Entrate tributarie 2023: da gennaio a ottobre 434,6 miliardi nelle casse dello Stato

Online il report mensile del MEF sulle entrate tributarie 2023. Da gennaio a ottobre sono 434,6 i miliardi nelle casse dello Stato, il 5,8 per cento in più rispetto al 2022. In crescita sia le imposte dirette sia quelle indirette

Entrate tributarie 2023: da gennaio a ottobre 434,6 miliardi nelle casse dello Stato

Sono oltre 23 miliardi in più le entrate tributarie dei primi 10 mesi del 2023, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno 2022.

Da gennaio a ottobre sono entrati 434,6 miliardi di euro nelle casse dello Stato, un’aumento del 5,8 per cento.

A fornire il quadro della situazione è il bollettino mensile del Ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato il 5 dicembre.

Crescono sia le imposte dirette, del 7,9 per cento, sia quelle indirette, del 3,2 per cento. Diminuisce, invece, il gettito derivante dalle da attività di accertamento e controllo.

Entrate tributarie 2023: da gennaio a ottobre 434,6 miliardi nelle casse dello Stato

Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite il consueto bollettino mensile, pubblicato assieme alla nota tecnica il 5 dicembre 2023, ha comunicato i dati relativi alle entrate tributarie aggiornate al mese di ottobre.

Nei primi 10 mesi dell’anno la fotografia è quella di una crescita del 5,8 per cento, per un incremento complessivo di oltre 23 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Da gennaio a ottobre 2023, infatti, le entrate tributarie erariali accertate ammontano in base al criterio della competenza giuridica a 434,6 miliardi di euro.

In particolare nel mese di ottobre, le entrate tributarie sono state pari a 41,5 miliardi di euro, una crescita del 12,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, con una variazione positiva soprattutto delle imposte dirette.

Il Ministero, però, fa presente anche che a partire dal 2023 sono state introdotte alcune modifiche ai criteri di registrazione dei capitoli di bilancio tra le entrate tributarie e quelle extra-tributarie.

Ad esempio, il capitolo relativo al gioco del lotto nel 2022 faceva parte della sezione imposte indirette delle entrate tributarie, mentre da quest’anno viene considerato una entrata extra-tributaria.

In questo modo si determina una mancanza di omogeneità nei confronti tra i mesi e i periodi degli anni 2022 e 2023.

Vediamo ora quali sono le voci che hanno registrato le variazioni più pronunciate, sulla base dei dati forniti dal MEF e suddivisi tra imposte dirette e indirette.

Entrate tributarie, dati MEF gennaio-ottobre 2023: le imposte dirette

Nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2023 il bollettino mostra una crescita delle entrate derivanti dalle imposte dirette, aumentate di 17,8 miliardi di euro.

Nel complesso si registrano entrate per 244,8 miliardi di euro, con un aumento del 7,9 per cento.

Il gettito IRPEF si è attestato a 179,9 miliardi di euro, con un aumento di oltre 13 miliardi di euro, pari all’8,2 per cento. La crescita è dovuta principalmente all’effetto delle ritenute effettuate sui redditi dei dipendenti del settore privato (5,1 miliardi, più 7,1 per cento), anche se aumentano tutte le tipologie di ritenute.

Anche l’IRES ha fatto registrare una variazione positiva, del 15,7 per cento, per un totale di 4,2 miliardi di euro in più nelle casse dello Stato.

In crescita, poi, il gettito dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione TFR versata dai sostituti d’imposta (più 597 milioni di euro, più 104,9 per cento), il cui saldo, per l’anno di imposta 2022, è strettamente legato all’inflazione registrata lo scorso anno.

Si registra, invece, una variazione negativa per quanto riguarda il gettito derivante dall’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze, che ha registrato una contrazione di 2,2 miliardi di euro (meno 77,7 per cento) dovuta ai risultati del risparmio gestito nel 2022 rispetto al 2021.

Entrate tributarie, dati MEF gennaio-ottobre 2023: le imposte indirette

Meno pronunciata la crescita registrata per le imposte indirette, il cui incasso ammonta a circa 190 miliardi di euro. Circa 6 miliardi in più di entrate per lo Stato rispetto allo scorso anno, con un aumento che in percentuale vale il 3,2 per cento.

Aumentano le entrate derivanti dall’IVA, dell’1,7 per cento, per un totale di 2,2 miliardi di euro.

Le entrate sono così suddivise:

  • 116 miliardi di euro derivano dagli scambi interni;
  • 15,7 miliardi di euro dal prelievo sulle importazioni;

L’andamento del gettito dell’IVA relativo agli scambi interni risulta in crescita del 4,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Questi andamenti, sottolinea il Ministero, non tengono conto dei flussi derivanti dallo split payment che rappresentano una componente indistinta dell’IVA sugli scambi interni e quindi non imputabile ai singoli settori di attività economica.

Rispetto alla variazione positiva dell’IVA, fa registrare un calo, invece, l’imposta di bollo. Le relative entrate si sono ridotte del 12,3 per cento.

In calo anche l’imposta sulle assicurazioni (meno 2,7 per cento), mentre hanno registrato andamenti positivi l’imposta di registro (più 0,5 per cento) e l’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi (più 36,0 per cento).

L’incremento di quest’ultima riflette la temporanea riduzione delle accise prodotti energetici, introdotta, nel corso del 2022 per contrastare gli effetti economici derivanti dall’aumento del prezzo internazionale del petrolio greggio e dalla crisi in ucraina.

Le entrate tributarie erariali derivanti da attività di accertamento e controllo, infine, mostrano una lieve diminuzione dello 0,1 per cento, pari a 11 milioni di euro.

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