Equo compenso: il testo è legge, le novità per i professionisti

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Il disegno di legge sull'equo compenso per i professionisti è legge. Il DDL è stato approvato definitivamente in Parlamento il 12 aprile 2023. Si tratta della retribuzione adeguata per gli autonomi nei confronti di grandi committenti e pubblica amministrazione

Equo compenso: il testo è legge, le novità per i professionisti

Dopo un percorso lungo più di 2 anni si chiude l’iter del DDL sull’equo compenso per i professionisti.

La Camera, nella seduta del 12 aprile 2023, ha approvato definitivamente il testo, che ora è atteso in Gazzetta Ufficiale.

Sono diverse le novità per i lavoratori autonomi a cui viene garantita una retribuzione adeguata, conforme ai parametri individuati da appositi decreti ministeriali, nei rapporti contrattuali che coinvolgono grandi imprese e pubblica amministrazione.

In particolare, si tratta dei cosiddetti contraenti forti, che nell’anno precedente all’incarico hanno impiegato più di 50 lavoratori, oppure che hanno ottenuto ricavi per più di 10 milioni.

Soddisfazione per l’approvazione del testo da parte del Governo e degli Ordini professionali che comunque auspicano ulteriori interventi di tutela.

Equo compenso: il testo è legge, le novità per i professionisti

La Camera, il 12 aprile 2023, ha approvato definitivamente il DDL sull’equo compenso per i professionisti, che dopo un iter che sembrava essere interminabile è legge. Si attende ora solamente la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Si tratta del provvedimento che garantisce a tutti i professionisti, iscritti o meno ad un Ordine, un compenso economico adeguato, una soglia minima sotto la quale non è possibile scendere.

La retribuzione viene erogata ai lavoratori autonomi in modo proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto e alle caratteristiche della prestazione e deve essere conforme ai parametri individuati da specifici decreti ministeriali.

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Al momento per quasi tutte le professioni ordinistiche tali valori sono quelli previsti dal decreto ministeriale n. 140/2012, i quali andranno aggiornati.

Per quanto riguarda le professioni non ordinistiche, i parametri saranno stabiliti da un apposito decreto che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà adottare entro due mesi dall’entrata in vigore della legge.

Nello specifico, il testo regola l’equo compenso per i rapporti contrattuali aventi ad oggetto prestazioni d’opera intellettuale che i professionisti stipulano con i cosiddetti contraenti forti, cioè nei casi in cui la controparte è in una posizione dominante, Che quindi potrebbe determinare uno squilibrio nei rapporti con il singolo professionista.

Si tratta di committenti come banche o imprese assicurative che nell’anno precedente al conferimento dell’incarico:

  • hanno impiegato più di 50 dipendenti;
  • hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro.

Rientrano in questa categoria anche la Pubblica Amministrazione e le società a partecipazione pubblica.

Non si applica, dunque, nei confronti delle realtà più piccole, come le PMI.

Alla luce delle novità, pertanto, le clausole che non prevedono un compenso equo e proporzionato all’opera prestata, tenendo conto a tale fine anche dei costi sostenuti dal lavoratore, sono nulle.

sono nulli anche i patti che vietano al professionista di pretendere acconti nel corso della prestazione o che impongono l’anticipo delle spese e che comunque attribuiscono vantaggi sproporzionati al committente rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.

Ad ogni modo la nullità delle clausole non comporta anche la nullità del contratto che rimane valido ed efficace per il resto.

Il testo di legge prevede anche l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sull’equo compenso che avrà il compito di vigilare sul rispetto delle disposizioni.

L’equo compenso per le prestazioni dei professionisti è legge, la soddisfazione degli Ordini

L’approvazione definitiva del disegno di legge sull’equo compenso dei professionisti è stata svolta con grande soddisfazione dalle Istituzioni di Governo e dagli Ordini, che comunque si auspicano che questo sia solamente un punto di partenza.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che è prima firmataria del testo, ha commentato così sul suo profilo Facebook:

“Una legge attesa da anni che ho voluto riproporre a inizio legislatura e di cui sono orgogliosamente prima firmataria insieme al collega Morrone. Ringrazio tutti i deputati e i senatori per questo importante traguardo raggiunto volto a restituire dignità e giustizia a tanti professionisti a cui per troppo tempo sono state imposte condizioni economicamente inique.”

Soddisfazione anche da parte della Ministra del Lavoro, Marina Calderone, che come si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale ha definito quella sull’equo compenso una "norma di civiltà”:

“che rappresenta appieno la visione del Governo sul mondo del lavoro grazie a un primo intervento che punta a rendere sempre più universali le tutele per tutti i lavoratori, dipendenti o autonomi che siano. Un traguardo atteso da lungo tempo dai professionisti italiani.”

Inoltre, si legge nel comunicato, a breve riprenderanno anche gli incontri del tavolo del lavoro autonomo per esaminare e proporre ulteriori interventi sulla disciplina e a sostegno e tutela del comparto.

Per il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Elbano De Nuccio, il via libera definitivo alla legge rappresenta un passaggio molto significativo:

“non solo perché si ampliano finalmente le tutele per i professionisti, ma anche perché questa legge è il frutto concreto di un positivo cambio di atteggiamento della politica nei confronti dell’universo delle libere professioni.”

Soddisfazione anche da parte del CNDCEC, dunque, ma con l’auspicio che le tutele possano essere ulteriormente estese in futuro. Un auspicio ribadito anche da Confcommercio che considera la legge come un punto di partenza e non di arrivo.

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