Rimborsi fiscali bloccati senza compensazione con le cartelle: novità nella riforma della riscossione

Rimborsi fiscali bloccati in caso di mancata adesione alla compensazione volontaria con le cartelle: questa una delle novità previste dallo schema di decreto legislativo di riforma della riscossione, approvato in prima lettura nel corso del Consiglio dei Ministri dell'11 marzo 2024

Rimborsi fiscali bloccati senza compensazione con le cartelle: novità nella riforma della riscossione

Rimborsi fiscali bloccati per chi non accetterà la compensazione volontaria con le cartelle esattoriali.

Questa una delle novità contenute nello schema di decreto legislativo in materia di riforma della riscossione approvato nel corso del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo 2024.

Per i crediti di importo superiore a 500 euro, l’accettazione della compensazione con le cartelle sarà di fatto vincolante.

In caso contrario, le somme resteranno congelate fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di messa a disposizione, al fine di consentire all’Agenzia delle Entrate Riscossione di far partire l’azione esecutiva.

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Rimborsi fiscali bloccati senza compensazione con le cartelle: novità nella riforma della riscossione

Ad essere rivisto è l’articolo 28-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, che già nella versione attuale disciplina le regole relative al pagamento dei debiti mediante compensazione volontaria con i crediti d’imposta.

A cambiare sono le regole relative ai rimborsi che l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà richiedere al contribuente di compensare.

In prima battuta, lo schema di decreto legislativo sulla riforma della riscossione prevede che la compensazione volontaria si applicherà ai rimborsi fiscali di importo superiore a 500 euro. Nessuna soglia specifica è invece prevista dall’attuale formulazione della norma.

L’avvio dell’attività di segnalazione da parte dell’Agenzia delle Entrate all’AdER sarà legata non più ai carichi iscritti a ruolo bensì ai casi di inadempienza all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento.

Le novità più rilevanti riguardano però le conseguenze per i contribuenti che non accetteranno la procedura di compensazione volontaria crediti-debiti.

Dopo l’invio della proposta di compensazione al contribuente, che comporta lo stop alle attività di recupero coattivo, in caso di accettazione saranno automaticamente movimentate la somme entro i limiti dell’importo dovuto.

Per il contribuente che entro i 60 giorni previsti rifiuterà la proposta di compensazione, i crediti d’imposta maturati verranno di fatto “congelati”.

Stop ai rimborsi dei crediti fiscali fino al 31 dicembre dell’anno successivo: gli effetti per chi rifiuta la compensazione con le cartelle

L’attuale versione della norma di cui sopra prevede, al comma 4, che:

“In caso di rifiuto della predetta proposta o di mancato tempestivo riscontro alla stessa, cessano gli effetti della sospensione di cui al comma 2 e l’agente della riscossione comunica in via telematica all’Agenzia delle entrate che non ha ottenuto l’adesione dell’interessato alla proposta di compensazione.”

La riforma della riscossione punta a inasprire le regole, disponendo di fatto il blocco totale dei rimborsi fiscali per chi rifiuterà la proposta dell’AdER.

L’erogazione delle somme maturate sarà sospesa per un anno, e in particolare fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di messa a disposizione, di modo da consentire l’avvio dell’azione esecutiva da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

In un modo o nell’altro insomma il Fisco punterà a recuperare dai crediti maturati le somme non versate dal contribuente.

Compensazione volontaria tra crediti e cartelle, si amplia l’ambito di applicazione

Ulteriori novità riguardano inoltre l’ambito d’applicazione della norma.

Oltre che per il pagamento di tutte le entrate iscritte a ruolo dall’Agenzia delle Entrate, l’istituto si applicherà in via generale a tutti gli enti titolari del credito che si avvalgono dei servizi di recupero dell’AdER.

Saranno inoltre aggredibili dal Fisco anche i rimborsi delle imposte indirette.

Queste quindi le novità in materia previste dallo schema di decreto legislativo sulla riforma delle riscossione che, in ogni caso, rimanda ad un regolamento del MEF per la definizione di modalità attuative, limiti e condizioni applicative.

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