un importo pari ad un massimo di 85 euro mensili per ciascun figlio maggiorenne a carico.

Salvo modifiche, sarà questo l’importo massimo spettante in caso di ISEE pari o inferiore a 15.000 euro. Superata questa soglia la somma riconosciuta mensilmente sarà gradualmente ridotta, fino a raggiungere il valore minimo di 15 euro in caso di ISEE pari a 40.000 euro, stesso importo spettante una volta superata tale soglia.

Per i figli minorenni l’assegno unico sarà invece pari a 175 euro mensili per i nuclei familiari con ISEE fino a 15.000 euro. Si scenderà poi gradualmente, fino ad un minimo di 50 euro mensili. Somme aggiuntive sono inoltre previste per le madri di età inferiore a 21 anni, così come per le famiglie in cui ambedue i genitori siano titolari di reddito da lavoro.

Questi alcuni dei criteri generali in fase di definizione. Si resta in attesa dell’approvazione definitiva del decreto legislativo per un’analisi più approfondita delle novità al debutto dal 1° gennaio 2022.

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