Contratti di sviluppo, dal MISE due nuovi decreti in arrivo per i progetti green

Tommaso Gavi - Incentivi alle imprese

Contratti di sviluppo, in arrivo due decreti MISE per i progetti green. Oltre 100 progetti a cui saranno destinati 2 miliardi di euro: 1,5 ai contratti di sviluppo e 500 milioni di euro per il rilancio industriale. Si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Contratti di sviluppo, dal MISE due nuovi decreti in arrivo per i progetti green

Contratti di sviluppo, dal MISE due nuovi decreti in arrivo per i progetti green.

Due miliardi di euro le risorse a disposizione per finanziare oltre 100 progetti legati alle industrie che riducono le emissioni di anidride carbonica e i consumi di energia.

Lo rende noto la notizia pubblicata sul portale istituzionale del Ministero il 25 agosto 2022.

Un decreto definisce la destinazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC 2021-2027), assegnati dal Cipees al MISE, per finanziare ulteriori 101 progetti per l’80 per cento nel Mezzogiorno e per il 20 per cento nel Centro Nord.

Le risorse destinate ai contratti di sviluppo ammontano a 1,5 miliardi di euro mentre quelle relative a nuovi progetti per il rilancio industriale si attestano a 500 milioni di euro.

Contratti di sviluppo, dal MISE due nuovi decreti in arrivo per i progetti green

Sui contratti di sviluppo e sui progetti green arrivano due nuovi decreti del Ministero dello Sviluppo economico.

Nella notizia pubblicata sul sito ufficiale del Ministero il 25 agosto 2022 viene sottolineato quanto di seguito riportato:

“Rafforzate le linee di intervento dei contratti di sviluppo per sostenere gli investimenti delle imprese su tutto il territorio nazionale e i progetti industriali che, attraverso l’elettrificazione dei processi produttivi e l’utilizzo di idrogeno, consentano di ridurre le emissioni di CO2 e i consumi di energia.”

Con i provvedimenti del MISE viene indirizzato l’utilizzo dei 2 miliardi di euro per il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC 2021-2027), assegnati dal Cipees al Ministero stesso.

Verranno finanziati, nel complesso, 101 progetti in varie aree italiane:

  • l’80 per cento nel Mezzogiorno;
  • il 20 per cento nel Centro Nord.

I contratti di sviluppo potranno contare su risorse per 1,5 miliardi di euro mentre i progetti per il rilancio industriale riceveranno una dotazione di 500 milioni di euro, in base a quanto previsto dalla normativa europea.

Contratti di sviluppo, nuove risorse con il Decreto Aiuti bis e semplificazioni

Alle risorse precedentemente stanziate si sono aggiunte anche quelle previste nel Decreto Aiuti bis.

Per raggiungere la finalità di sbloccare nuovi progetti sono stati previsti ulteriori finanziamenti per i prossimi anni:

  • per l’anno in corso, 40 milioni di euro;
  • 400 milioni di euro per il 2023;
  • 12 milioni di euro per ciascuno degli anni compresi tra il 2024 e il 2030.

I provvedimenti approvati dal MISE intendono anche introdurre semplificazioni sull’iter per la concessione delle agevolazioni alle imprese, il cosiddetto fast-track.

In merito il Ministro Giancarlo Giorgetti ha dichiarato quanto segue:

“Abbiamo visto che i contratti di sviluppo hanno un impatto positivo e altamente produttivo per la nostra industria. Per questa ragione come Mise abbiamo investito moltissimo su questo strumento chiedendone più volte il rifinanziamento. I contratti di sviluppo mettono in moto un percorso virtuoso che vede il moltiplicarsi degli investimenti privati incentivati dalle agevolazioni finanziarie con ricadute positive anche per la finanza pubblica. Ritengo che gli accordi di sviluppo, anche in futuro, rappresentino una strada fondamentale per la nostra economia e per l’innovazione dell’industria italiana che può diventare sempre più competitiva”.

Oltre al primo decreto, che stabilisce la destinazione delle risorse, il MISE ha firmato anche un ulteriore decreto per applicare il temporary framework ai contratti di sviluppo.

Tale misura prevede un regime agevolato in materia di aiuti di Stato per i soggetti di imprese che permettono una riduzione delle emissioni di CO2 delle attività industriali basate sui combustibili fossili.

Il regime in questione potrà essere adottato anche nei casi in cui verrà realizzata una riduzione del consumo di energia nelle attività e nei processi industriali.

Nel complesso dovrà essere realizzata:

  • una riduzione di almeno il 40 per cento delle emissioni dirette di gas a effetto serra, tramite elettrificazione dei processi produttivi o utilizzo di idrogeno rinnovabile e elettrolitico (in sostituzione dei combustibili fossili);
  • una riduzione di almeno il 20 per cento del consumo di energia.

La scadenza delle domande sarà indicata in un successivo provvedimento, mentre i decreti sono stati inviati alla Corte dei Conti per la registrazione.

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