Dall'ECOFIN alla Manovra 2026: la tassa sui piccoli pacchi extra UE viaggia a ritmo spedito e ha preso forma in uno degli emendamenti segnalati alla Legge di Bilancio
“Ragionevole e auspicabile”: con queste parole il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti aveva commentato la scorsa primavera un tassa di due euro sui pacchi che arrivano da paesi extra UE.
E dalle parole si passa ai fatti: l’ipotesi si fa sempre più concreta ed entra direttamente nella Manovra 2026.
Il 13 novembre scorso, infatti, Consiglio europeo ECOFIN ha raggiunto un accordo sull’eliminazione della soglia di esenzione dei dazi doganali e questa nuova forma di tassazione da Bruxelles a Roma è arrivata in tempo reale.
Come richiesto da Giorgetti e da altri colleghi, in sede comunitaria tutti d’accordo sulla possibilità di anticiparla al 2026.
È così che la novità ha preso forma negli emendamenti alla Legge di Bilancio e ha ottenuto un posto di rilievo: sarebbe, infatti, una delle proposte segnalate su cui i partiti di maggioranza faranno un punto oggi pomeriggio, 20 novembre.
Tassa sui pacchi extra UE dal 2026: dall’ECOFIN alla Manovra 2026
La volontà di chiedere un biglietto di ingresso per i piccoli pacchi che arrivano dai paesi extra UE nasce dal boom di spedizioni degli ultimi anni. Nel mirino gli ordini sulle piattaforme online in cui è possibile comprare di tutto e di più a prezzi fuori mercato: è lo stesso Parlamento UE a citare esplicitamente i casi di Temu e Shein nella presentazione della novità.
Ed è proprio alle piattaforme, non a chi acquista, che si richiede un contributo. Secondo i dati riportati dalla Commissione Europea, lo scorso anno sono arrivati 4,6 miliardi di articoli di basso valore, sotto i 150 euro che attualmente non sono sottoposti a dazi doganali.
Una mole importante che pone questioni non sono di “natura logistica” ma anche “ambientale”, aveva sottolineato Giorgetti durante il Festival dell’Economia di Trento la scorsa primavera
Il primo passo per imporre una tassa sui piccoli pacchi è stato fatto con l’eliminazione della soglia di esenzione dai dazi doganali per le merci che entrano nell’UE grazie all’accordo raggiunto il 13 novembre a Bruxelles.
Tassa sui pacchi extra UE: l’Italia punta a introdurre la novità già dal 2026
L’intesa comunitaria apre un periodo transitorio: la nuova norma, infatti, entrerà in vigore solo nel 2028 quando sarà operativa la nuova piattaforma doganale dell’UE. Ed è per questo che vista l’urgenza segnalata da alcuni paesi, tra questi l’Italia, si sta lavorando ad applicare la novità già dal 2026.
Detto. Fatto. Il testo da inserire nella Manovra 2026 è già pronto: si mette in cantiere un contributo di due euro per ogni spedizione che arriva a paesi non appartenenti all’Unione Europea. La tassa doganale, è bene specificare, graverebbe in ogni caso su chi vende e non su chi acquista.
La tempestività italiana, però, pone dubbi applicativi: nella formulazione della norma che si candida a entrare tra le novità della Manovra 2026 si fa riferimento alla “normativa dell’Unione europea in materia doganale e fiscale” che, però, non è stata ancora adeguata.
Come ha specificato il Consiglio Europeo, i lavori per sviluppare la soluzione che permetterà di giocare d’anticipo proseguiranno nelle prossime settimane. E l’attesa mal si sposa con la tabella di marcia della Legge di Bilancio, che dovrà essere approvata prima dal Senato e poi dalla Camera entro il 31 dicembre.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tassa sui pacchi extra UE: la novità pronta a entrare in Manovra