Cessione del quinto: il prestito personale destinato a dipendenti e pensionati

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La cessione del quinto è un prestito personale dedicato a dipendenti e pensionati. Come funziona, quanto si può richiedere e come valutare le opzioni migliori

Cessione del quinto: il prestito personale destinato a dipendenti e pensionati

La cessione del quinto è un prestito personale a tasso fisso destinato a due specifiche categorie di soggetti: dipendenti (sia pubblici che privati) e pensionati.

Questa tipologia di finanziamento, che viene proposta sia da società finanziarie che da banche, è specificamente prevista dal nostro ordinamento giuridico (D.P.R. del 5 gennaio 1950 e successive modifiche).

Pur rientrando nella generica categoria dei cosiddetti prestiti personali non finalizzati (ovvero non destinati all’acquisto di uno specifico bene o servizio), ha caratteristiche sui generis che vale la pena conoscere più a fondo.

La richiesta di questo particolare tipo di finanziamento può essere fatta recandosi presso una filiale di una banca o di una finanziaria oppure, più comodamente, esistono tanti istituti di credito che permettono di fare una cessione del quinto direttamente online.

Cessione del quinto: perché si chiama così?

La denominazione “cessione del quinto” fa riferimento al fatto che le rate mensili di rimborso non possono avere un importo superiore a un quinto (cioè il 20%) dello stipendio o della pensione netti. Il 20% è una percentuale che il legislatore ha ritenuto ragionevole per un debitore diligente.

Come funziona il rimborso delle rate nella cessione del quinto?

Nella maggior parte dei casi, i rimborsi dei prestiti personali vengono effettuati tramite addebiti mensili sul conto corrente intestato al debitore. Nel caso della cessione del quinto, il funzionamento è del tutto diverso.

Infatti, le rate non vengono addebitate sul conto corrente del debitore, ma sono il datore di lavoro o l’ente previdenziale che provvedono a effettuare a monte una trattenuta che corrisponde alla rata specificata sul piano di ammortamento; l’importo trattenuto sarà poi girato alla banca o alla finanziaria.

Di fatto, il debitore, al momento di incassare lo stipendio o la pensione, riceverà un importo decurtato della rata.

La cessione del quinto è una cessione pro solvendo: ciò significa che se il datore di lavoro o l’ente previdenziale sono inadempienti, sarà il debitore a risponderne.

Quanto si può richiedere con la cessione del quinto? E qual è la durata del finanziamento?

Ogni istituto di credito ha specifiche proposte, ma, solitamente, con la cessione del quinto è possibile richiedere fino a 75.000 euro. Si deve però precisare che la cifra massima concessa è legato a diverse variabili: ammontare dello stipendio o della pensione, tipo di contratto lavorativo, anzianità lavorativa, TFR accumulato, età del richiedente (che non può mai essere inferiore ai 18 anni e, di solito, non superiore agli 85 anni al termine del prestito).

Riguardo alla durata, tipicamente si va da un minimo di 2 anni a un massimo di 10.

Quali documenti vengono richiesti?

Come per qualsiasi altro prestito, anche quando si richiede la cessione del quinto è necessario presentare alcuni documenti.

Tra quelli principali si ricordano quello d’identità (carta d’identità o passaporto), tessera sanitaria (che riporta il codice fiscale), copie delle ultime due buste paga (nel caso di dipendenti) o degli ultimi due cedolini della pensione (nel caso di pensionati), copia dell’ultima Certificazione Unica (che attesta i redditi da lavoro o da pensioni ricevuti nell’anno precedente).

Nel caso dei pensionati vengono richiesti anche il modello OBIS-M (certificato di pensione, che riassume le principali informazioni sulla pensione) e il certificato di quota cedibile.

Cos’è il certificato di quota cedibile?

Vale la pena di soffermarsi sulla questione del certificato di quota cedibile. Si tratta di un documento che viene rilasciato dall’ente previdenziale (principalmente l’INPS) che certifica l’importo massimo della pensione che può essere utilizzato ai fini di una richiesta di cessione del quinto.

A questo proposito può essere utile fare un esempio pratico premettendo che, per quanto riguarda il 2025, l’importo minimo della pensione netta stabilito dall’INPS è 603,40 euro.

Prendiamo il caso di un pensionato che percepisce una pensione netta di 1.000 euro: potrà ottenere una quota cedibile massima di 200 euro, ovvero un quinto di 1.000; può ottenere l’intera quota perché 1.000 meno 200 dà 800, una cifra che è superiore al tetto minimo stabilito dall’INPS.

Prendiamo invece il caso di un pensionato che ha una pensione netta di 700 euro; un quinto corrisponde a 140 euro; dal momento che 700 meno 140 euro dà 560, una cifra inferiore al minimo stabilito dall’INPS, il pensionato non potrà ottenere l’intera quota (140 euro), ma dovrà limitarsi a una cifra inferiore. Potrebbe per esempio essere possibile un prestito con rate di 80 euro, poiché 700 meno 80 dà 620, importo che supera il tetto minimo.

Con queste restrizioni, il legislatore vuole evitare che il pensionato riceva sul cedolino della pensione un importo inferiore a quello che viene considerato come “minimo vitale”.

Le polizze assicurative

Nel caso della cessione del quinto, la legge obbliga il debitore a stipulare due polizze assicurative: una sul rischio vita e una sul rischio impiego. Quest’ultima non è ovviamente richiesta nel caso di cessione del quinto della pensione.

Le coperture assicurative salvaguardano in primis il creditore e, in caso di premorienza del debitore, anche i suoi eredi.

In linea generale, la cessione del quinto è un tipo di finanziamento che di solito presenta condizioni favorevoli.

La spiegazione è semplice: la cessione del quinto è un finanziamento concesso a percettori di redditi stabili e quindi il suo profilo di sicurezza è mediamente più elevato; ciò spinge spesso gli istituti di credito a praticare condizioni convenienti, anche se è sempre consigliabile effettuare confronti tra le diverse proposte, utilizzando anche i simulatori e i comparatori online.

Cessione del quinto: l’importanza del TAEG

Un dato che vale la pena di prendere in considerazione quando si confrontano le diverse proposte degli istituti di credito è il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). È un indicatore di importanza fondamentale in ogni finanziamento, non soltanto nel caso della cessione del quinto.

Il TAEG, infatti, noto anche come ISC, Indice Sintetico di Costo, è un parametro che evidenzia il costo effettivo di un prestito poiché considera non soltanto gli interessi, ma anche tutte le altre spese.

Quindi, a parità di altre condizioni (per esempio importo richiesto e durata), la proposta più conveniente è in genere quella con il TAEG inferiore.

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