Franchigia alle detrazioni fiscali nel 2024 per i titolari di redditi superiori a 50.000 euro: il testo del decreto legislativo sulla riforma IRPEF conferma la riduzione di 260 euro per specifiche spese, con il fine di azzerare i benefici del taglio delle aliquote. Escluse dalla stretta le spese sanitarie

Per i titolari di redditi superiori a 50.000 euro arriva una nuova franchigia sulle detrazioni fiscali relative al 2024.
Con il fine di azzerare il beneficio derivante dal taglio delle aliquote IRPEF, scatterà una riduzione fissa di 260 euro delle detrazioni riconosciute per specifiche spese.
Questa una delle novità previste nell’ambito della riforma dell’IRPEF e dettagliata nel testo del decreto legislativo trasmesso dal Governo alla Camera.
Resteranno fuori dalla nuova franchigia di 260 euro le spese sanitarie, mentre il taglio sarà tout-court per la restante platea di oneri detraibili al 19 per cento in dichiarazione dei redditi e per le erogazioni liberali. Esclusi anche i bonus fiscali sulla casa.
Detrazioni fiscali 2024, cosa cambia per i redditi sopra i 50.000 euro: nuova franchigia sulle spese
Viaggia in parallelo alle novità sulle aliquote IRPEF la nuova disciplina relativa alle detrazioni fiscali che, per l’anno 2024, saranno ridotte per i titolari di redditi superiori alla soglia di 50.000 euro.
L’annunciato taglio di bonus e detrazioni, con il fine di riordinare la disciplina della tax expenditures, lascia spazio ad un intervento dalla portata ridotta, introdotto con il fine di evitare che i benefici derivanti dall’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF interessino anche i titolari di redditi più alti.
Il testo del decreto legislativo sulla riforma dell’IRPEF presentato dal Governo in Commissione Finanze della Camera fornisce i dettagli delle novità al debutto per il prossimo anno, prevedendo sostanzialmente un taglio di 260 euro delle detrazioni IRPEF per i contribuenti titolari di reddito superiore a 50.000 euro.
È l’articolo 2 a prevedere la nuova franchigia, che si applicherà:
- alle spese detraibili al 19 per cento, ad esclusione delle spese sanitarie;
- alle erogazioni liberali a favore di ONLUS, iniziative umanitarie, religiose o laiche;
- alle erogazioni liberali in favore dei partiti politici;
- alle erogazioni liberali in favore degli enti del terzo settore;
- ai premi di assicurazione per i rischi legati ad eventi calamitosi.
Nessun taglio invece per le spese detraibili rientranti nell’ambito dei bonus casa, salvo ulteriori ritocchi.
Il reddito da considerare ai fini della determinazione della soglia dei 50.000 euro, valore che farà scattare il taglio delle detrazioni fiscali, dovrà essere calcolato al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle pertinenze.
Senza detrazioni fiscali niente taglio del risparmio IRPEF per i redditi sopra i 50.000 euro
Il meccanismo disegnato dal decreto che dà l’avvio alla prima fase della riforma fiscale agisce quindi sulle detrazioni, con l’obiettivo di azzerare il beneficio fiscale derivante dall’applicazione dell’aliquota IRPEF del 23 per cento fino alla soglia dei 28.000 euro.
Così come evidenziato dal Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, nella conferenza stampa del 16 ottobre scorso, il fine della misura è indirizzare il sostegno del Governo derivante dalla riforma IRPEF ai titolari di redditi medio-bassi.
Si crea però un “doppio binario”: il taglio del beneficio, pari per l’appunto a 260 euro, interesserà solo i contribuenti che indicheranno spese detraibili in dichiarazione dei redditi. In caso contrario, l’applicazione dell’aliquota IRPEF del 23 per cento fino alla soglia di 28.000 euro di reddito porterà in ogni caso al “vantaggio” di un risparmio in termini di imposta dovuta.
Stando ai dati pubblicati dal Sole24Ore, tra i 2,52 milioni di contribuenti con più di 50.000 euro di reddito, il 20 per cento non registra oneri detraibili: per più di 500.000 mila contribuenti con redditi alti quindi sarà in ogni caso garantito il risparmio d’imposta conseguente alla revisione delle regole di tassazione IRPEF.
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