IMU 2023, ravvedimento operoso e sanzioni ridotte per i pagamenti in ritardo

Tommaso Gavi - IMU

Dopo la scadenza del 18 dicembre per il versamento del saldo IMU 2023, in caso di ritardo bisognerà fare i conti con le sanzioni dovute. Un focus delle regole previste e del calcolo mediante ravvedimento operoso

IMU 2023, ravvedimento operoso e sanzioni ridotte per i pagamenti in ritardo

IMU 2023, pagamenti in ritardo maggiorati di sanzioni.

Dopo la scadenza del saldo del 18 dicembre 2023, chi non ha provveduto per tempo potrà mettersi in regola beneficiando del ravvedimento operoso, con la riduzione delle sanzioni e con particolari vantaggi in caso di pagamento entro 14 giorni dal termine ordinario.

In linea generale i contribuenti sono chiamati a rispettare i termini canonici del 16 giugno per l’acconto e del 16 dicembre per il saldo, anche se quest’anno la scadenza della seconda rata è oggetto di una mini-proroga al 18 dicembre 2023 poiché cade nel fine settimana.

Se non viene rispettato il termine, tuttavia, si può comunque ottenere la riduzione delle sanzioni per ritardato o mancato pagamento.

Un focus sulle regole per chi paga in ritardo, con un focus sulle sanzioni IMU e sull’istituto del ravvedimento operoso.

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Sanzioni e ravvedimento operoso IMU 2023: quali regole sono previste per chi paga in ritardo?

Cosa succede a chi non riesce a provvedere al versamento dell’imposta municipale unica entro la scadenza del 18 dicembre 2023?

Per tali contribuenti c’è comunque la possibilità di regolarizzare la situazione attraverso altre modalità e, in particolare, anche sulle sanzioni IMU si applica il ravvedimento operoso.

L’istituto in questione evita i provvedimenti forzosi, tuttavia il soggetto sarà chiamato a pagare, oltre all’imposta dovuta, anche una maggiorazione a titolo di:

  • sanzioni;
  • interessi.

Per calcolare la somma dovuta si deve considerare i giorni di ritardo rispetto alla data di scadenza del versamento. Maggiore sarà il ritardo e più alta sarà la percentuale da applicare.

Ravvedimento operoso: quali sanzioni per il ritardo nel pagamento dell’IMU 2023

Per il mancato pagamento IMU 2023, se accertato a seguito dei controlli degli enti locali, si dovrà provvedere:

  • al versamento integrale dell’imposta dovuta;
  • al pagamento della sanzione.

La sanzione ordinaria si attesta nella misura del 30 per cento dell’importo dovuto all’origine.

I contribuenti che intendessero regolarizzare la situazione possono utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso.

Sono diverse le tipologie previste e dipendono dal ritardo nel pagamento, ovvero dai giorni che separano il termine per il versamento dell’imposta e la data del versamento per la regolarizzazione.

Tenendo a riferimento il termine del versamento, il ravvedimento è classificato come segue:

  • super breve, il ravvedimento operoso effettuato entro 14 giorni dalla scadenza prevista. Per la regolarizzazione del versamento entro tale lasso di tempo si applica di una sanzione dello 0,1 per cento, pari a 1/10 di quella ordinaria dell’1 per cento, per ognuno dei giorni di ritardo;
  • breve, nel caso in cui la regolarizzazione avvenga entro 30 giorni dalla scadenza prevista, più precisamente dal 15° al 30° giorno. La sanzione da applicare, in questo caso, è dell’1,5 per cento e si essere calcolata sull’importo del tributo dovuto;
  • medio, la sanzione arriva all’1,67 per cento se il pagamento dell’IMU avviene entro 90 giorni dal termine previsto per il versamento o dalla scadenza della presentazione della dichiarazione, se la regolarizzazione si riferisce a omissioni o errori commessi in dichiarazione;
  • lungo, si applica al superamento dei 90 giorni di ritardo, a condizione che il pagamento sia effettuato entro il termine di 1 anno.

Il versamento per la regolarizzazione deve comprendere l’integrale pagamento dell’imposta dovuta e una sanzione pari al 3,75 per cento.

Una possibilità di regolarizzazione è prevista anche per i contribuenti che pagano con oltre un anno di ritardo.

Ravvedimento operoso “lunghissimo”: come funziona?

L’abrogazione del comma 1-bis dell’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997, ha aperto la strada a un’ulteriore possibilità di regolarizzazione per i contribuenti.

Anche chi provvede al versamento con oltre un anno di ritardo rispetto alla scadenza originaria dell’imposta può regolarizzare la situazione.

L’abrogazione della disposizione citata in precedenza ha esteso a tutti i tributi alcune riduzioni delle sanzioni in precedenza possibili in via esclusiva per i tributi erariali.

Anche per il ritardo nei versamenti IMU 2023 c’è la possibilità di adottare il cosiddetto ravvedimento operoso lunghissimo.

Nel caso in cui venga superato l’anno di ritardo nel pagamento, il contribuente può comunque regolarizzare la sua posizione senza l’applicazione della sanzione ordinaria del 30 per cento.

Si può infatti utilizzare il ravvedimento lunghissimo, da applicare nei casi di mancato versamento e regolarizzazione entro i due anni o, addirittura, oltre tale termine.

Se il pagamento avviene entro 2 anni dalla scadenza prevista o da quella di presentazione della dichiarazione periodica, deve essere pagata la sanzione ridotta a 1/7 di quella originariamente prevista. In termini percentuali la maggiorazione sarà del 4,29 per cento.

Nel caso di superamento del periodo di tempo di 2 anni, la sanzione aumenta al 5 per cento dell’imposta dovuta.

Infine si segnala un ultimo caso, quello in cui la regolarizzazione avviene successivamente alla ricezione del verbale di constatazione da parte del contribuente.

La sanzione può arrivare fino al 6 per cento.

Il contribuente è chiamato a pagare, in ogni caso, entro la data di notificazione dell’atto di accertamento, ovvero sempre prima dell’emissione della cartella esattoriale.

Oltre alle sanzioni, alle somme dovute si deve aggiungere le quote relative agli interessi di mora, che maturano giorno per giorno e devono essere calcolati di conseguenza.

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