Bonus 200 euro e il diritto negato all’uguaglianza

Salvatore Cuomo - Leggi e prassi

A chi 200 euro, a chi 150, a chi 350 se hai un assegno fino a 1.538 euro, no anzi se hai un reddito 2021 complessivo fino a 20.000 euro. Insomma, dalla volontà di assegnare un sostegno una tantum ecco il guazzabuglio di regole che rendono più complicato e costoso del dovuto il mero esercizio di un diritto sancito dalle norme.

Bonus 200 euro e il diritto negato all'uguaglianza

Non si è ancora esaurita l’attività di distribuzione ed assegnazione del bonus 200 euro di cui al Decreto Legge n. 50 del 17 maggio scorso, che vede i lavoratori autonomi ancora in attesa di poter presentare le istanze, ed ecco il Decreto Aiuti ter intervenire ancora una volta sul tema.

Il decreto approvato in Consiglio dei Ministri il 16 settembre assegna ulteriori 150 euro a coloro che rispetteranno l’ulteriore più stringente requisito reddituale dei 20.000 euro da questi previsto.

Bonus 200 euro e il diritto negato all’uguaglianza

In effetti dalla bozza del Decreto Aiuti ter in circolazione abbiamo i lavoratori dipendenti che si vedranno riconoscere l’ulteriore assegno di 150 qualora il loro stipendio lordo di novembre non ecceda i 1.538 euro.

I pensionati se non avranno conseguito un reddito personale IRPEF superiore ai 20.000 nel 2021 se lo vedranno riconoscere in automatico dall’INPS, sulla base dei dati già in proprio possesso, con l’assegno pensionistico di novembre, ma attenzione alle verifiche successive che potranno vedere richiedervi il rimborso di quanto ricevuto “indebitamente” pur senza averlo richiesto.

È del tutto plausibile che l’ente pensionistico non abbia conoscenza di altri dati reddituali del 2021 diversi da quanto possa risultare al casellario pensionistico, penso ad esempio redditi da locazione o di qualsiasi altra diversa natura, al momento della erogazione.

Ai percettori reddito di cittadinanza verrà riconosciuta d’ufficio l’indennità una tantum da 150 euro con a competenza di novembre.

Per i lavoratori autonomi l’indennità già prevista dalla Legge 91/2022 è incrementata di ulteriori 150 euro a condizione che abbiano conseguito un reddito complessivo non superiore ai 20.000 euro.

Altre specifiche regole per colf, lavoratori dello spettacolo, co.co.co e via discorrendo, chi a domanda e chi in automatico, chi senza limiti reddituali e chi con.

Vedremo poi il testo in Gazzetta Ufficiale cosa effettivamente prevedrà, ma non credo che il provvedimento così delineato cambierà sostanzialmente.

Nuovo bonus 150 euro: pagamento in automatico sulla base dei dati del modello Redditi 2022

Si è riusciti anche in questo caso, come per l’originario Decreto Legge n. 50/2022, a creare discrasie e disuguaglianze tra uguali.

Perché per alcuni soggetti è previsto un limite di stipendio e per altri un limite reddituale complessivo, perché per alcuni in automatico, peraltro per i pensionati a forte rischio di rimborso di un indebito su un non richiesto, e per altri a domanda?

Vorrei qui proporre una semplificazione procedurale, applicabile quantomeno ai lavoratori autonomi: atteso che il riferimento reddituale è quello del 2021 e che per le domande agli enti previdenziali non ancora presentabili ad oggi si avrà tempo fino al 30 novembre, la medesima scadenza della presentazione del modello Redditi, perché non dare incarico alla Agenzia delle Entrate di assegnare in automatico tale indennità a coloro che sulla base delle risultanze dei modelli appunto presentati risultino in regola con il requisito reddituale?

È così difficile?

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