Cessione credito superbonus: via libera anche alle leggi regionali di Lazio e Puglia

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Anche Lazio e Puglia seguono la strada della Basilicata, con l'impegno ad acquistare crediti del superbonus e dei bonus edilizi tramite società controllate. Il governo decide di non impugnare le leggi regionali. Si rafforza la nuova via per lo sblocco dei crediti incagliati

Cessione credito superbonus: via libera anche alle leggi regionali di Lazio e Puglia

Dopo la legge regionale della Basilicata, il Consiglio dei Ministri ha deciso ieri di non impugnare nemmeno le leggi regionali di Lazio e Puglia.

A confermarlo è il comunicato stampa diffuso al termine della riunione dell’Esecutivo del 27 novembre 2023.

Anche per nelle Regioni indicate, gli enti pubblici economici regionali, le società controllate e i soggetti non inclusi nell’elenco delle amministrazioni pubbliche assumono un ruolo attivo nella circolazione dei crediti del superbonus e dei bonus edilizi.

Tale meccanismo permette di superare il divieto all’acquisto delle somme, previsto dal decreto Blocca Cessioni per le Regioni e gli enti locali.

Cessione credito superbonus: via libera anche alle leggi regionali di Lazio e Puglia

Soluzioni al blocco della cessione del credito, per le somme ferme nei cassetti fiscali di contribuenti e imprese a causa dell’assenza di un destinatario, potrebbero arrivare dalle Regioni.

Nel Consiglio dei Ministri di ieri, 27 novembre 2023, l’Esecutivo ha deciso di non impugnare le leggi regionali di Lazio e Puglia.

Entrambe le leggi impegnano gli enti pubblici economici regionali, le società controllate e gli altri soggetti (non inclusi nell’elenco delle amministrazioni pubbliche) all’acquisto dei crediti del superbonus e dei bonus edilizi.

Viene di fatto superato il divieto imposto dal Decreto Blocca cessioni, che vieta l’acquisto da parte di Regioni e enti locali a partire dallo scorso 17 febbraio.

Il ruolo di apripista, al superamento del divieto, spetta alla Regione Basilicata. Già lo scorso 18 settembre il governo aveva deciso di non impugnare la legge regionale che permetteva l’acquisto delle somme da società private controllate dalla stessa Regione.

La decisione di ieri è un’ulteriore conferma della strada già tracciata, che potrebbe portare una boccata d’ossigeno alla questione dei crediti incagliati.

Entrambe le Regioni, Lazio e Puglia, si impegnano a monitorare i trasferimenti dei crediti fiscali mediante appositi portali.

Le somme saranno acquisite ai prezzi di mercato, tramite accordi con banche e gruppi bancari.

Il prezzo di acquisto non potrà chiaramente superare il valore del credito e, nel caso del Lazio, eventuali plusvalenze saranno impiegate per l’acquisto di nuovi crediti.

Cessione credito superbonus: le leggi regionali aiutano ma non risolvono il problema

La decisione del governo di ieri consolida la strada dell’acquisto dei crediti edilizi da parte di società controllate dalle Regioni.

La misura è sicuramente un supporto per contribuenti e imprese che hanno bloccate le somme nei propri cassetti fiscali.

Tuttavia al momento la questione dei crediti incagliati è tutt’altro che risolta e a un passo dalla scadenza del 30 novembre saranno diversi i soggetti destinati a perdere le somme maturate a seguito degli interventi del superbonus.

Entro tale termine, infatti, chi non ha provveduto all’adempimento entro il 31 marzo scorso deve inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate, relativa alla cessione del credito.

La possibilità è prevista grazie all’istituto della remissione in bonis e al pagamento di una sanzione di 250 euro, per ciascuno degli interventi che devono essere comunicati.

Al momento lo sblocco agli acquisti delle somme che può arrivare con le leggi regionali non è previsto per tutti i contribuenti del territorio nazionale. Inoltre gli accordi e le procedure richiedono tempo e, per le somme relative a spese sostenute nello scorso anno o per le rate relative all’annualità 2022 il destino è pressoché segnato.

Gli interventi, tuttavia, potrebbero favorire una ripresa negli acquisti nei prossimi mesi che, almeno per le Regioni che hanno intrapreso questa strada. Nel lungo periodo gli interventi potrebbero quindi contribuire alla soluzione dei crediti incagliati.

Al momento, tuttavia, non è possibile stabilire l’ammontare delle somme bloccate senza una via di uscita.

Dagli ultimi dati, nei cassetti fiscali di imprese e contribuenti sono circa 135 miliardi di euro i crediti non ancora compensati.

Difficile, tuttavia, avere una stima degli importi che non possono essere fruiti in compensazione, come sottolineato anche dalla Sottosegretaria per l’Economia e le Finanze, Lucia Albano, nel corso del question time del 15 novembre 2023 presso la Commissione Finanze della Camera.

Sulla questione si attende un nuovo intervento dell’Esecutivo.

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