Online più di 430 interpelli dall’Agenzia delle Entrate: la giungla normativa e il prezzo da pagare

Rosy D’Elia - Fisco

Sul portale dell'Agenzia delle Entrate, nei primi 9 mesi dell'anno, sono stati già pubblicati più di 430 interpelli: la normativa fiscale è una giungla e il prezzo da pagare è alto per i contribuenti che si muovono nel dubbio e per l'amministrazione finanziaria chiamata a fornire le risposte. La soluzione è nella riforma fiscale?

Online più di 430 interpelli dall'Agenzia delle Entrate: la giungla normativa e il prezzo da pagare

L’attività di consulenza dell’Agenzia delle Entrate nel 2022 ha prodotto quasi 18.000 documenti. Dal 2018 ogni giorno sul portale istituzionale compaiono nuove risposte agli interpelli che i contribuenti e gli addetti ai lavori possono consultare.

Dal 1° gennaio sono già più di 430 i documenti messi a disposizione online che rispondono ai dubbi sull’applicazione della normativa fiscale.

Le cifre indicano la difficoltà di orientarsi tra le regole in vigore di cittadini e cittadine, ma anche di imprese, grandi e piccole, e talvolta anche di enti pubblici, con un alto prezzo da pagare sia per chi pone le domande che per chi è chiamato a rispondere.

Ma per il Fisco è tempo di riforma e l’obiettivo è quello di fare ordine, riducendo la necessità di chiarimenti ad hoc, e introducendo il pagamento di un contributo quando vengono richiesti.

Dall’Agenzia delle Entrate continue risposte agli interpelli: la normativa fiscale è una giungla

Lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha definito in più occasioni la normativa tributaria una giungla. A fare da guida nel panorama fitto e intricato delle regole fiscali è chiamata proprio l’Agenzia che dirige.

Dal regime forfettario, ormai consolidato nel sistema fiscale italiano, alle misure emergenziali, il percorso dalla teoria alla pratica non è sempre così lineare.

E se è vero che la norma non può tracciare la strada in maniera chiara per le infinità di situazioni possibili è anche vero che la formulazione dei testi, la loro riscrittura, le continue modifiche spesso rendono illeggibili anche le istruzioni per l’uso da seguire in casi standard.

All’esigenza di fare chiarezza risponde l’articolo 11 della legge numero 212 del 2000 che consente al contribuente di “interpellare l’amministrazione per ottenere una risposta riguardante fattispecie concrete e personali.

Lo statuto dei diritti del contribuente sancisce e tutela il diritto all’interpello che risponde a una logica semplice: chi domanda non fa errori.

Ma l’attività di consulenza dell’Agenzia delle Entrate sembra dimostrare che i dubbi sono più forti delle certezze.

Novità per le risposte agli interpelli nella riforma fiscale: chi paga il prezzo dell’incertezza normativa?

Nel 2022 tra circolari, risoluzioni e risposte all’interpello l’Amministrazione finanziaria è intervenuta 17.848 volte per fare luce sul panorama normativo fiscale: una media di 50 chiarimenti al giorno.

D’altronde quotidianamente l’Agenzia delle Entrate aggiorna la pagina web dedicata alla pubblicazione delle risposte agli interpelli: per il 2023 è stata già superata quota 430.

AnnoInterpelli pubblicati
2019 538
2020 643
2021 897
2023 597

Anche considerando solo i chiarimenti che sono stati resi pubblici negli ultimi anni, emerge con forza la necessità continua di sciogliere i nodi che rendono inaccessibile la normativa e la sua persistenza nel tempo, acuita dai periodi emergenziali.

Le ricadute negative sui contribuenti e il forte impatto sul lavoro dell’Amministrazione finanziaria che derivano da un Fisco ermetico sono questioni che non possono essere più rimandate.

Non a caso riordinare e rendere più chiara la normativa è uno dei macro obiettivi della riforma fiscale, su cui il Governo sta lavorando, e la riscrittura dei Testi Unici è stata affidata proprio all’Agenzia delle Entrate. E non a caso “razionalizzare la disciplina dell’interpello” rientra tra i princìpi e criteri direttivi per la revisione dello statuto dei diritti del contribuente.

Come? Da un lato rendendo sempre meno necessario il ricorso alla richiesta di chiarimenti ad hoc, mettendo a disposizione tra l’altro soluzioni di intelligenza artificiale, dall’altro introducendo anche il pagamento di un contributo per ottenere le istruzioni dall’Amministrazione finanziaria.

La strada per arrivare a questa razionalizzazione, però, passa senza dubbio dalla capacità di man etere la promessa di una maggiore chiarezza normativa: altrimenti il prezzo dell’incertezza, figurato e non, resta solo sui contribuenti.

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