Reddito di cittadinanza 2022, tra spinte verso le offerte di lavoro e opportunità troppo deboli

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Reddito di cittadinanza 2022: portare i beneficiari ad accettare offerte di lavoro dovrebbe essere l'obiettivo della misura, ma è anche il punto in cui si arena il sistema. Con l'ultima Legge di Bilancio si prova a dare una nuova spinta in questo senso, ma le opportunità proposte sono ancora poche e deboli, come emerge dai dati INAPP 2021.

Reddito di cittadinanza 2022, tra spinte verso le offerte di lavoro e opportunità troppo deboli

Nuove leve per portare i percettori del reddito di cittadinanza 2022 ad accettare offerte di lavoro sono state inserite nell’ultima Legge di Bilancio. Ma dai dati forniti con l’Indagine Inapp-Plus 2021 e pubblicati da ANPAL, il sistema di ricerca delle opportunità lavorative continua ad essere il punto debole della misura.

Nel 2021 sono stati ancora troppo pochi i beneficiari che hanno firmato un Patto per il Lavoro e hanno accettato le proposte di Centri per l’Impiego e navigator.

La motivazione? Nella maggior parte dei casi le proposte non erano in linea con le competenze.

Tra le novità introdotte dalla Manovra e le persistenti criticità del sistema di ricerca del lavoro si rischia un corto circuito.

Reddito di cittadinanza 2022: le criticità delle offerte di lavoro

A fronte di una platea estesa di beneficiari del reddito di cittadinanza, i dati di gennaio diffusi dall’INPS parlano di 3 milioni di persone, il numero di coloro che trovano lavoro grazie a questo strumento resta sempre molto esiguo.

La misura è stata messa in campo per fare fronte a due esigenze:

  • riconoscere un supporto economico ai nuclei familiari in condizione di bisogno;
  • ricollocare i beneficiari sul mercato del lavoro.

Le due anime, però, fin dal debutto fanno fatica a coesistere e il sistema di ricerca del lavoro rappresenta il tallone di Achille del reddito di cittadinanza.

Secondo il report redatto dall’Istituto nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche e pubblicato dall’ANPAL il 23 febbraio, solo il 40,5 per cento dei beneficiari contattati dai Centri per l’Impiego nel 2021 ha firmato un Patto per il Lavoro, azione chiave per ottenere un’occupazione.

Di questi il 50 per cento ha ricevuto un’offerta di lavoro. E solo il 21,8 per cento l’ha accettata.

Hanno sottoscritto un Patto per il lavoro Percentuale
40,4
No 59,6
Totale 100,0
Hanno ricevuto un’offerta di lavoro (solo se hanno sottoscritto un Patto per il lavoro) Percentuale
Sì e l’ho accettata 21,8
Sì, ma non l’ho accettata 28,2
No 50,0
Totale 100,0

In altri termini durante lo scorso anno solo in poco più di 4 casi su 100 sono stati raggiunti gli obiettivi della misura: offrire sostegno economico e trovare un’occupazione ai beneficiari in cerca di lavoro o inattivi.

Nel frattempo, però, la Legge di Bilancio 2022 ha reso più rigide le regole da rispettare per poter mantenere i benefici del reddito di cittadinanza, ponendo l’accento proprio sulle offerte di lavoro.

Dal 1° gennaio 2022 è possibile rifiutare solo una offerta di lavoro congrua su due, e non due su tre. E, in presenza di alcune condizioni, l’assegno si riduce di 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è eventualmente rifiutata un’offerta congrua.

Ma come si fa a stabilire se una proposta è adeguata?

Sono diversi gli elementi su cui si articolano le valutazioni:

  • deve essere coerente con le esperienze e le competenze maturate;
  • il luogo di lavoro deve trovarsi entro 80 km o 100 minuti di viaggio con mezzi di trasporto pubblici; la seconda può riguardare tutto il territorio nazionale;
  • la retribuzione non deve essere inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi;
  • deve essere a tempo pieno o con un orario di lavoro non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno previsto nei contratti collettivi;
  • il contratto deve essere a tempo indeterminato, determinato o di somministrazione.

Stando ai dati INAPP, la maggior parte dei rifiuti riguarda un aspetto poco considerato sul piano operativo, eppure centrale per poter intraprendere una nuova esperienza lavorativa: le competenze pregresse.

Motivi del rifiuto dell’offertaPercentuale
Distanza eccessiva dalla mia residenza 7,9 per cento
Attività lavorativa non in linea con le mie competenze 53,6 per cento
Attività lavorativa non in linea con il mio titolo di studio 24,5 per cento
Stipendio eccessivamente basso 11,9 per cento
Motivi familiari (esigenze di cura, maternità, ecc.) 2,1 per cento
Totale 100,0

Stando alle dichiarazioni dei beneficiari, l’incontro tra domanda e offerta non va a buon fine perché le attività non sono in linea con le competenze o con i titoli di studio.

Reddito di cittadinanza 2022 tra offerte di lavoro e bonus assunzioni: i rischi

Da un lato, quindi, la Legge di Bilancio 2022 spinge ad accettare le proposte di Centri per l’Impiego e navigator, dall’altro il sistema non riesce a garantire adeguate opportunità.

Le criticità legate alla cosiddetta fase 2 del reddito di cittadinanza d’altronde non sono una novità.

La macchina organizzativa è partita in ritardo, ha puntato su figure nuove e poco definite come i navigator e su una rete debole di Centri per l’Impiego, ha dovuto fare i conti con le difficoltà universali e profonde determinate dalla pandemia.

Tra i beneficiari del reddito di cittadinanza e l’avvio di una nuova attività lavorativa ci sono innumerevoli fattori in gioco ed è difficile stabilire quali siano le cause dell’insuccesso della misura, ma le modifiche alla normativa introdotte con la Legge di Bilancio sembrano non tenerne conto e rischiano di mandare in corto circuito l’intero sistema di sostegno.

Come sottolinea il report INAPP, infine, nella Manovra sono state inserite altre novità che rischiano di diventare un boomerang:

  • nel circuito di ricerca del lavoro sono state inserite anche le agenzie private accreditate per i servizi al lavoro;
  • gli sgravi contributivi alle imprese per l’assunzione dei beneficiari sono stati estesi anche ai rapporti di lavoro a tempo determinato o parziale.

Nel testo si legge:

“Le imprese e le agenzie private per il lavoro potrebbero concentrare gli inserimenti lavorativi per l’ottenimento degli sgravi contributivi e dei rimborsi per i costi di mediazione quasi esclusivamente su forme contrattuali contingenti, marginalizzando le posizioni lavorative standard. Nel medio-lungo periodo, quindi, per tali soggetti vi potrebbe essere il rischio di ricadere nella condizione di richiedente e beneficiario di RdC, producendo un nuovo aggravio della spesa pubblica assistenziale e un aumento dei potenziali destinatari della misura”.

Le modifiche introdotte sulla normativa alla base del reddito di cittadinanza sembrano essere state approvate dimenticando due fattori fondamentali: i risultati ottenuti con il vecchio sistema e il contesto di applicazione.

Il risultato? Il rischio di un “circolo vizioso senza soluzione di continuità”.

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