Cassa integrazione coronavirus anche per i lavoratori neo assunti

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Cassa integrazione coronavirus anche per gli assunti dal 24 febbraio al 17 marzo 2020. Il testo del DL Liquidità aggiusta il tiro sulla platea di lavoratori che possono avere accesso agli ammortizzatori sociali secondo le regole previste dal DL Cura Italia.

Cassa integrazione coronavirus anche per i lavoratori neo assunti

Cassa integrazione coronavirus anche per gli assunti dal 24 febbraio al 17 marzo 2020. Il periodo si estende per tutelare anche tutti coloro che hanno intrapreso un rapporto di lavoro in piena emergenza sanitaria.

A stabilirlo è l’articolo 41 del DL Liquidità, che aggiusta il tiro sulla platea di lavoratori che possono avere accesso agli ammortizzatori sociali, secondo le regole

Il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 aprile aggiusta il tiro sulla platea di lavoratori che possono avere accesso agli ammortizzatori sociali, secondo le regole previste dal DL Cura Italia.

Su questo fronte, come su altri, il nuovo provvedimento rivede, aggiunge e chiarisce alcuni passaggi delle disposizioni approvate precedentemente.

Cassa integrazione coronavirus anche per i lavoratori neo assunti

Il DL Cura Italia ha introdotto una serie di novità, ed eccezioni, per l’accesso alla cassa integrazione sia ordinaria che in deroga.

In linea generale per la CIG è stata istituita la nuova causale Covid-19 nazionale che permette alle aziende di accedere agli ammortizzatori sociali beneficiando delle regole adottate per far fronte all’emergenza coronavirus, dalle modalità di richiesta semplificate alla possibilità di richiedere il pagamento diretto da parte dell’INPS.

Per quanto riguarda la CIGD, poi, la grande novità è la possibilità di accedere concessa a tutti i datori di lavoro del settore privato, compresi quello agricolo, pesca e del terzo settore, e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, anche se si hanno meno di 5 dipendenti.

Il periodo di cassa integrazione per coronavirus, in entrambi i casi, può arrivare fino a un massimo di 9 settimane, a partire dal 23 febbraio e fino al 31 agosto 2020.

Per beneficiare delle eccezioni previste, però, non solo i datori di lavoro devono rispondere alle caratteristiche indicate nel testo, ma anche i lavoratori.

In entrambi i casi, il DL Cura Italia stabiliva, tra i requisiti fondamentali richiesti ai dipendenti, la necessità di essere già dipendenti dell’azienda richiedente alla data del 23 febbraio.

Proprio su questa data spartiacque interviene il Decreto Liquidità, estendendo la possibilità di includere tra i beneficiari degli ammortizzatori sociali anche coloro che hanno firmato un nuovo contratto in piena emergenza.

Per approfondire le regole della cassa integrazione per coronavirus, è possibile consultare la guida dedicata.

Cassa integrazione coronavirus, via libera anche ai lavoratori assunti dopo il 23 febbraio e fino al 17 marzo 2020

Il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 aprile aggiusta il tiro sulle caratteristiche richieste ai lavoratori per accedere alla cassa integrazione ordinaria e in deroga.

La platea di potenziali beneficiari si amplia e include anche tutti coloro che sono stati assunti dal 24 febbraio al 17 marzo 2020, data di entrata in vigore del DL Cura Italia.

Secondo le regole ordinarie, infatti, ci sarebbe stato un buco di quasi un mese che avrebbe limitato l’accesso alla CIG e alla CIGD.

L’estensione vale 16 milioni di euro, stando alle cifre indicate nel testo ufficiale. L’articolo 41 del DL numero 23 dell’8 aprile 2020 interviene su due articoli del DL Cura Italia per ampliarne la portata:

  • numero 19, Norme speciali in materia di trattamento ordinario di integrazione salariale e assegno ordinario;
  • numero 22, Nuove disposizione per la Cassa integrazione in deroga.

Su quest’ultimo aspetto, poi, il DL Liquidità conclude con una precisazione: le domande di CIGD devono considerarsi esenti dall’imposta di bollo.

Sulla cassa integrazione per coronavirus, come sulla sospensione dei mutui prima casa e su altre misure, quest’ultimo provvedimento approvato è l’occasione utile per modificare e precisare alcuni aspetti delle regole di riferimento rendendo, però, la ricostruzione del quadro normativo di riferimento sempre più complessa.

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