Cashback e lotteria degli scontrini: il 79 per cento dei lettori eliminerebbe almeno uno dei due

Rosy D’Elia - Fisco

Cashback e lotteria degli scontrini: il 79 per cento dei lettori eliminerebbe almeno uno dei due strumenti per recuperare risorse. Non ci sarebbe un grande impatto sulla lotta all'evasione fiscale. È questa la posizione che emerge dal sondaggio condotto sulle due misure del piano Cashless. Sul bonus bancomat il nuovo governo sarebbe già pronto a valutare un passo indietro.

Cashback e lotteria degli scontrini: il 79 per cento dei lettori eliminerebbe almeno uno dei due

Cashback e lotteria degli scontrini, scarificare le due misure per recuperare risorse potrebbe compromettere la nuova strategia di lotta all’evasione fiscale che ha preso vita con il secondo Governo Conte?

Per il 79 per cento dei lettori, che hanno partecipato al sondaggio condotto sul tema dalla redazione di Informazione Fiscale, si potrebbe eliminare almeno uno dei due strumenti del piano Cashless, di questa maggioranza il 18 per cento farebbe a meno di entrambi.

Cashback e lotteria degli scontrini: il 21 percento dei lettori li eliminerebbe entrambi

Nati in tempo di pace e diventati operativi in piena emergenza sanitaria ed economica, i due strumenti hanno reso tangibile il “piano messo a punto dal Governo (ormai non più in carica) per incentivare l’uso di carte e app di pagamento, al fine di modernizzare il Paese e favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente”.

Obiettivo finale della strategia? Combattere l’evasione fiscale facendo leva su un sistema di incentivi per i cittadini.

Il tempismo del debutto sicuramente non è stato dei migliori e ha acuito le polemiche che hanno preso vita fin dall’introduzione, anche solo sulla carta, della lotteria degli scontrini e del cashback.

I costi per gli esercenti sono troppo alti. I vantaggi sono inferiori alle aspettative, l’introduzione delle due armi del piano Cashless in questo momento sono una contraddizione: le misure restrittive impongono di stare a casa ma le due novità spingono i cittadini a uscire e a comprare.

Queste sono solo alcune delle critiche, a cui si aggiunge una criticità generale. Dopo un anno l’emergenza coronavirus richiede ancora chiusure, restrizioni, stop di interi settori a cui devono, necessariamente, fare da contrappeso ristori, aiuti, sostegni. Servono risorse.

I 32 miliardi di euro dello scostamento di bilancio approvato a fine gennaio sono stati già interamente impiegati nel Decreto Sostegni, approvato dopo due mesi di attesa il 19 marzo 2021. Il nuovo premier Mario Draghi ha già parlato della necessità di approvare un nuovo scostamento di bilancio.

La lotteria degli scontrini, prevista dalla Legge di Bilancio 2017 e diventata operativa dal 1° febbraio 2021, è una riffa di stato: tutti i cittadini maggiorenni, residenti in Italia che al momento dell’acquisto mostrano all’esercente il codice lotteria, possono partecipare alle estrazioni settimanali, mensili e annuali.

Per il consumatore e per l’esercente sono in palio vincite fino a 5 milioni di euro. Ogni anno in totale il valore dei premi ammonta a 45 milioni di euro e a partire dal 2021 si mettono in gioco 6 milioni di euro per far fronte alle spese di gestione.

Il cashback, invece, è nato con la Legge di Bilancio 2020 e consiste in un rimborso del 10 per cento per i consumatori che usano per i pagamenti carte di credito, carte di debito e prepagate, bancomat e app.

I cittadini possono recuperare fino a 300 euro all’anno, cioè fino a 150 euro a semestre con almeno 50 pagamenti. I fondi necessari per garantire i rimborsi ammontano a 3 miliardi di euro per il 2021 e altri 3 per il 2022.

