Non c’è pace fiscale o tregua che tenga, servono nuovi interventi di riforma della riscossione

Rosy D’Elia - Fisco

Nonostante le stagioni di rottamazione delle cartelle e stralcio dei debiti, il magazzino dei ruoli affidati all'AdER ammonta a 1.099 miliardi di euro: non c'è pace fiscale (o tregua) che tenga, servono nuovi progetti di riforma per la riscossione. L'analisi della Corte dei Conti

Non c'è pace fiscale o tregua che tenga, servono nuovi interventi di riforma della riscossione

Si susseguono stagioni di rottamazione delle cartelle e stralcio dei debiti, ma il magazzino dei ruoli affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione registra cifre stellari: 1.099 miliardi di euro, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2021.

La pace fiscale degli anni scorsi, con le novità della Legge di Bilancio 2023 è stata riproposta sotto forma di tregua, ma l’esigenza di intervento con progetti di riforma evidenziata dalla Corte dei Conti nella relazione pubblicata il 16 gennaio 2023 va ben oltre la necessità di tracciare strade più semplici e più brevi per mettersi in regola col Fisco.

Nonostante i tentativi di pace fiscale, un magazzino AdER di 1.099 miliardi: serve ancora una riforma della riscossione

Uno degli indicatori della necessità di rivedere il sistema della riscossione è dato proprio dalla situazione dei carichi residui che registra cifre esorbitanti e un’altissima percentuale di casi senza possibilità di recupero.

Stando ai dati evidenziati, dei 1.099 miliardi di euro che compongono il magazzino dei crediti solo 92,4 miliardi di euro potrebbero essere oggetto di azioni potenzialmente efficaci.

“Migliorare la performance di riscossione del sistema, rendendo credibile, efficace e tempestiva l’azione stessa, pur tenendo conto delle esigenze specifiche dei debitori” è la necessità da cui partire per migliorare il processo di riforma avviato negli ultimi decenni, si legge nel documento pubblicato dalla Corte dei Conti.

Sono diverse le tappe già compiute:

  • nel 2006 l’affidamento della riscossione passa da 38 società private al soggetto pubblico Equitalia che gestisce tutto il territorio nazionale tranne la Sicilia;
  • con il decreto-legge del numero 193 del 2016 le funzioni di Equitalia sono state trasferite all’Agenzia delle entrate - Riscossione, per una maggiore razionalizzazione dell’attività;
  • la Legge di Bilancio 2022, in linea con l’andamento degli altri paesi UE, ha attribuito all’Agenzia delle Entrate le funzioni di indirizzo operativo e di controllo sulle attività di riscossione e ha eliminato i relativi aggi.

Dopo la tregua fiscale, servono nuovi progetti di riforma per la riscossione

Le novità approvate negli ultimi anni hanno avuto il loro impatto positivo, evidenzia la Corte dei Conti: i risultati della riscossione, passo dopo passo, sono cresciuti sempre di più.

Da quando il servizio di riscossione è passato dalle mani private a quelle pubbliche, si è passati da una media annuale di circa 3 miliardi nel periodo 2000-2005 a circa 7,5 miliardi degli anni di attività di Equitalia fino ad arrivare alla cifra di 9,13 miliardi registrata con dal 2017 al 2021 con l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Gli interventi, insomma, hanno dato i loro frutti, ma non bastano per modificare efficacemente sul sistema. Servono degli ulteriori progetti di riforma.

“La razionalizzazione del sistema di riscossione risulta, inoltre, funzionale alla gestione del magazzino dei crediti – assurto all’importo di 1.099 miliardi euro– con cui entra in diretta correlazione rappresentandone la principale fonte di alimentazione, laddove l’azione di riscossione non giunga a termine in tempi sostenibili”.

La relazione sulla riforma della riscossione per effetto del DL n. 193/2016 e della Legge n. 234/2021 diffusa il 16 gennaio 2023 dalla Corte dei Conti è stata approvata lo scorso 23 dicembre. Nel frattempo la Legge di bilancio 2023 ha previsto una tregua fiscale, con una nuova rottamazione delle cartelle, lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro e una serie di strade agevolate per mettersi in regola con il Fisco, e ha introdotto anche nuove regole sull’inesigibilità.

Le esigenze di intervento evidenziate dalla Corte dei Conti, però, vanno ben oltre qualsiasi pace fiscale, o tregua per dirlo in termini attuali.

E, infine, l’indicazione che arriva è quella di mettere in atto “una vera e propria rivoluzione manageriale” per realizzare una riforma del sistema della riscossione coattiva nazionale dei tributi, dei contributi e delle entrate locali che non è più rinviabile.

Nel rispetto dei principi della capacità contributiva e di buon andamento e imparzialità, secondo la Corte dei Conti, l’Agente della riscossione dovrebbe “superare un approccio meramente formale e puntare ad una gestione del processo di riscossione orientata ai principi di efficienza ed efficacia”.

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