Superbonus: le modifiche nel tempo e le ultime novità, il punto ai microfoni di Giornale Radio

La giornalista di Informazione fiscale, Rosy D'Elia, ai microfoni di Giornale Radio ricostruisce i vari passaggi normativi del superbonus. Nella puntata di 120 Minuti del 23 febbraio, con Vicky Mangone, una panoramica dell'agevolazione con le ultime novità

Superbonus: le modifiche nel tempo e le ultime novità, il punto ai microfoni di Giornale Radio

Nel nuovo appuntamento settimanale di Informazione Fiscale ai microfoni di Giornale Radio il tema affrontato è quello del superbonus.

La giornalista Rosy D’Elia, intervenuta nella trasmissione di Vicky Mangone, “120 Minuti”, in onda il 23 febbraio 2023, fornisce una panoramica dell’agevolazione ripercorrendo le principali tappe normative, dalla sua introduzione alle novità degli ultimi giorni.

Il superbonus è stato introdotto dal Decreto Rilancio del 2020, dopo un ottimo successo iniziale sono emersi i primi problemi che hanno portato nel corso dei mesi ad interventi correttivi, fino al blocco della cessione dei crediti stabilita la scorsa settimana con il decreto n. 11/2023.

Superbonus: le modifiche nel tempo e le ultime novità, il punto ai microfoni di Giornale Radio

Nel classico appuntamento radiofonico del giovedì mattina di Informazione Fiscale con Giornale Radio si parla del superbonus.

Nella puntata del programma 120 Minuti, di Vicky Mangone, in onda il 23 febbraio 2023 la giornalista Rosy D’Elia fa il punto sui diversi aspetti dell’agevolazione, in particolare come e perché è cambiato nel tempo con gli ultimi tre Governi, dall’introduzione con il Decreto Rilancio alle ultime notizie sulla cessione del credito.

Sono molte le novità degli ultimi giorni in materia di superbonus e più in generale dei bonus edilizi.

Prima del 2020 non c’è mai stato un simile intervento, che ha messo in campo ben 155 miliardi di euro.

“Vale la pena fare un po’ di storia per capire quello che succede oggi, e questo vale anche per il superbonus.”

La misura è stata introdotta nel maggio del 2020, in piena pandemia, durante il secondo Governo Conte.

Nell’ampio pacchetto di misure inserite nel Decreto Rilancio, infatti, è stata prevista anche la possibilità di beneficiare di detrazioni al 110 per cento per alcuni lavori edilizi.

“Si tratta di una novità assoluta. Accanto a questa viene introdotta anche la possibilità di beneficiare in maniera alternativa della detrazione con la cessione del credito oppure con lo sconto in fattura.”

Questo poi è stato esteso ad altri bonus edilizi, non solo per il superbonus. Inizialmente la misura era prevista fino alla fine del 2021.

“Conte la presenta come la possibilità di ristrutturare le nostre abitazioni senza spendere un soldo.”

In un contesto particolare, quello di un’economia bloccata dalle restrizioni anti-covid, nel tempo la misura fornisce una spinta positiva al settore edilizio e all’economia in generale venendo confermata e prorogata.

“Nel frattempo, però, cambia il Governo. A febbraio del 2021 si insedia il Governo Draghi e insieme ai buoni frutti cominciano ad arrivare anche quelli meno buoni.”

C’è un’espansione fuori controllo dell’edilizia, arrivano i primi dati sulle frodi e cominciano a scarseggiare le materie prime con conseguente aumento dei prezzi, da qui l’esigenza di regolare il mercato dei crediti fiscali.

A gennaio 2022, dunque, arriva il primo blocco sulle cessioni.

“Viene rivista poi subito la norma del blocco e viene introdotto il sistema a cui poi ci siamo abituati in questi mesi, cioè una prima cessione più libera, mentre la seconda e la terza possono essere effettuate solo nei confronti di soggetti controllati, banche o istituti di credito.”

Superbonus: cessione del credito bloccata

Nei mesi successivi, cambia il Governo, con il nuovo Esecutivo guidato da Meloni, ma continuano i problemi. Nonostante il freno alla governabilità del mercato dei crediti fiscali, infatti, emerge un nuovo problema: molti crediti sono rimasti bloccati nei cassetti fiscali di cittadini, imprese e banche.

“Restano fermi e devono trovare un corso che non si riesce a trovare. Il Governo Meloni lo scorso novembre fa un primo intervento sul superbonus per ridurre la misura.”

Si passa, infatti, dal 110 per cento al 90 per cento con alcune eccezioni.

“Si pone l’accento sulla necessità di gestire questo problema dei crediti incagliati e si rimanda ai prossimi mesi per le soluzioni.”

La questione non viene affrontata anche nella Legge di Bilancio 2023 e si arriva alla settimana scorsa con il decreto n. 11 del 2023.

“La soluzione anche in questo caso non arriva ma arriva un blocco della cessione del credito che pone un argine a questa preoccupazione dei crediti incagliati. Le modalità hanno fatto molto discutere, perché il problema relativo al passato resta e perché arriva con una tempestività che non siamo abituati a vedere per altre questioni.”

Ad oggi si discute ancora delle soluzioni in campo perché i crediti bloccati sono stimati tra i 9 e i 20 miliardi di euro.

“Si parla di permettere alle banche di lavorare sulla compensazione tra crediti e debiti fiscali tramite gli F24, ma anche di mettere in atto un sistema di cartolarizzazioni, cioè di cedere pacchetti di crediti sul mercato a società specializzate. Quest’ultima un’azione che ad oggi sembra poco percorribile.”

Intanto, ieri, 22 febbraio, c’è stato un nuovo confronto presso il Ministero dell’Economia tra il viceministro e le associazioni di categoria per studiare soluzioni ad hoc e nuovi interventi normativi per passare in maniera meno netta dalle vecchie regole a quelle nuove introdotte dal decreto n. 11.

“Quello che è da sottolineare è che più volte l’attuale Governo ha motivato gli interventi sul superbonus con la necessità di una chiarezza normativa che oggi però manca totalmente, nel senso che, se pur necessari, alcuni interventi mettono tutto il sistema in una condizione di incertezza totale.”

Il superbonus sicuramente ha dato un margine di manovra per realizzare degli interventi edilizi che altrimenti forse non si sarebbero potuti fare ma la situazione attuale non è semplice e va a danno di chi ha meno disponibilità economica.

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