Contributi a fondo perduto, professionisti esclusi. Nel decreto Rilancio solo il bonus 600 euro

Anna Maria D’Andrea - Ordini e casse professionali

Contributo a fondo perduto, professionisti definitivamente esclusi: il testo del decreto Rilancio lascia fuori gli iscritti alle Casse private, che potranno contare solo sul rifinanziamento del bonus di 600 euro. Le novità nel decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020.

Contributi a fondo perduto, professionisti esclusi. Nel decreto Rilancio solo il bonus 600 euro

Niente contributo a fondo perduto per i professionisti: sono ufficialmente esclusi i titolari di partita IVA iscritti alle Casse private.

Commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, solo per citarne alcuni, non potranno accedere al contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio. Un’esclusione esplicita, prevista dall’articolo 25 del decreto legge n. 34/2020, che penalizza il mondo delle libere professioni.

I professionisti iscritti alle Casse di previdenza di categoria potranno contare sul bonus di 600 euro, riconosciuto sia per aprile che per maggio 2020, ma bisognerà attendere la pubblicazione del decreto attuativo entro 60 giorni.

Contributi a fondo perduto, professionisti esclusi. Nel decreto Rilancio solo il bonus 600 euro

L’esclusione dei professionisti dalla possibilità di richiedere il contributo a fondo perduto è prevista dal comma 2 dell’articolo 25 del decreto Rilancio n. 34/2020.

Non potranno fare domanda i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza, per i quali è prevista la possibilità esclusivamente di richiedere il bonus di 600 euro finanziato dal Fondo per il reddito di ultima istanza, per il quale la dotazione passa da 300 milioni a 1.150 milioni.

Così come previsto dal decreto Cura Italia, anche il decreto Rilancio rimanda ad un decreto attuativo, da emanarsi entro 60 giorni, per la definizione di requisiti e regole per poter accedere al reddito di ultima istanza, la cui gestione sarà affidata alle singole casse di previdenza.

Al netto del rifinanziamento del fondo residuale, chiamato a tutelare i professionisti danneggiati dall’emergenza Covid-19, l’esclusione del contributo a fondo perduto presenta notevoli criticità ed ha portato ad un’aspra reazione da parte del mondo delle libere professioni.

Una beffa secondo i commercialisti che chiedono ora interventi di modifica durante l’iter di conversione in legge del decreto n. 34/2020.

Appare infatti evidente che l’accesso al contributo a fondo perduto, seppur con i vari paletti previsti, sarebbe stato molto più conveniente per i professionisti, rispetto al bonus di 600 euro (che, tra l’altro, non è chiaro se verrà incrementato fino a 1.000 euro così come previsto per gli iscritti all’INPS).

Contributo a fondo perduto, i professionisti esclusi chiedono modifiche al decreto Rilancio

Il malcontento dei professionisti è forte, come dimostra il comunicato congiunto diramato il 19 maggio 2020 dalle associazioni dei commercialisti ADC - AIDC - ANC - ANDOC - FIDDOC - SIC - UNAGRACO - UNGDCEC - UNICO.

L’esclusione dei professionisti con Cassa autonoma (tra cui Dottori Commercialisti, Medici, Ingegneri, Avvocati) riguarda più di un milione di partite IVA, ed il malcontento è evidente anche dai commenti pubblicati sui social dalle diverse categorie.

L’auspicio è che ora sia il Parlamento, nel corso dell’iter di conversione del decreto Rilancio, a correggere la norma, eliminando la discriminazione contenuta nel decreto Rilancio per i professionisti con Cassa.

In caso contrario, i commercialisti anticipano che saranno valutate le iniziative da intraprendere per denunciare un’esclusione che presenta profili di incostituzionalità.

AIDC - comunicato stampa congiunto 19 maggio 2020
Commercialisti: «Professionisti con cassa autonoma esclusi dai soggetti beneficiari del contributo di sostegno al reddito, valuteremo le opportune iniziative da intraprendere»

Per i professionisti resta il bonus di 600 euro, con alcune novità. Cosa cambia con il decreto Rilancio

Stando a quanto dichiarato dai commercialisti e considerando il profondo malcontento manifestato da tutti i professionisti con Cassa, è evidente che la partita non si chiude certo con la pubblicazione del testo del decreto Rilancio.

L’iter parlamentare per la conversione in legge sarà quindi il primo banco di prova per la proposta di modifiche in ottica inclusiva, ma per il momento resta la possibilità di accedere al bonus di 600 euro.

Modificando quanto previsto dal decreto Cura Italia e dal decreto Liquidità, il DL n. 34 del 19 maggio 2020 riconosce il bonus di 600 euro ai professionisti con Cassa anche per aprile e maggio 2020.

I fondi a copertura del reddito di ultima istanza salgono ad 1.150 milioni di euro; le disposizioni attuative sono rimandate ad un decreto interministeriale, da adottare entro il termine di 60 giorni.

L’articolo 78 del decreto Rilancio prevede inoltre due novità. Il bonus per i professionisti con Cassa non potrà essere richiesto:

  • dai titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
  • dai titolari di pensione.

Da definire i requisiti reddituali, così come l’importo del bonus. Al pari di quanto previsto per i titolari di partita IVA iscritti all’INPS, si auspica in un incremento dell’importo riconosciuto ai tanti professionisti con cassa che, a causa dell’emergenza coronavirus, hanno subito una riduzione delle proprie entrate.

Un auspicio per il quale non resta che attendere.

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