Direttiva case green, obiettivo via libera entro il 2023. Cosa prevede e scadenze per le ristrutturazioni

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Direttiva case green, Commissione e Consiglio europeo lavorano per l'approvazione entro il 2023, con il fine di dare il via al piano di riqualificazione energetica. Obiettivo emissioni zero entro il 2050. Il dettaglio di cosa prevede e scadenze per ristrutturare la propria casa al fine di adeguarsi alle nuove regole comunitarie

Direttiva case green, obiettivo via libera entro il 2023. Cosa prevede e scadenze per le ristrutturazioni

Cos’è la direttiva case green e quali saranno le conseguenze operative della sua attuazione?

Il 12 ottobre si è tenuta una riunione del “Trilogo”, ossia Parlamento, Consiglio e Commissione UE, con il fine di trovare un accordo sulla proposta di direttiva approvata il 14 marzo 2023 e per la quale si sta tentando di arrivare al via libera definitivo già entro la fine dell’anno.

La direttiva case green è stata al centro dell’attenzione nei mesi passati e torna ora in auge alla luce dello sprint dell’Europa. Si tratta di un testo importante che, nell’ambito del Green New Deal, si pone l’obiettivo di favorire il risparmio energetico guardando al settore immobiliare.

La battaglia è sui tempi: la proposta di direttiva approvata dal Parlamento UE prevede che gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero dal 2028. Scadenza anticipata al 2026 invece per gli edifici pubblici.

Sul fronte degli edifici residenziali esistenti è previsto un percorso per fasi, che prevede l’obbligo di raggiungimento della classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.

Il dettaglio delle novità in arrivo e delle scadenze previste in materia di ristrutturazione edilizia e risparmio energetico.

Cosa prevede la direttiva case green: l’obiettivo è migliorare le prestazioni energetiche degli edifici

Il testo della direttiva case green è stato approvato il 14 marzo scorso dal Parlamento UE e si avvia ora verso l’ultima fase di negoziato, con le riunioni del Trilogo chiamato a trovare un accordo per il via libera definitivo.

Le nuove norme si inseriscono nel percorso complesso del miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici che, stando a quanto evidenziato dalla direttiva, sono responsabili del 40 per cento del consumo finale di energia nell’Unione e del 36 per cento delle emissioni di gas a effetto serra associate all’energia.

Il 75 per cento degli edifici nell’UE è insufficiente sul piano energetico e il 42 per cento dell’energia utilizzata per il riscaldamento negli edifici deriva dal gas naturale.

La direttiva UE punta quindi a invertire la rotta, introducendo nuovi obiettivi in materia di prestazioni energetiche. Ed è sulle date e sulle scadenze che si gioca la partita decisiva.

È infatti l’articolo 9 del testo licenziato dal Parlamento Europeo che si stanno concentrando le trattative in corso che, attualmente, prevede un serrato calendario di scadenze in materia di classi energetiche obbligatorie da conseguire.

Gli edifici e le unità immobiliari di proprietà di enti pubblici, compresi le istituzioni, gli uffici, gli organi e le agenzie dell’Unione e quelli affittati da tali organi dopo l’entrata in vigore della direttiva dovranno conseguire:

  • dal 1º gennaio 2027, almeno la classe di prestazione energetica E;
  • dal 1º gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica D.

Gli edifici e le unità immobiliari non residenziali, diversi da quelli di cui sopra dovranno conseguire:

  • dal 1º gennaio 2027, almeno la classe di prestazione energetica E;
  • dal 1º gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica D.

Sul fronte degli edifici e delle unità immobiliari residenziali il calendario è altrettanto serrato e prevede il raggiungimento:

  • dal 1º gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica E;
  • dal 1º gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D.

Obblighi in vista anche per gli edifici di nuova costruzione che dovranno essere ad emissioni zero:

  • dal 1° gennaio 2026 per gli edifici di nuova costruzione occupati o gestiti da enti pubblici o di proprietà di questi ultimi;
  • dal 1° gennaio 2028 per tutti gli edifici di nuova costruzione.

Si tratterebbe in ogni caso soltanto di un primo passaggio di ristrutturazione globale del panorama edilizio esistente, considerando l’obbligo per gli Stati di prevedere ulteriori scadenze per l’ottenimento in via progressiva di classi di prestazione energetica superiore per gli edifici entro il 2040 e il 2050, con il fine di raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica.

Direttiva case green, il testo approvato dal Parlamento UE
Scarica il testo con le novità approvate il 14 marzo 2023

Direttiva case green, l’Italia chiede più tempo: serve la riforma dei bonus edilizi

In Italia vi sono un totale di 21 milioni di fabbricati in classe D, su un totale di 31 milioni.

Questi i dati forniti dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Picchetto Fratin, in Audizione presso la Commissione Ambiente della Camera il 12 ottobre.

Un numero di edifici per i quali difficilmente si riuscirà a rispettare le scadenze delineate dalla direttiva in discussione, ed è per questo che nell’ambito delle trattative in corso l’“Italia sta rimarcando la peculiarità del proprio contesto”.

La richiesta è quindi di individuare una parte di patrimonio esentabile per questioni economiche, prevedendo inoltre obiettivi temporali che siano realistici.

Per il Ministro si tratta di temi “particolarmente controversi” e servono inoltre “parametri omogenei per la fotografia iniziale del parco immobiliare”. L’Italia chiede quindi più tempo, anche al fine di dare il via ad una riforma dei bonus edilizi che punti proprio ad agevolare i contribuenti obbligati ad affrontare ristrutturazioni volte a raggiungere i nuovi obiettivi UE in materia di emissioni.

È infatti la stessa direttiva UE a prevedere che i singoli Stati dispongano “misure finanziarie adeguate, comprese sovvenzioni”, in particolare nei confronti delle alle famiglie vulnerabili, a medio reddito e alle persone che vivono in alloggi di edilizia popolare.

Ed è in tal senso che si inserisce il programma delineato dallo stesso Ministro in Commissione, annunciando l’avvio di una riforma che introduca detrazioni spalmate in 10 anni per le ristrutturazioni in ottica energetica, con possibilità di finanziamento delle spese e reintroduzione della cessione del credito.

La direttiva case green impone un cambio di passo anche sul fronte dei bonus edilizi esistenti e il Governo sarà quindi chiamato a ridefinire il variegato e spesso confuso panorama di incentivi ad oggi in vigore.

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