Coronavirus, uffici Agenzia delle Entrate con ingresso limitato, misura adeguata?

Alessio Mauro - Pubblica Amministrazione

Coronavirus, uffici Agenzia delle Entrate con ingresso limitato nel Lazio. Mentre in tutto il territorio la vita quotidiana segue il suo corso ordinario, dalle scuole ai bar, la Direzione Regionale scrive ai professionisti per ridurre il numero degli accessi fisici. Esempio di una misura adeguata o di una linea rigida e contraddittoria della Pubblica Amministrazione?

Coronavirus, uffici Agenzia delle Entrate con ingresso limitato, misura adeguata?

Coronavirus, uffici Agenzia delle Entrate con ingresso limitato nel Lazio. Nella Regione la vita quotidiana segue il suo corso ordinario: le attività commerciali sono aperte, così come le scuole, i bar, i locali notturni.

Ma la Direzione regionale scrive ai presidenti degli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dei Consigli notarili, dei Consigli provinciali dei consulenti del lavoro, al Referente regionale dell’Associazione tributaristi italiani e al Coordinatore regionale Associazione Nazionale Consulenti Tributari per “ridurre il numero degli accessi fisici” negli uffici.

Una misura adeguata o una linea rigida e contraddittoria? La Pubblica Amministrazione limita gli ingressi anche nelle zone non colpite direttamente dall’emergenza sanitaria.

Ma, anche stando alle ultime disposizioni del governo, fuori dagli uffici e lontano dai territori maggiormente colpiti, non dovrebbero esserci limitazioni particolari.

Coronavirus, uffici Agenzia delle Entrate con ingresso limitato nel Lazio, misura adeguata?

All’emergenza coronavirus gli uffici della Pubblica Amministrazione rispondono con una linea di chiusura. Ma la domanda sorge spontanea: è utile davvero e dappertutto?

“Gentili Presidenti,
nell’ambito delle misure di contenimento della diffusione della sindrome COVID – 19, è necessario ridurre il numero degli accessi fisici presso gli uffici dell’Agenzia per consentire un’ordinata gestione dei flussi di utenza ed evitare la concentrazione di un rilevante numero di persone negli uffici.

Perciò, questa Direzione regionale chiede la vostra collaborazione nell’incentivare gli iscritti all’utilizzo dei servizi telematici (canale CIVIS, RLI e SuccessioniOnLine) e a recarsi presso gli uffici Controlli e gli uffici Legali esclusivamente a seguito di convocazione da parte degli stessi”.

Con queste parole, la Direzione Regionale del Lazio si rivolge ai professionisti scoraggiando la presenza negli uffici e incoraggiando l’utilizzo dei servizi telematici.

Agenzia delle Entrate, Direzione Regionale del Lazio - Comunicazione attività uffici territoriali, emergenza coronavirus
Limitazione degli accessi ai front-office degli uffici territoriali della regione in conseguenza della sindrome COVID - 19.

Nel Dpcm del presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo le indicazioni da seguire per gli uffici pubblici sono molto meno rigide delle decisioni della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate del Lazio.

Nella nota pubblicata al termine del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio le raccomandazioni del governo:

  • nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione rese note dal Ministero della salute.
  • nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per il lavaggio delle mani.

Coronavirus, uffici Agenzia delle Entrate con ingresso limitato nel Lazio e la linea discontinua della Pubblica Amministrazione

Prevenzione e informazione: questo l’approccio del Governo fuori dalle zone non direttamente colpite.

Un conto è prevenire con particolari e adeguate norme di igiene, un altro conto è limitare gli accessi alle strutture: una linea decisamente più rigida, e probabilmente inefficace.

Difficile, infatti, stabilire quale sia il “numero rilevante di persone” che possa determinare il rischio di contagio. E soprattutto singolare pensare che isolare parzialmente le strutture territoriali della Pubblica Amministrazione possa ridurre l’impatto dell’emergenza Coronavirus, se fuori dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate o di qualsiasi altro ente tutto scorre seguendo il suo corso ordinario.

Se può essere rischioso mettersi in fila per sbrigare una pratica, lo è anche stare al bancone di un bar in attesa di un caffè, salire su un autobus affollato o passare una serata in discoteca. Tutte attività possibili fuori dai confini delle zone maggiormente colpite dall’emergenza.

La linea rigida degli uffici della Pubblica Amministrazione appare come una contraddizione, ancora di più se “consentire un’ordinata gestione dei flussi di utenza” vuol dire che all’interno delle quattro mura delle strutture territoriali la “concentrazione di un rilevante numero di persone” è da evitare ma che all’esterno bisogna mettersi in fila, fianco a fianco, per poter entrare e svolgere le procedure necessarie alla professione.

La decisione della Direzione regionale del Lazio dell’Agenzia delle Entrate non è un caso isolato. In altre Regioni, ad esempio, la campanella delle scuole non è suonata in questi giorni, in alcuni casi su singola iniziativa del Dirigente scolastico, mentre tutto il resto della quotidianità proseguiva senza limitazioni particolari.

L’emergenza coronavirus ha determinato una serie di paradossi determinati dalla discontinuità dei rapporti tra Governo, Regioni ed enti territoriali, proprio nel momento in cui le decisioni, più o meno rigide in base al territorio, sarebbero dovute essere quantomeno coordinate e coerenti.

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