Fattura elettronica da luglio 2018: via libera dell’UE

Fattura elettronica obbligatoria per il settore carburanti da luglio 2018 e a partire dal 1° gennaio 2019 per tutte le operazioni tra privati. Arriva il sì dell'Unione Europea alle novità introdotte dall'Italia.

Fattura elettronica da luglio 2018: via libera dell'UE

Fattura elettronica obbligatoria dal 1° luglio 2018 e fino al 31 dicembre 2021: l’Italia ottiene il via libera da parte dell’Unione Europea.

La decisione di esecuzione UE 2018/593 datata 16 aprile 2018, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 19 aprile autorizza l’Italia ad introdurre la misura speciale di deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto.

In sostanza, in base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2018, l’Italia potrà ufficialmente introdurre dal 1° luglio 2018 per il settore carburanti e dal 1° gennaio 2019 per tutte le operazioni tra privati l’obbligo di fatturazione elettronica.

L’autorizzazione viene concessa in via temporanea fino al 31 dicembre 2021 e le fatture elettroniche viaggeranno tramite il sistema SdI. L’obiettivo è ridurre i fenomeni di evasione IVA e di facilitare la riscossione dell’imposta.

Fattura elettronica obbligatoria da luglio 2018: l’UE approva

L’Unione Europea ha detto sì alla richiesta dell’Italia di derogare a quanto previsto dalla direttiva UE in materia di IVA: l’Italia potrà introdurre già dal 1° luglio 2018 l’obbligo di fatturazione in modalità elettronica.

Nella decisione del 16 aprile 2018 è disposto che, in deroga a quanto previsto dall’articolo 218 della direttiva 2006/112/CE l’Italia potrà accettare come fatture documenti o messaggi in solo formato elettronico emessi da soggetti passivi stabiliti sul territorio italiano.

L’obbligo di fattura elettronica non si applicherà ai soggetti che beneficiano della franchigià per le piccole e medie imprese prevista dall’articolo 282 della direttiva IVA.

In deroga a quanto previsto, invece, dall’articolo 232 della direttiva UE, l’Italia non dovrà ottenere l’accordo preventivo del destinatario per l’emissione e l’uso delle fatture elettroniche, eccetto, ancora una volta, i casi in cui si tratti di soggetti passivi IVA che beneficiano della franchigia per le PMI.

L’obbligo di fatturazione elettronica e l’autorizzazione dell’UE in deroga al regolamento comunitario sarà, tuttavia, limitato nel tempo: dal 1° luglio 2018 e fino al 31 dicembre 2021. Difficile, però, pensare che se la rivoluzione in materia di IVA dovesse andare a buon fine l’Italia deciderà di tornare all’analogico.

Fattura elettronica obbligatoria: si parte dal 1° luglio 2018

Si partirà dal 1° luglio 2018, quando la fattura elettronica diventerà obbligatoria per l’acquisto di carburanti (con importanti modifiche e novità ai fini di deduzioni e detrazione IVA per professionisti ed imprese) fino ad arrivare al 1° gennaio 2019 quando le fatture di tutte le operazioni B2B dovranno transitare tramite lo SdI.

Per l’Italia l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria, grande novità fiscale della Legge di Bilancio 2018, consentirebbe all’amministrazione tributaria di acquisire in tempo reale le informazioni contenute nelle fatture emesse e ricevute dagli operatori.

Controllo tempestivi ed automatici, dunque, su coerenza di importi IVA dichiarati e versati.

Nella richiesta di autorizzazione alla deroga trasmessa dall’Italia all’UE a settembre 2017 si legge che:

L’Italia ritiene che l’introduzione di un obbligo generalizzato di fatturazione elettronica risulterebbe di aiuto nella lotta alla frode e all’evasione, imprimerebbe un impulso alla digitalizzazione, e semplificherebbe la riscossione delle imposte.

Una certezza che, tuttavia, dovrà fare i conti con la scarsa propensione alla digitalizzazione delle imprese italiane e con i notevoli problemi riscontrati nella stessa capacità di gestione dei dati inviati in modalità telematica da parte dell’Agenzia delle Entrate (basti pensare allo spesometro).

Una misura che, almeno sulla carta, è definita come limitata nel tempo e nell’applicazione ma che nella realtà rappresenta il primo passo verso una digitalizzazione obbligata per tutte le partite IVA che operano in Italia.

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