DDL Semplificazioni: il commento di Riccardo Alemanno, presidente INT

Rosy D’Elia - Pubblica Amministrazione

DDL Semplificazioni: Riccardo Alemanno, presidente dell'Istituto Nazionale Tributaristi, in una nota commenta la non attinenza di alcuni emendamenti del Decreto approvato il 29 gennaio al Senato.

DDL Semplificazioni: il commento di Riccardo Alemanno, presidente INT

DDL Semplificazioni: Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, in una nota esprime un suo commento sulla non attinenza di alcuni emendamenti e riflette sull’esclusione di altri provvedimenti più in linea con il tema centrale del Decreto approvato il 29 gennaio 2019 al Senato.

Il testo passa ora alla Camera per la conversione definitiva in legge, che deve avvenire entro il 12 febbraio. Nell’iter oltre 60 emendamenti sono stati dichiarati inammissibili e il Presidente della Repubblica ha definito il testo eccessivamente disomogeneo.

DDL Semplificazioni: il commento di Riccardo Alemanno, presidente INT

“Attinenza”, infatti, è la parola chiave dei pensieri di fine gennaio sul DDL Semplificazioni di Riccardo Alemanno. Al di là del valore di alcuni emendamenti che sono stati inseriti nel testo del Decreto, il presidente INT si interroga sul criterio alla base delle scelte: nel DDL semplificazioni, ad esempio, trovano spazio rottamazione e Ires al 12% per gli enti no profit, ma non c’è posto per un emendamento che riguarda l’inserimento di oltre 350.000 indirizzi PEC di professionisti di cui alla L.4/2013 nell’INI-PEC.

Si tratta dell’indice nazionale della posta elettronica certificata pensato con lo scopo di facilitare la comunicazione tra cittadini, imprese, professionisti e istituzioni: perfettamente in linea con il tema della semplificazione.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa del 29 gennaio 2019 dell’Istituto Nazionale Tributaristi con le parole del presidente Riccardo Alemanno:


Pensieri di fine gennaio… (sul D.L. Semplificazioni)

Il decreto legge semplificazioni convertito in legge al Senato, era giunto in aula dopo il vaglio delle commissioni preposte che avevano provveduto, dopo la discussione, all’approvazione di emendamenti ovvero a svolgere il normale lavoro delle commissioni parlamentari.

Prima di proseguire voglio evidenziare che il D.L. in questione riporta questo titolo “decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”. Al Senato si sono resi conto, anche grazie a suggerimenti esterni, che molti emendamenti non erano attinenti alla materia trattata. Quindi, come dovrebbe essere sempre (peccato che non sia proprio così e neppure per il D.L. semplificazioni), la maggioranza degli emendamenti, ancorché approvati dalle commissioni, veniva stralciato.

La non attinenza è buona cosa, altrimenti i vari provvedimenti al di là “dell’assalto alla diligenza” da sempre perpetrato nelle aule parlamentari, rischierebbe di creare leggi estremamente differenti dai provvedimenti originari.

Bene, peccato che questa teoria non si concretizzi nella pratica, come ad esempio proprio nel D.L. Semplificazioni. Infatti è stato stralciato un emendamento in materia di semplificazione per la P.A., relativo all’indice INI-PEC dove a tutt’oggi non sono ricompresi gli indirizzi PEC di oltre 350.000 professionisti di cui alla L.4/2013 e ai quali la P.A. non può pertanto inviare atti o documenti tramite pec, modalità che farebbe risparmiare tempo e costi proprio alla stessa P.A., oltre che avere un indirizzario dove siano presenti con il proprio indirizzo pec tutti gli operatori economici del Paese.

Viene invece mantenuto un emendamento, questo è solo un esempio ma ce ne sono altri, relativo alla riapertura dei termini per taluni contribuenti “distratti” in tema di rottamazione. Ora qualcuno mi può spiegare cosa centra con la semplificazione questo emendamento?

Emendamento che peraltro personalmente condivido, ma qui la questione è un’altra, non di giustezza ma di attinenza. L’emendamento va a sostegno dei debitori dello stato, non necessariamente imprese, e sicuramente non rappresenta una semplificazione per la P.A. E allora che c’azzecca? Avrebbe detto qualcuno, qualche tempo fa. Io non lo so e spero che qualcuno possa spiegarmelo.

Detto ciò, vorrei chiarire che il D.L. in questione contiene norme interessanti e condivise, integrate in corso di discussione come l’estensione ai professionisti (tutti) dell’accesso alla sezione del Fondo di garanzia per chi ha crediti con la P.A. oppure la cancellazione della c.d. “tassa sulla bontà” per citarne alcune, ma circa quanto stralciato, a mio avviso ingiustamente, in tema di strumenti digitali di comunicazione, continueremo a chiedere equità e semplificazione anche in questo settore, nella convinzione che il digitale non può e non deve diventare una ulteriore arma di discriminazione e di complicazione e deve essere introdotto ed applicato con consapevolezza.

Forse non tutti capiranno questi miei pensieri, ma i miei colleghi tributaristi e gli amici di Confassociazioni sono certo di sì.

Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi e Vice Presidente vicario di Confassociazioni

DDL Semplificazioni: il Post Scriptum di Riccardo Alemanno sulla digitalizzazione

Digitalizzazione e semplificazione è un binomio che sta particolarmente a cuore a Riccardo Alemanno che ne sottolinea l’importanza anche nel Post Scriptum che accompagna il testo:

Ora attendiamo un altro veicolo legislativo per tentare questo piccolo, ma necessario miglioramento del nostro sistema oppure auguriamoci che, in tempi rapidi, l’AGID concretizzi quanto riportato nel Codice Amministrazione Digitale (CAD) all’art. 6-quater: Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato, non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese 1) È istituito il pubblico elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese, nel quale sono indicati i domicili eletti ai sensi dell’articolo 3-bis, comma 1-bis. La realizzazione e la gestione dell’Indice sono affidate all’AgID, che vi provvede avvalendosi delle strutture informatiche delle Camere di commercio già deputate alla gestione dell’elenco di cui all’articolo 6-bis.

L’augurio è che intervenga l’Agenzia per l’Italia Digitale, AGID, per trasformare in realtà ciò che il Codice dell’Amministrazione Digitale prevede per professionisti che non sono obbligati ad iscriversi ad albi professionali e per gli enti di diritto privato che non sono tenuti all’iscrizione al registro delle imprese.

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