Giorgetti: ISEE da aggiornare, per i bonus alle famiglie servono nuovi parametri

Rosy D’Elia - Modello Isee

Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze: serve aggiornare il calcolo ISEE per i bonus alle famiglie, va adeguato ai tempi. E l'esigenza si lega anche alla necessità di favorire l'occupazione femminile

Giorgetti: ISEE da aggiornare, per i bonus alle famiglie servono nuovi parametri

Il calcolo dell’ISEE va aggiornato: servono nuovi parametri per adeguare ai tempi l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che si utilizza per riconoscere i bonus alle famiglie, dall’assegno unico alla carta dedicata a te. Ed è stato già istituito un tavolo tecnico per mettere a punto una riforma.

Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti durante l’audizione sulla transizione demografica che si è tenuta questa mattina, 18 giugno, alla Camera dei Deputati, legando questa esigenza anche alla necessità di intervenire sull’occupazione femminile.

Il lavoro delle donne e dei giovani, infatti, si lega a doppio filo con il tema della denatalità ma anche, come ha sottolineato la Banca d’Italia, nel calcolo dell’ISEE ci sono delle distorsioni di genere che ostacolano la partecipazione femminile.

ISEE verso la riforma, Giorgetti: il parametro per i bonus alle famiglie va aggiornato

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente si calcola su una serie di dati anagrafici, patrimoniali e reddituali di tutti i componenti del nucleo familiare ed è utilizzato sia per verificare la possibilità di accedere a una serie di bonus che per determinare la portata dell’agevolazione.

Dall’assegno unico al bonus asilo nido, rappresenta la chiave di accesso e lo strumento di calcolo della maggior parte delle misure di sostegno per la genitorialità e, più in generale, per le famiglie.

Le regole per determinare il valore ISEE, quindi, sono determinanti e hanno un impatto diretto sui benefici che ogni nucleo familiare può ricevere, anche in relazione al numero di figli o figlie presenti. Ed è per questo che, come ha sottolineato il Ministro Giorgetti, anche le modalità di calcolo dell’Indicatore sono centrali nella strategia che il Governo dovrà portare avanti per contrastare la denatalità.

“A distanza di 12 anni alcuni parametri potrebbero essere non più idonei a misurare l’effettiva situazione delle famiglie in un contesto profondamente trasformato.

Un indicatore correttamente aggiornato contribuirà a fornire nuove indicazioni e spunti per migliorare l’efficacia di strumenti a sostegno della famiglia, l’assegno unico e altre misure di contrasto alla povertà”.

Ha detto il numero uno di via XX Settembre.

Non sono solo intenzioni: è già stato istituito presso la presidenza del Consiglio dei Ministri un tavolo tecnico per valutare modifiche alla legislazione vigente in materia di ISEE.

L’intenzione di procedere con una riforma, infatti, era stata già anticipata all’inizio del 2024 al termine dell’incontro tra la viceministra al Lavoro Maria Teressa Bellucci, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo e il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Adriano Bordignon.

ISEE da aggiornare: da rivedere anche le regole di calcolo che penalizzano le donne

E se, come ha ribadito in più passaggi lo stesso Giorgetti, il futuro (demografico, e non solo) dell’Italia dipende anche dall’incremento dell’occupazione giovanile e femminile, il cantiere delle nuove regole ISEE dovrà partire proprio dall’eliminazione delle distorsioni di genere che caratterizzano il calcolo.

Sul tema ha acceso i riflettori anche la Banca d’Italia con lo studio pubblicato a giugno 2023 Women, labour markets and economic growth. Nel calcolo dell’Indicatore utilizzato per accedere e determinare i bonus per le famiglie è prevista una deduzione del reddito da lavoro pari al 20 per cento, che arriva a un massimo di 3.000 euro e che non si modifica nel caso in cui a lavorare in una famiglia siano entrambi i coniugi.

Nel contesto italiano di solito il secondo percettore di reddito all’interno della famiglia è più spesso la donna che, in questo sistema di calcolo, non beneficia di alcuna agevolazione sul reddito da lavoro.

In altre parole, sul primo coniuge che percepisce redditi da lavoro si applica una riduzione, sul secondo invece no, penalizzazione che determina un maggiore incremento dell’Indicatore e, di conseguenza, riduce le possibilità di accedere ai bonus. Più alto è il valore ISEE, infatti, meno benefici si ottengono.

Nello studio della banca d’Italia le modalità di calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente rientrano in un sistema di penalizzazioni che, insieme alla scarsità dei servizi di cura, frenano l’occupazione femminile.

Semplificando, ci sono una serie di fattori che rendono più costoso il lavoro delle donne per le famiglie e nell’economia complessiva familiare ne riducono la convenienza.

Dall’OCSE al Fondo Monetario Internazionale, sono diversi gli alert sulla necessità di eliminare i freni all’occupazione femminile insiti nel sistema di tassazione e agevolazioni previste in Italia.

ISEE da aggiornare, ma anche il Fisco non è esente da distorsioni di genere

Dalle dichiarazioni del Ministro Giancarlo Giorgetti un primo possibile passo sembra riguardare proprio le regole di calcolo dell’ISEE e la necessità di adeguare il calcolo a un contesto familiare che è diverso da quello di 13 anni fa.

Al contrario, invece, portare il Fisco su una dimensione di parità di genere non sembra essere una strada attualmente percorribile.

“Per perseguire obiettivi quali l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, difficilmente potremo operare solo mediante leva fiscale, attraverso una riduzione delle aliquote marginali”.

Ha detto il Ministro Giorgetti toccando, poi, un altro punto importante.

“Il prelievo fiscale, per sua natura, è neutrale rispetto al genere”, un’affermazione corretta, ma da contestualizzare.

Il sistema di tassazione italiano, che è basato sull’individuo e non sulla famiglia, dovrebbe garantire la neutralità, ma la maggior parte delle agevolazioni, fiscali e non, sono legate al nucleo familiare, una caratteristica che rende il Fisco italiano neutro solo sulla carta.

“Possono essere previste alcune specifiche detrazioni che indirettamente influenzano l’offerta di lavoro femminile”, conclude sul tema Giorgetti. Ed è vero anche questo, ma attualmente, anche gli sconti d’imposta previsti dalla normativa agiscono nel senso contrario.

Lo dimostra la detrazione per il coniuge a carico che, nelle ultime raccomandazioni di fine maggio, il Fondo Monetario Internazionale ha invitato ad eliminare proprio per favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

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