Fase 2, riapertura aziende e ritorno a lavoro: cosa fare per essere in regola, la check list INL

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Si avvicina la Fase 2 e per la riapertura delle aziende è attesa sul protocollo da seguire per essere in regola: dalla sanificazione, fino all'informativa anti-contagio, dall'Ispettorato del Lavoro arriva una check list su cosa fare in vista del ritorno al lavoro per garantire la sicurezza.

Fase 2, riapertura aziende e ritorno a lavoro: cosa fare per essere in regola, la check list INL

La Fase 2 in avvio dal 4 maggio 2020 porterà alla graduale riapertura delle aziende ed al ritorno a lavoro.

In attesa del piano dettagliato di date e lavoratori che potranno tornare a lavoro, l’attenzione è tutta sulle attività da fare per essere in regola.

Dalla sanificazione della sede dell’attività aziendale, fino all’informativa anti-contagio per i lavoratori, un’utile check list di cosa fare per rispettare le regole di sicurezza contro la diffusione del coronavirus arriva dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

La nota INL n. 149 del 20 aprile 2020 illustra quali saranno i controlli che saranno effettuati nella Fase 2. La base di partenza da considerare per capire cosa fare per il rispetto delle regole di sicurezza, prima della riapertura e a cadenza giornaliera, è il Protocollo d’intesa siglato tra Governo e sindacati il 14 marzo 2020.

Non è ancora chiaro se vi sarà un aggiornamento alle regole individuate nel periodo di emergenza e cosa accadrà concretamente a partire dal 4 maggio 2020. Per fornire una bussola a chi si chiede come comportarsi a livello operativo, analizziamo quali saranno le attività di controllo alla base delle ispezioni dell’Ispettorato.

Fase 2, riapertura aziende e ritorno a lavoro: cosa fare per essere in regola, la check list INL

Prima di soffermarci su quali saranno i controlli effettuati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro e, quindi, quali le attività e misure anti-contagio che le aziende dovranno porre in essere in vista della Fase 2 e delle graduale riapertura, è bene soffermarsi sulla finalità degli accertamenti.

Così come riportato nella nota n. 149 del 20 aprile 2020, i controlli degli ispettori INL saranno finalizzati a verificare se ed in quale misura il datore di lavoro abbia adottato le misure di prevenzione previste dal Protocollo del 14 marzo.

Nel caso di inosservanza di una o più regole, non saranno applicate sanzioni. La check list dei controlli sarà trasmessa alle prefetture e saranno queste ad adottare eventuali misure nei confronti delle aziende.

Sono 13 i punti sui quali le aziende dovranno porre attenzione in vista della riapertura graduale, a partire dal 4 maggio 2020, prevista per la Fase 2:

  • Informazione;
  • Modalità di accesso in azienda;
  • Modalità di accesso dei fornitori esterni;
  • Pulizia e sanificazione in azienda;
  • Precauzioni igieniche personali;
  • Dispositivi di protezione individuale;
  • Gestione spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande o snack;
  • Organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e smart working, rimodulazione dei livelli produttivi;
  • Gestione entrata e uscita dei dipendenti;
  • Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione;
  • Gestione di una persone sintomatica in azienda;
  • Sorveglianza sanitaria, medico competente e RLS;
  • Aggiornamento del protocollo di regolamentazione.

Analizziamo di seguito alcuni dei punti più salienti, mettendo di seguito a disposizione la nota completa dell’Ispettorato per approfondire:

Ispettorato Nazionale del Lavoro - nota 149 del 20 aprile 2020
Covid19 – disposizioni per la prevenzione del contagio sui luoghi di lavoro - chiarimenti

Fase 2, dall’ingresso in azienda alla sanificazione giornaliera

La check list dei controlli sulla sicurezza all’interno delle aziende partirà dalla verifica delle disposizioni circa l’ingresso in azienda.

Tra le misure anti-contagio sul lavoro vi è infatti il controllo della temperatura corporea prima dell’accesso in sede. Se superiore a 37,5 gradi, sarà necessario isolare il dipendente, che dovrà a sua volta contattare il proprio medico curante.

Il datore di lavoro dovrà informare il personale che non potrà entrare in azienda chi negli ultimi 14 giorni ha avuto contatti con soggetti positivi al coronavirus o proviene da zone a rischio.

Specifiche regole sono previste anche per l’ingresso in sede di fornitori esterni: tra le indicazioni dell’Ispettorato vi è quella di individuare procedure di ingresso, transito ed uscita, con modalità, percorsi e tempi definiti. Bisognerà evitare il contatto con il personal in forza in reparti ed uffici.

Viene quindi evidenziata la necessità di predisporre servizi igienici dedicati al personale esterno. Da ridurre, inoltre, l’accesso ai visitatori esterni (come l’impresa di pulizia); in caso contrario, a questi saranno applicate tutte le regole aziendali.

Pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle sedi di lavoro saranno due delle parole chiave della Fase 2. L’INL verificherà se è garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.

Fase 2, riapertura aziende con precauzioni igieniche per mani e DPI

Il rispetto delle regole anti-contagio chiama in causa non solo l’azienda ma anche i dipendenti. Tutti dovranno adottare le precauzioni igieniche necessarie ai fini della riduzione del rischio.

Frequente pulizia delle mani, messa a disposizione da parte del datore di lavoro di adeguati mezzi detergenti sono due dei punti sui quali verteranno le verifiche dell’Ispettorato del Lavoro.

Nella nota del 20 aprile 2020 viene tuttavia evidenziata come l’adozione delle misure di igiene e dei dispositivi di protezione individuale è evidentemente legata alla disponibilità in commercio. In sostanza, c’è il rischio di non trovare in commercio DPI adeguati.

In tal caso, sarà possibile utilizzare anche mascherine chirurgiche e l’azienda potrà preparare il liquido detergente secondo le indicazioni dell’OMS.

Si legge nella nota INL che, tra le verifichce, gli ispettori dovranno accertare se, qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative sono comunque utilizzate delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc.) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

Il datore di lavoro dovrà dichiarare la conformità dei DPI adottati in azienda.

Smartworking e rimodulazione turni lavoro: un graduale ritorno alla normalità nella Fase 2

Il ritorno alla normalità sarà inevitabilmente graduale. Per le aziende sarà fondamentale una riorganizzazione dell’attività lavorativa e, ove possibile, bisognerà promuovere forme di lavoro a distanza.

Lo smartworking sarà al centro della Fase 2, affiancato da una riorganizzazione dei turni di lavoro.

Stando alle indicazioni contenute nella nota dell’Ispettorato, verrà verificato se, nella fase di emergenza, l’azienda ha assicurato un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili.

In parallelo, si verificherà se è stato utilizzato lo smart working per tutte quelle attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza.

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