Fringe benefit: bonus dipendenti con soglia più alta per chi ha figli

La soglia di non imponibilità dei fringe benefit torna a 3.000 euro per il 2023. La novità è prevista dal nuovo decreto lavoro, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma riguarda solamente i lavoratori dipendenti con figli a carico

Fringe benefit: bonus dipendenti con soglia più alta per chi ha figli

Aumenterà anche per il periodo d’imposta 2023 il valore del cosiddetto bonus dipendenti.

La soglia di non imponibilità fiscale dei fringe benefit tornerà nuovamente a 3.000 euro, così come è stato fino al 31 dicembre 2022.

La novità, però, si applica solamente ai lavoratori dipendenti con figli a carico.

Il provvedimento fa parte del pacchetto di misure del decreto lavoro, insieme al nuovo assegno di inclusione e al taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi. Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 4 maggio.

Fringe benefit: bonus dipendenti con soglia più alta per chi ha figli

Come aveva annunciato il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, insieme al taglio del cuneo fiscale, è in arrivo un nuovo intervento del Governo per incrementare il cosiddetto bonus dipendenti.

“Il Governo destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare per l’anno in corso un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli.”

La novità è stata inserita tra i provvedimenti previsti dal nuovo DL n. 48/2023, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 maggio.

Nel 2023, infatti, sarà in vigore un nuovo aumento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit, cioè i beni e servizi aziendali concessi al lavoratore e che non concorrono alla formazione di reddito.

Il valore di tale soglia sarà di 3.000 euro, proprio come l’intervento in vigore fino alla fine del 2022.

Il limite di non imponibilità, infatti, era stato innalzato prima a 600 euro per contrastare il caro energia e l’inflazione per poi essere portato a 3.000 euro fino al 31 dicembre.

La novità rispetto allo scorso anno è che il nuovo intervento sarà rivolto ad una platea di destinatari specifica, cioè i lavoratori dipendenti con figli a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati.

Pertanto, per il periodo d’imposta 2023 il valore, nel limite di 3.000 euro, dei beni ceduti e dei servizi prestati dal datore di lavoro ai dipendenti con figli a carico non contribuiscono alla formazione di reddito.

Rientrano tra i fringe benefit anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas.

Decreto lavoro 2023: le altre misure a sostegno delle famiglie

Il decreto lavoro è stato approvato dal Consiglio dei Minisitri nella data simbolica del 1° maggio nonostante la preoccupazione nei giorni precedenti dovuta alla mancata fiducia al DEF durante la votazione alla Camera.

Dopo una rapida correzione e altrettanto rapido passaggio parlamentare il documento di economia e finanza 2023 è stato convalidato e il testo del DL lavoro è stato approvato per poi essere pubblicato in GU.

Tra le altre novità per le famiglie e i lavoratori e le lavoratrici, troviamo anche la maggiorazione dell’assegno unico e il nuovo taglio del cuneo fiscale.

Le famiglie che percepiscono l’assegno unico e universale per i figli a carico, infatti, potranno beneficiare di un altro aumento. Si tratta, nello specifico, dell’incremento di circa 30 euro che al momento spetta ai nuclei in cui entrambi i genitori sono occupati.

Questo spetterà anche nel caso di un unico genitore vedovo e occupato.

Inoltre, per i periodi di paga dal 1° luglio al 30 novembre 2023, il taglio del cuneo fiscale è aumentato di 4 punti percentuali.

Il nuovo intervento si somma a quello previsto dalla Legge di Bilancio 2023 e pertanto la busta paga per dei lavoratori e delle lavoratrici con redditi fino a 35.000 aumenterà ancora.

Nello specifico la riduzione sarà del 7 per cento per i redditi fino a 25.000 euro e del 6 per cento per quelli fino a 35.000 euro.

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