Riforma fiscale, Marattin: “Falsa partenza, cerchiamo di aggiustare in corsa”

I primi decreti attuativi della riforma fiscale sono arrivati in Consiglio dei Ministri, una falsa partenza secondo Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, intervistato ai microfoni di Informazione Fiscale in occasione del Congresso Nazionale dei commercialisti 2023

Riforma fiscale, Marattin: “Falsa partenza, cerchiamo di aggiustare in corsa”

La riforma fiscale inizia a prendere forma, i primi due decreti di attuazione sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri insieme al disegno di Legge di Bilancio il 16 ottobre.

La novità principale è la riforma dell’IRPEF che solo per il 2024 si calcolerà su tre aliquote. Per lo scaglione di reddito fino a 28.000 euro si applicherà l’unica aliquota del 23 per cento.

A commentare le novità il deputato di Italia Viva Luigi Marattin intervistato da Informazione Fiscale in occasione del Congresso Nazionale dei commercialisti 2023 a Torino.

Riforma fiscale, Marattin: “Falsa partenza, cerchiamo di aggiustare in corsa”

Il Consiglio dei Ministri lo scorso 16 ottobre ha approvato i primi decreti attuativi della riforma fiscale, prevista dalla legge delega n. 111/2023.

Si parte dalla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), dalla revisione della disciplina delle detrazioni fiscali e da misure in materia di fiscalità internazionale.

Informazione Fiscale, in occasione del Congresso Nazionale dei commercialisti 2023 a Torino, ha intervistato l’On. Luigi Marattin, membro della V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera

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Secondo Marattin quella della riforma fiscale è una falsa partenza:

“Si sarebbe dovuto partire con la parte sui procedimenti, sull’accertamento, sulle sanzioni che probabilmente ha anche un impatto finanziario minore ed è molto attesa dagli operatori.”

Una partenza, dunque, con dei provvedimenti “molto dubbiosi”, a partire dalla riduzione dell’IRPEF per un solo anno. Per il 2024, infatti, si prevede l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito (fino a 28.000 euro) che saranno tassati al 23 per cento.

“Va bene ridurre l’IRPEF ma non per un anno solo. Così si mette un’ipoteca sulle future Manovre e non si hanno effetti macroeconomici.”

Problematica, secondo Marattin, anche la disposizione per cui si prevede una franchigia di 260 euro sulle spese detraibili per chi guadagna più di 50.000 euro.

“Dire che chi guadagna 50.000 euro l’anno è un ricco e quindi bisogna tagliargli linearmente gli oneri detraibili pari al vantaggio che avrebbe è una manovra che mi sarei aspettato dalla CGIL e non da un Governo che si dice di destra.”

Per quanto riguarda l’eliminazione dell’ACE in favore di una maggiorazione del costo del lavoro ammesso in deduzione in presenza di nuove assunzioni a tempo indeterminato.

“Eliminare l’ACE poteva andar bene, ma solo se si riduceva o azzerava l’IRES sugli utili messi a capitalizzazione. Se invece si accerta l’ACE a fronte di una maggiorazione del 20 per cento dell’incremento del costo del lavoro a tempo indeterminato per le aziende si tratta di un aumento di pressione fiscale.

Il punto è: falsa partenza, cerchiamo di aggiustare in corsa.”

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Disegno di Legge di Bilancio 2024, Marattin: “Preoccupato per il quadro macroeconomico”

Per quanto riguarda la Legge di Bilancio 2024, il cui DDL è stato approvato dal Consiglio dei Ministri sempre nella riunione del 16 ottobre, Marattin si dice preoccupato per la cornice macroeconomica.

“Aspetto di vedere le norme. Per ora c’è la cornice macroeconomica che mi preoccupa molto, perché finanzia per tre quarti una Manovra di deficit e tutto questo deficit è per riduzioni fiscali.”

Oltre alla riforma IRPEF da 4 miliardi di euro, infatti, il DDL Bilancio 2024 prevede lo stanziamento di 10 miliardi per la conferma del taglio del cuneo fiscale come in vigore attualmente, cioè la riduzione del 7 e del 6 per cento rispettivamente per chi guadagna fino a 25.000 e fino a 35.000 euro.

“Misure finanziate solo per un anno, quindi tutte le prossime Leggi di Bilancio partiranno da meno 14 miliardi. E quando troverai quei 14 non è che abbasserai le tasse, non le farai alzare. La peggior situazione possibile per un policy maker.”

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