Le due misure del piano Cashless sono un costo per lo Stato. La decisione di eliminarle da un lato rappresenterebbe un risparmio e dall’altro determinerebbe l’abolizione di due strumenti di contrasto all’evasione fiscale appena nati che si basano su meccanismi innovativi.

In una visione più ampia, se si confrontano i costi con i benefici, qual è la via più conveniente per recuperare fondi senza compromettere le nuove strategie di lotta all’evasione? Rinunciare a entrambe le misure? Solo a una delle due? Tenerle entrambe?

Solo il 21 per cento dei lettori di Informazione Fiscale che hanno partecipato all’indagine sul tema sarebbe per questa ultima ipotesi.

Cashback e lotteria degli scontrini: il 79 per cento eliminerebbe almeno uno dei due

La maggior parte, il 37 per cento, eliminerebbe la lotteria degli scontrini. Certamente il debutto è avvenuto in altri tempi e in altre condizioni, ma nei paesi che hanno introdotto negli anni scorsi strumenti di questo tipo sono stati registrati dati molto positivi sia per quanto riguarda il gettito che per le transazioni.

“Ritengo che, quanto almeno alla lotteria, questa possa quantomeno spingere al rialzo i consumi che in un periodo come il nostro non può che essere positivo. Inoltre, l’esclusione degli acquisti online potrebbe riportare davvero le persone nei negozi e indurle a spendere un poco di più”.

Sottolinea, infatti, il lettore Andrea P. che invece fa parte di quel 24 per cento dei partecipanti all’indagine convinti del fatto che sarebbe possibile abolire il cashback senza troppe conseguenze dal punto di vista della lotta all’evasione fiscale.

Di parere opposto, invece, è Guido M.:

“A mio avviso è meglio il cashback. È una attività continuativa, premia l’utilizzo continuo di moderni strumenti di pagamento ed assomiglia molto ad un metodo educativo. La lotteria è una riffa, un sogno per vincere una somma di denaro che ti può fare cambiare vita. Un una tantum leggermente diseducativo”.

Ma c’è anche una parte dei lettori che non sceglie: per il 18 per cento si potrebbe fare a meno di entrambe le misure.

In totale, quindi, coloro che sacrificherebbero almeno uno degli strumenti del paino Cashless sono il 79 per cento.

Cashback: si va verso l’abolizione?

Intanto le ultime notizie che vengono dalla politica sembrano dare ragione ai lettori che non vedono nelle due novità delle armi essenziali per la lotta all’evasione. Ma, anzi, una strada da percorrere per recuperare risorse.

Con il cambio di governo, in particolare sembra essere in bilico il cashback. Nulla di ufficiale, per ora, ma sembra profilarsi all’orizzonte questa possibilità. Per la formazione guidata dal premier Mario Draghi, tra i vari compiti imminenti da svolgere c’è anche la revisione del Recovery Plan, redatto dal precedente Esecutivo. Il testo riepiloga il programma delle azioni da mettere in campo con le risorse del progetto Next Generation EU.

La scadenza per la presentazione della nuova versione alla Commissione Europea è fissata al 30 aprile. E in questo contesto potrebbe compiersi un primo passo per abolire o modificare, rendendo meno dispendioso per le casse dello Stato, il meccanismo del cashback.

Nell’attuale testo del Recovery Plan, approvato in Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021 nell’ultimo miglio del secondo Governo Conte, alla voce Cittadinanza digitale, servizi e piattaforme si legge:

“Lo stanziamento totale per questo intervento è di 5.560 milioni, di cui 4.765 milioni già stanziati per il progetto Italia Cashless ed iniziative già in corso da parte delle amministrazioni centrali”.

Queste cifre e quelle già definite per i prossimi anni potrebbero cambiare. Le scelte che il Governo Draghi dovrà fare già nel giro di un mese potrebbero dare ragione a quel 24 per cento di lettori che sarebbero per l’abolizione.

D’altronde rispetto alla lotteria degli scontrini, che sembra essere salva per ora, la posta in gioco, in termini di risorse è di gran lunga più alta.

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