Detrazione IVA, nota ANC e Confimi: nuova denuncia alla commissione UE

Tommaso Gavi - IVA

Detrazione IVA, la nota congiunta ANC e Confimi del 9 marzo 2020 comunica la denuncia alla Commissione dell'Unione europea. Oggetto della questione le situazioni legate alla fatturazione elettronica di fine anno per soggetti che cessano l'attività il 31 di dicembre. Le violazioni contestate sono il principio di equivalenza e neutralità.

Detrazione IVA, nota ANC e Confimi: nuova denuncia alla commissione UE

Detrazione IVA, con la nota congiunta del 9 marzo 2020 ANC e Confimi rendono noto di aver inviato una missiva alla Commissione dell’Unione europea per denunciare la violazione del principio di equivalenza e neutralità.

Oggetto della denuncia sono le fatture di fine anno: con l’obbligo di fatturazione elettronica, il possesso di tali fatture si concretizza nel nuovo anno e ci sono situazioni in cui si verificano violazioni.

È il caso di soggetti che hanno cessato l’attività il 31 dicembre del 2019: potrebbe verificarsi la violazione del principio di effettività del diritto o quello di proporzionalità nel caso di soluzioni che prevedano il rimborso anomalo.

Detrazione IVA, la nota congiunta di ANC e Confimi: nuova denuncia alla commissione UE

L’oggetto della missiva inviata da ANC e Confimi alla Commissione dell’Unione europea sono le detrazioni IVA.

A renderlo noto è la nota congiunta del 9 marzo 2020.

ANC - Confimi - Comunicato stampa congiunto del 9 marzo 2020
Detrazione IVA: inviata nuova denuncia alla commissione UE. Chiediamo, senza eccezioni, il rispetto dei principi su cui si fonda l’imposta.

I principi che sarebbero violati sono quello di equivalenza e quello di neutralità. Le situazioni prese in considerazione sono collegate alle fatture di fine anno. Con l’obbligo di fatturazione elettronica il possesso inequivocabilmente si perfeziona nei primi giorni del nuovo anno.

Per i soggetti che hanno cessato l’attività il 31 dicembre 2019, oltre ai principi citati si violerebbero anche quelli di effettività del diritto o comunque del principio di proporzionalità nei casi in cui vengono ipotizzate soluzioni attraverso istanze di rimborso anomalo.

Situazione che diventa ancora più complicata nel caso di inversione contabile.

La norma in questione, come spiega il comunicato, è l’articolo 1, comma 1, del D.P.R. 23 marzo 1998, n. 100, come modificato dall’art. 14, comma 1, del D.L. 23 ottobre 2018, n. 119 convertito in legge, con modificazioni, dalla L. 17 dicembre 2018, n. 136.

Nello specifico la parte che recita: “fatta eccezione per i documenti di acquisto relativi ad operazioni effettuate nell’anno precedente”.

La Commissione si era già espressa a maggio 2017, in occasione della denuncia presentata, non riconoscendo un contrasto della legge citata e della retro imputabilità al mese di effettuazione delle fatture passive il cui possesso si perfeziona in tempo utile per la liquidazione.

ANC e Confimi spiegano così le proprie ragioni:

“Quello che non è comprensibile è che, per l’effetto della citata eccezione, questo principio funzioni per la norma nazionale solamente 11 mesi su 12. Non vi sono motivi, infatti, se non quelli iniquamente riconducibili al fatto che l’Erario punta a far temporaneamente cassa giocando sulle differenze temporanee dei flussi; il principio di neutralità vieta però che l’Iva gravi sugli operatori intermedi poiché l’Iva è un’imposta sui consumi che deve gravare solo sui consumatori finali.”

Detrazione IVA, ANC e Confimi: i dettagli del comunicato congiunto

Nel comunicato congiunto ANC e Confimi di denuncia alla Commissione europea in relazione alle detrazioni IVA si legge dei tentativi di intervento di supporto al legislatore.

Nella nota si legge quanto segue:

“Abbiamo responsabilmente atteso anche la conversione del D.L. 30 dicembre 2019, n. 162 (decreto milleproroghe) ma nulla di fatto: anche l’emendamento 4.024 al disegno di legge C.2325 di conversione del “milleproroghe”, che proponeva di abrogare detta eccezione, è stato infatti dichiarato “inammissibile” per veti superiori”.

Gli autori della missiva sottolineano le possibili violazioni di principi costituzionali, già evidenziate in occasioni precedenti:

“Si tratta di una situazione palesemente irrazionale che a nostro giudizio viòla anche principi di matrice costituzionale quali quello di proporzionalità, ragionevolezza ed equità. Purtroppo l’esperienza italiana insegna che è poco proficuo confidare ed invocare il rispetto di detti principi e pertanto, come annunciato lo scorso gennaio, abbiamo nostro malgrado ritenuto necessario adire nuovamente la Commissione UE nell’auspicio di richiami sovrannazionali al rispetto dei principi su cui si fonda l’imposta.”

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