Lavoro in somministrazione: deroga al 30 giugno 2025 del limite massimo di 24 mesi

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Arriva la deroga al 2025 del limite massimo di 24 mesi previsto per i lavoratori con contratto di somministrazione. La novità nella conversione in legge Decreto Milleproroghe. Chi viene assunto a tempo determinato con questa tipologia di contratto può essere impiegato per periodi superiori a 2 anni senza che il rapporto si trasformi in tempo indeterminato

Lavoro in somministrazione: deroga al 30 giugno 2025 del limite massimo di 24 mesi

Slitta nuovamente il termine per l’applicazione del limite dei 24 mesi previsto per il lavoro in somministrazione.

La scadenza del 30 giugno 2024, stabilita dal decreto energia 2022, viene prorogata di un anno, come previsto dalla conversione in legge del Decreto Milleproroghe, approvata il 23 febbraio 2023.

Fino al 30 giugno 2025, quindi, le imprese potranno assumere lavoratori con contratti di somministrazione a tempo determinato e impiegarli per periodi superiori a 2 anni, anche non continuativi, senza che il rapporto si trasformi in un contratto a tempo indeterminato.

La disposizione che prevede il limite massimo di impiego è stata oggetto di diverse deroghe introdotte a partire dal 2020 per via dell’emergenza sanitaria.

Lavoro in somministrazione: deroga al 30 giugno 2025 del limite massimo di 24 mesi

Il limite massimo di 24 mesi per l’impiego di lavoratori con contratto di somministrazione viene prorogato per un altro anno.

La novità è stata prevista da un emendamento al testo di conversione in legge del Decreto Milleproroghe, approvato durante il passaggio al Senato. Con l’approvazione della Camera del 23 febbraio, il testo è ufficialmente legge.

L’ultima scadenza, cioè quella prevista dal decreto energia dello scorso anno per il 30 giugno 2024, viene dunque spostata al 30 giungo del 2025.

Ad essere modificato è quindi il comma 1 dell’articolo 31 del Jobs Act (DL n. 81/2015), già oggetto di diversi interventi di modifica, l’ultimo dei quali previsto appunto dal nuovo comma 4 bis aggiunto all’articolo 9 del Decreto Milleproroghe.

“All’articolo 31, comma 1, del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, le parole: “30 giugno 2024” sono sostituite dalle seguenti: “30 giugno 2025”.”

Pertanto, fino a tale data, nel caso in cui il contratto stipulato tra l’agenzia di somministrazione e l’utilizzatore sia a tempo determinato, quest’ultimo può impiegare lo stesso lavoratore per periodi superiori a 24 mesi, anche non continuativi, senza che il rapporto si trasformi in un contratto a tempo indeterminato, come invece sarebbe previsto dalla normativa ordinaria che viene derogata.

Ad ogni modo, per poter applicare tale disposizione, è necessario che l’agenzia abbia stipulato con il lavoratore somministrato un contratto a tempo indeterminato e che lo abbia comunicato all’utilizzatore.

Il lavoro in somministrazione, infatti, prevede la sottoscrizione di due diversi contratti, uno di lavoro tra agenzia e lavoratore e uno di somministrazione tra agenzia e datore di lavoro (utilizzatore).

Il lavoratore viene retribuito direttamente dall’agenzia per una determinata missione, cioè lo specifico impiego che svolge e il contratto può essere determinato o indeterminato.

Lavoro in somministrazione: quattro interventi in tre anni, c’è bisogno di regole non transitorie

Quello apportato dal Decreto Milleproroghe è il quarto intervento di deroga sulla disposizione che introduce il limite di 2 anni per il lavoro in somministrazione.

La scadenza per la reintroduzione di tale limite, infatti, è stata progressivamente spostata in avanti nel tempo a partire dal 2020.

La disposizione originaria è stata introdotta dal Decreto Dignità del 2018, per evitare l’occupazione a tempo determinato dei lavoratori presso gli stessi datori di lavoro.

La prima deroga è arrivata con il DL n. 104/2020 durante l’emergenza sanitaria, allo scopo di allentare le limitazioni previste e favorire l’occupazione.

Inizialmente prevista fino al 2021, la misura di deroga è stata prorogata al 30 settembre 2022 dal decreto fiscale (DL n. 146/2021) e poi altre due volte, prima al 31 dicembre 2022 e poi al 30 giugno 2024.

Infine, l’ultimo intervento, apportato dal Decreto Milleproroghe, fa slittare il termine al 2025.

Dopo il via libera di Senato e Camera il testo è legge e ora si attende solamente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

A meno di grandi cambiamenti ci sarà ancora da aspettare, quindi, per una riorganizzazione della normativa che faccia chiarezza sulla disciplina del lavoro in somministrazione.

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