Equo compenso professionisti: DDL approvato alla Camera, le possibili novità per il 2023

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Con l'approvazione alla Camera del disegno di legge sull'equo compenso per i professionisti si verso l'ufficialità. Ora il testo, invariato rispetto a quello presentato lo scorso anno, è in esame al Senato. Le rappresentanze dei professionisti spingono per l'inserimento di diverse proposte di modifica

Equo compenso professionisti: DDL approvato alla Camera, le possibili novità per il 2023

L’iter del disegno di legge relativo all’equo compenso per i professionisti si sta avviando verso la conclusione. Il provvedimento è stato approvato all’unanimità dalla Camera e ora è al vaglio del Senato.

Il testo proposto è invariato rispetto a già presentato, e quasi approvato, durante la scorsa legislatura.

Il tavolo tecnico sul lavoro autonomo si è riunito nuovamente il 2 febbraio presso il Ministero del Lavoro. Le rappresentanze dei professionisti hanno sollecitato il Governo a valutare le proposte di modifica avanzate.

L’equo compenso previsto nel testo attuale, infatti, presenta alcune limitazioni legate alle dimensioni dell’impresa committente, dato che viene applicato alle aziende con almeno 50 dipendenti e 10 milioni di fatturato annuo.

Proposta anche l’estensione dell’equo compenso anche a chi non è iscritto a Ordini professionali.

Equo compenso professionisti: DDL approvato alla Camera, le possibili novità per il 2023

Il disegno di legge sull’equo compenso per i professionisti è stato approvato all’unanimità dalla Camera durante la seduta del 25 gennaio 2023. Ora il testo attende la valutazione da parte del Senato.

Il provvedimento, dunque, procede spedito il suo iter verso l’approvazione definitiva.

Il 2 febbraio 2023 si è tenuta la nuova riunione del tavolo tecnico sul lavoro autonomo.

In quella dello scorso novembre, la Ministra del Lavoro, Marina Marina Calderone, ha incontrato le rappresentanze degli Ordini, delle Casse e dei Sindacati dei professionisti e quelle delle associazioni di professionisti non iscritti a Ordini e Collegi professionali (legge n. 4/2013).

Si è discusso dell’implementazione di misure a sostegno e di riconoscimento del lavoro autonomo, come equo compenso, previdenza, sussidiarietà, formazione e orientamento.

Come affermato dalla Ministra, l’intento degli incontri è quello di:

“cogliere le sfide di questo tempo e di come rispondere con soluzioni pragmatiche alle tante sollecitazioni in atto. Lavoriamo per obiettivi e su aspetti concreti, dando attuazione a quel tavolo per gli autonomi previsto dalla legge n. 81/2017: un punto di partenza per ripensare il rapporto delle professioni con le istituzioni e la collettività.”

Uno dei temi principali in discussione è proprio quello dell’equo compenso, la cui ultima proposta di legge, si è arenata in Senato nella scorsa legislatura.

Si tratta di un compenso economico adeguato che viene erogato al professionista in modo proporzionato alle prestazioni e al lavoro svolto per i committenti come banche, assicurazioni e Pubbliche Amministrazioni. Una soglia minima al di sotto della quale un professionista non può essere pagato per una determinata prestazione.

Come previsto, si è partiti dal testo proposto durante la scorsa legislatura, al quale non sono state apportate modifiche.

Equo compenso professionisti: tra le possibili modifiche al DDL anche l’estensione della misura

Le rappresentanze dei professionisti spingono per l’inserimento di alcune proposte di modifica al testo del decreto, che però, come emerso dall’ultimo incontro, potrebbero essere prese in considerazione dal Governo solamente in seguito all’approvazione definitiva del disegno di legge.

Questi aggiustamenti dovrebbero riguardare in primo luogo i limiti dimensionali delle imprese che impiegano professionisti, dato che il testo attuale limita l’equo compenso solamente per i committenti con almeno 50 dipendenti e 10 milioni di euro di fatturato annuo.

Inoltre, proposte di modifica anche per estendere la platea di beneficiari dell’equo compenso, includendo anche i professionisti non iscritti a Ordini, e altre relative alla revisione dell’impianto sanzionatorio.

Come si legge nel comunicato stampa congiunto del 2 febbraio, ProfessionItaliane, Adepp e Confprofessioni e organismi di rappresentanza delle professioni ordinistiche ritengono che:

“al momento, risulta prioritaria ed urgente l’approvazione del ddl, concludendo un tormentato iter che nella passata legislatura si era interrotto, definendone i principi e le modalità applicative. Come già espresso in altre occasioni, occorrerà, però, che immediatamente si apportino quelle modifiche importanti che stanno molto a cuore ai professionisti italiani, a cominciare dall’estensione della platea dei committenti chiamati a rispettare il provvedimento dell’equo compenso ed a modifiche sul tema sanzionatorio.”

Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, ha dichiarato che al tavolo di lavoro è stata raccolta un’ampia convergenza per apportare modifiche al testo, possibilmente e già nel passaggio al Senato:

“abbiamo condiviso, con Ordini e Casse di previdenza un documento con numerose proposte, che sono state accolte favorevolmente dal ministro, cui va il plauso di aver riaperto il tavolo del lavoro autonomo, previsto dalla legge 81/2017.”

Si attende ora, dunque, l’approvazione del Senato. Resta da vedere se le modifiche proposte riusciranno ad entrare nel testo in questa fase o se ci vorrà ancora del tempo.

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