Delega fiscale, CNDCEC: no agli interpelli a pagamento

Francesco Rodorigo - Commercialisti ed esperti contabili

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, in audizione alla Camera, ha presentato alcune proposte di carattere generale in previsione della stesura dei decreti attuativi della legge delega di riforma fiscale. Chiesto di eliminare il contributo per le istanze di interpello e di valutare l'istituzione del Garante dei contribuenti

Delega fiscale, CNDCEC: no agli interpelli a pagamento

La legge delega con la riforma fiscale ha ottenuto un giudizio ampiamente positivo da parte del CNDCEC, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

In previsione della stesura dei decreti attuativi sono state presentate, durante un’audizione alla camera, alcune proposte di carattere generale per migliorare ulteriormente la riforma.

Come si legge nel comunicato dell’11 maggio, tra le varie proposte si chiede l’eliminazione del contributo previsto per la presentazione degli interpelli e di valutare l’introduzione della figura del Garante dei diritti del contribuente, con specifici poteri vincolanti.

Delega fiscale, CNDCEC: no agli interpelli a pagamento

Nel corso dell’audizione parlamentare presso la Commissione Finanze della Camera dell’11 maggio, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) ha ribadito il giudizio ampiamente positivo sulla legge delega e ha presentato alcune proposte relative a tematiche di interesse generale per migliorare ulteriormente la riforma fiscale in previsione della stesura dei decreti attuativi.

La legge delega è stata approvata lo scorso 16 marzo dal Consiglio dei Ministri e la strada per vedere in pratica le novità è ancora lunga. Tuttavia, entro l’estate dovrebbe essere raggiunta la prossima tappa, come anticipato da Maurizio Leo, il viceministro dell’Economia e delle Finanze.

Secondo il CNDCEC il disegno di legge potrebbe essere migliorato ulteriormente con alcune modifiche e integrazioni, proposte nel corso dell’audizione.

In particolare, il Consiglio dei commercialisti pone l’accento sulla questione degli interpelli a pagamento. La delega fiscale, infatti, prevede il pagamento di un contributo, da graduare in base a diversi fattori, per poter inviare un’istanza di interpello.

Una simile previsione andrebbe eliminata perché, secondo i commercialisti, rischia di snaturare le finalità di uno strumento di consulenza e di assistenza.

La soluzione al numero elevato di interpelli sottoposti all’amministrazione finanziaria è quella di incrementare il numero dei provvedimenti interpretativi di carattere generale, riservando gli interpelli solo per le questioni più complesse.

Il Garante dei contribuenti e le altre proposte del CNDCEC per la riforma fiscale

Tra le proposte presentate dal CNDCEC in audizione alla Camera, si legge nel comunicato stampa dell’11 maggio, c’è anche quella che riguarda l’introduzione del Garante dei diritti del contribuente.

Si tratta di una figura di garanzia nazionale, strutturata ed economicamente indipendente, a cui si attribuiscono specifici poteri nel fornire indicazioni vincolanti per l’amministrazione finanziaria in caso di fattispecie in contrasto con le previsioni dello statuto dei diritti del contribuente.

Inoltre, la categoria ha proposto una declinazione più ampia delle norme per favorire le aggregazioni tra gli studi professionali, con particolare riferimento:

  • all’ampliamento del regime forfettario anche alle società tra persone e alle associazioni professionali;
  • alla neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione sia verticale che orizzontale;
  • alla previsione di un regime opzionale di determinazione per cassa del reddito delle società tra professionisti costituite in forma di società di capitali.

Per quanto riguarda gli incentivi fiscali alle imprese, invece, per il CNDDCEC si dovrebbe prevedere una parità di trattamento tra tutti gli operatori economici, professionisti e imprese.

In materia di IVA, poi, è stato proposto di rivedere la disciplina, anche sanzionatoria, in materia di errori di fatturazione.

Infine, tra le proposte dei commercialisti, una revisione dell’istituto del reclamo/mediazione tributaria e il potenziamento delle premialità connesse all’adesione al regime dell’adempimento collaborativo.

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