Lavoratori fragili: ancora nessuna novità sull’equiparazione dell’assenza a ricovero ospedaliero

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

I lavoratori fragili aspettano nuovi provvedimenti a tutela della propria condizione di salute. Con la mancata proroga della misura di equiparazione dell'assenza a ricovero ospedaliero, chi non può lavorare da casa è costretto ad utilizzare i giorni di comporto e di ferie.

Lavoratori fragili: ancora nessuna novità sull'equiparazione dell'assenza a ricovero ospedaliero

Lavoratori fragili: non ci sono novità su eventuali provvedimenti a tutela della propria condizione di salute.

Con la legge di conversione del Decreto Aiuti bis è stato prorogato fino a fine anno lo smart working semplificato, ma i lavoratori fragili, che non possono svolgere il proprio lavoro in modalità agile, si ritrovano in una situazione di grande difficoltà.

Lo scorso 30 giugno è scaduta la doppia tutela prevista in questi anni di pandemia, cioè la possibilità di svolgere mansioni compatibili in smart working e l’equiparazione dell’assenza a ricovero ospedaliero, ma il Decreto Aiuti bis ha previsto solamente il ripristino della prima.

Senza la proroga dell’equiparazione dell’assenza a ricovero, i lavoratori fragili, ritenuti dal medico non idonei allo svolgimento di mansioni in presenza per via delle elevate condizioni di rischio, si trovano a dover utilizzare i giorni di comporto, che una volta terminati determinano riduzioni di stipendio o il licenziamento.

Lavoratori fragili: ancora nessuna novità sull’equiparazione dell’assenza a ricovero ospedaliero

Durante questi anni di pandemia da COVID 19 i cosiddetti lavoratori fragili hanno potuto beneficiare di specifiche misure di tutela, che hanno permesso loro di svolgere la propria mansione in tutta sicurezza.

Si tratta, in particolare delle condizioni di fragilità che la circolare n. 13/2020 del Ministero del Lavoro definisce:

“quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto e può evolversi sulla base di nuove conoscenze scientifiche sia di tipo epidemiologico sia di tipo clinico.”

Il Governo, per salvaguardate questa categoria di lavoratori, ha implementato diverse misure, come stabilito dall’art. 26, comma 2 del DL n. 18/2020.

Secondo quanto previsto dalla norma, infatti, i lavoratori pubblici e privati, in possesso del certificato medico che attesti una condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti da patologie oncologiche, dallo svolgimento di relative terapie salvavita o da grave disabilità, potevano beneficiare di due misure di tutela:

  • la possibilità di lavorare in modalità agile per chi svolge una mansione compatibile;
  • l’equiparazione dell’assenza a ricovero ospedaliero per coloro che non possono lavorare da remoto.

Queste sono rimaste in vigore fino al 30 giugno 2022. La questione è che, mentre il resto dei lavoratori è praticamente tornato alla vita lavorativa pre-pandemia, anche alla luce dell’eliminazione delle ultime restrizioni, i lavoratori fragili continuano ad essere esposti a condizioni di rischio.

Con la legge di conversione del Decreto Aiuti bis, poi, è stata decisa la proroga fino a fine anno dello smart working semplificato e di quello per i genitori con figli sotto i 14 anni, mentre non è stato previsto alcun provvedimento per quanto riguarda l’equiparazione dell’assenza al ricovero ospedaliero.

Lavoratori fragili: senza tutele costretti ad utilizzare i giorni di comporto

I lavoratori fragili che non possono lavorare in smart working, dunque, dal 1° luglio 2022 sono tornati a lavorare in presenza con gravi rischi per la salute.

Tra questi, però, ci sono anche i soggetti che vengono dichiarati dal medico competente non idonei allo svolgimento dell’attività lavorativa in presenza e che si ritrovano in una situazione di grande difficoltà.

Senza l’equiparazione dell’assenza a ricovero ospedaliero, infatti, si ricorre a ferie, permessi e periodi di malattia. Questi periodi, però, sono conteggiati nel comporto, che una volta terminato determina tagli dello stipendio e poi il licenziamento.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni programmatiche ha sottolineato la volontà di sostenere i più fragili ed effettivamente impossibilitati a lavorare. Vedremo, dunque, quelle che saranno le decisioni del nuovo Governo, se effettivamente arriveranno, a tutela dei lavoratori fragili.

Intanto, chi svolge mansioni che non prevedono la possibilità di lavorare da remoto potrà richiedere di essere adibito mansioni diverse, nella stessa categoria o area di inquadramento, oppure svolgere attività di formazione professionale da remoto.

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