Decreto flussi: la programmazione degli ingressi diventa triennale, nulla osta più veloce

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Il Consiglio dei Ministri n. 24 del 9 marzo 2023 ha approvato il nuovo decreto legge in materia di immigrazione. Tra i provvedimenti anche modifiche al decreto flussi, che diventa triennale, e la semplificazione dell'avvio dei rapporti di lavoro con il rilascio più veloce del nulla osta

Decreto flussi: la programmazione degli ingressi diventa triennale, nulla osta più veloce

Le quote di persone non comunitarie che possono entrare nel Paese con permessi di lavoro saranno stabilite dal Decreto Flussi non più per un anno ma per un triennio.

Questa una delle novità principali in materia di flussi di ingresso legale nel Paese, previste nel nuovo decreto legge approvato il 9 marzo 2023 dal Consiglio dei Ministri n. 24, convocato straordinariamente a Cutro, in provincia di Crotone.

Con le norme introdotte si prevede un rafforzamento degli strumenti di contrasto ai flussi irregolari e si semplificano le procedure per l’accesso legale. Lo si legge nel comunicato stampa del Governo del 9 marzo.

Il nulla osta sarà concesso più rapidamente e permetterà di lavorare anche in attesa del permesso di soggiorno. Il rinnovo di quest’ultimo poi avrà una durata di 3 anni anziché di 2.

Decreto flussi: la programmazione degli ingressi diventa triennale, nulla osta più veloce

Si è svolto ieri 9 marzo 2023 a Cutro, in provincia di Crotone, il Consiglio dei Ministri n. 24 durante il quale è stato approvato il nuovo decreto legge con “disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”.

Come si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito del Governo, le nuove norme prevedono un rinforzo degli strumenti di contrasto ai flussi migratori irregolari e semplificano le procedure di accesso legale nel Paese.

Le modifiche interessano, dunque, anche il Decreto Flussi, che ogni anno stabilisce la quota massima di persone non comunitarie che possono entrare nel Paese con permessi di lavoro.

La prima importante novità riguarda le nuove modalità di programmazione dei flussi di ingresso.

Le quote di persone non comunitarie da ammettere in Italia per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, non saranno più definite per un singolo anno ma per il triennio (per il 2023/2025).

Il nuovo Decreto Flussi, inoltre, dovrà essere approvato da una serie di enti e dalle Commissioni Parlamentari prima di diventare operativo.

Le quote saranno previste tenendo conto anche dell’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro. Queste, poi, saranno assegnate in via prioritaria ai lavoratori che provengono da Paesi che promuovono, per i propri cittadini, campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari.

Come accaduto negli ultimi anni, ai consulenti del lavoro e alle associazioni più rappresentative dei datori di lavoro, si legge nella bozza del testo in circolazione, sarà dato il compito di verificare il rispetto dei contratti di lavoro e la congruità del numero delle richieste presentate in relazione agli ingressi consentiti.

Decreto flussi: semplificata la procedura di rilascio del nulla osta ed estesa la durata del permesso di soggiorno

Tra i provvedimenti previsti dal nuovo decreto legge ci sono anche interventi volti a semplificare l’avvio del rapporto di lavoro tra i lavoratori non comunitari e le aziende italiane.

In attesa della sottoscrizione del contratto di soggiorno, infatti, il nulla osta permette lo svolgimento di attività lavorativa sul territorio nazionale.

Il rilascio del nulla osta, poi, sarà più rapido, in quanto sarà concesso anche nel caso in cui la questura non abbia acquisito le informazioni relative agli elementi ostativi nei termini indicati.

Nel caso in cui, poi, gli elementi ostativi dovessero essere confermati, il nulla osta e il permesso di soggiorno saranno revocati.

Un’altra novità riguarda la durata del permesso di soggiorno per motivi di lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare. I rinnovi, infatti, avranno una durata massima di tre anni anziché due come previsto attualmente.

Inoltre, il decreto dà priorità, rispetto ai nuovi richiedenti, ai datori di lavoro del settore agricolo che hanno fatto domanda e a cui non è stata assegnata la manodopera richiesta.

Infine, sono consentiti ingressi fuori quota ai lavoratori stranieri che abbiano superato, nel Paese di origine, i corsi di formazione riconosciuti dall’Italia e che saranno promossi dal Ministero del Lavoro.

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