Smart working: presto a regime per i frontalieri in Svizzera senza doppia imposizione

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

I frontalieri con la Svizzera potranno presto tornare a lavorare in smart working. Il Senato ha approvato il il DDL di ratifica del nuovo accordo sull’imposizione fiscale. Come annunciato dal Ministro Giorgetti si lavora per inserire un emendamento con la possibilità di utilizzare il lavoro agile a regime senza doppia imposizione già nel periodo transitorio

Smart working: presto a regime per i frontalieri in Svizzera senza doppia imposizione

Lo smart working per i lavoratori frontalieri potrebbe presto essere utilizzato a regime. Il disegno di legge di ratifica del nuovo accordo con la Svizzera sull’imposizione fiscale è stato approvato al Senato.

Come dichiarato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante l’interrogazione parlamentare del 1° febbraio alla Camera, un emendamento al testo permetterà, in attesa dell’approvazione e dell’entrara in vigore, di ricorrere al lavoro agile senza doppia imposizione.

Il precedente accordo stipulato per via della pandemia è scaduto il 31 gennaio 2023.

Senza, gli italiani che lavorano in Svizzera non possono svolgere neanche un giorno di attività in smart working (da casa, in Italia) senza dover presentare la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate.

Smart working: presto a regime per i frontalieri in Svizzera senza doppia imposizione

Ci sono importanti novità in arrivo per i lavoratori frontalieri in Svizzera. Sta per arrivare un emendamento al testo del nuovo accordo approvato in questi giorni al Senato per utilizzare da subito lo smart working a regime, evitando la doppia imposizione.

Lo ha dichiarato il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante le interrogazioni a risposta immediata che si sono svolte il 1° febbraio alla Camera.

Il 31 gennaio 2023, infatti, è scaduto l’accordo amichevole in vigore con la Confederazione Svizzera, introdotto durante il pieno dell’emergenza sanitaria per consentire agli italiani che lavorano oltre il confine di lavorare in smart working dall’Italia ma con tassazione integrale in Svizzera.

Stando così le cose, da febbraio non è più possibile svolgere un solo giorno di smart working in Italia senza dover presentare la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate.

Come precisato dal Ministro Giorgetti, il Governo italiano ha sottoscritto il 23 dicembre 2020 un nuovo accordo con la Confederazione Svizzera e relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri.

“Il relativo disegno di legge di ratifica è attualmente all’esame del Parlamento e proprio questa mattina (1° febbraio) è stato approvato in prima lettura dal Senato.”

Il Ministro evidenzia come nel protocollo aggiuntivo dell’accordo sia stata inserita anche la possibilità di sviluppare ulteriormente il telelavoro per i frontalieri.

“In tale contesto il Governo ha già avviato interlocuzioni con la controparte elvetica, che da parte sua ha manifestato la propria disponibilità al dialogo per definire a breve la possibilità di utilizzare a regime nuova modalità lavoro sperimentate in pandemia anche con la fine del periodo emergenziale. Sono fiducioso che questo dialogo, nella più ampia cornice delle misure a tutela dei lavoratori previste dall’Accordo del 2020, consentirà di giungere in tempi rapidi alla regolazione anche delle prestazioni di lavoro da remoto”

Smart working: un emendamento per rendere la misura subito operativa

In attesa dell’approvazione e dell’entrata in vigore del disegno di legge di ratifica in questione, il Governo presenterà un emendamento al provvedimento in esame in Parlamento con le regole da applicare per il periodo di transizione.

“Comunico che è intenzione del Governo presentare un emendamento ai provvedimenti all’esame delle Camere finalizzato a disciplinare in via transitoria, fino all’approvazione della legge di ratifica in precedenza richiamata, l’attività lavorativa svolta dai frontalieri, in modo da definire e chiarire la portata normativa.”

Le novità, dunque, potrebbero essere operative anche prima dell’entrata in vigore del nuovo accordo, in modo da permettere ai lavoratori frontalieri in Svizzera di poter lavorare in smart working dall’Italia senza la doppia imposizione, che li costringerebbe a pagare le tasse in tutti e due gli Stati in base alle giornate lavorate sui relativi territori.

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