Smart working 2024: nessuna nuova proroga per dipendenti privati e della pubblica amministrazione

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Nessuna nuova proroga in arrivo per lo smart working. Sono stati bocciati tutti gli emendamenti al testo di conversione in legge del decreto Milleproroghe 2024. Resta la scadenza del 31 marzo per i lavoratori del settore privato con figli under 14 e per i fragili. Ai dipendenti pubblici si applica quanto previsto dalla nuova direttiva del Ministero basata sugli accordi individuali

Smart working 2024: nessuna nuova proroga per dipendenti privati e della pubblica amministrazione

Si va verso la fine dello smart working con le modalità introdotte durante il periodi emergenziale.

Al momento non c’è l’intenzione da parte del Governo di prorogare la possibilità di lavorare in modalità agile per i fragili e i genitori di under 14 del settore privato e della pubblica amministrazione.

Tutti gli emendamenti presentati al testo di conversione in legge del decreto Milleproroghe 2024 che puntavano a prorogare e rendere strutturale lo smart working, infatti, sono stati respinti.

La scadenza per i fragili e i genitori con figli minori di 14 anni del settore privato resta al 31 marzo 2024.

Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, nel question time del 14 febbraio ha spiegato che il lavoro agile è una msiura emergenziale e non può più essere usata come tale. Per i fragili della PA ha sottolineando la necessità di seguire la nuova direttiva introdotta a gennaio.

Smart working 2024: nessuna nuova proroga per dipendenti privati e della pubblica amministrazione

Il diritto a lavorare in smart working per i fragili e i genitori con figli minori di 14 anni, introdotto durante l’emergenza sanitaria e più volte prorogato nel tempo potrebbe presto diventare un ricordo.

Il Governo, infatti, non sembra essere intenzionato a rendere strutturali o a rinnovare le misure, prorogando le scadenze attuali.

Attualmente, ricordiamo, il diritto allo smart working è in vigore fino al 31 marzo 2024, dopo la proroga disposta dal decreto anticipi a dicembre, ma solo per i lavoratori fragili maggiormente esposti a rischio Covid e i genitori con figli under 14 del settore privato.

Per i dipendenti della pubblica amministrazione e i lavoratori cosiddetti super fragili (affetti dalle patologie e condizioni individuate dal decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022 certificate dal medico competente) le tutele sono venute meno a fine 2023.

In quest’ultimo caso, i datori di lavoro dovevano assicurare lo svolgimento della prestazione in modalità agile anche adibendo i lavoratori a mansioni diverse tra quelle della medesima categoria o area di inquadramento e senza alcuna modifica alla retribuzione spettante.

Ebbene, almeno per il prossimo futuro, non ci sarà alcuna proroga per il termine del 31 marzo né verranno introdotte nuove tutele per i dipendenti della PA.

Sono infatti stati bocciati tutti gli emendamenti presentati al testo di conversione in legge del decreto Milleproroghe 2024 che proponevano a rendere strutturale o prorogare le misure, sia per il pubblico che per il privato.

La motivazione risiede nella questione della copertura finanziaria, insufficiente a consentire l’intervento.

Nel privato, dunque, il diritto allo smart working è assicurato fino al 31 marzo, poi tornerà ad essere strumento di conciliazione tra la vita privata e quella lavorativa, la cui disciplina è rimandata agli accordi aziendali.

Smart working 2024: chi ha diritto al lavoro agile fino al 31 marzo

Come detto, il diritto allo svolgimento della prestazione in modalità agile è confermato fino al 31 marzo 2024 per fragili e genitori di under 14 ma solo del settore privato.

I primi necessitano di un’apposita certificazione medica per dimostrare, sulla base delle valutazioni di un medico competente, la maggiore esposizione ai rischi da Covid sia per quanto riguarda l’età, sia la presenza di condizioni di rischio derivanti da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità.

Il ricorso allo smart working è comunque condizionato alla compatibilità del lavoro agile con le attività svolte.

Per quanto riguarda i genitori con figli under 14, invece, è necessario che nel nucleo familiare non sia presente un altro genitore lavoratore o che beneficia di strumenti di sostegno al reddito riconosciuti in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa.

Anche in questo caso il ricorso allo smart working è condizionato alla compatibilità con le attività svolte.

Smart working 2024 per la pubblica amministrazione: c’è la direttiva ministeriale

Per i dipendenti della pubblica amministrazione il diritto allo smart working è venuto meno lo scorso 31 dicembre. Dal 1° gennaio, quindi, è terminato il regime di tutela con il ritorno alle regole ordinarie e non sono previsti interventi in questo senso.

A confermarlo, ieri 14 febbraio, è stato anche il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che nell’interrogazione parlamentare in materia ha sottolineato come lo smart working, sebbene sia stato utilizzato molto durante l’emergenza sanitaria, non possa più essere utilizzato come strumento emergenziale.

“Superata la fase emergenziale, si è proceduto a un progressivo rientro in presenza e, dunque, alla riduzione del ricorso massivo all’utilizzo del lavoro agile, che da strumento emergenziale si è progressivamente riappropriato della sua reale natura di strumento organizzativo e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.”

Per questo motivo è necessario fare riferimento alla nuova direttiva emanata dal Ministero per la Pubblica Amministrazione lo scorso 29 dicembre, la quale rimette ai singoli dirigenti la possibilità di disporre lo smart working per i dipendenti della PA, secondo gli accordi individuali.

“La direttiva indirizza la dirigenza delle amministrazioni pubbliche a un utilizzo del lavoro agile orientandolo anche alla salvaguardia dei soggetti più esposti a rischi per la salute e a garantire, in caso di condizioni di salute personale e familiare documentate, gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando temporaneamente al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza.”

I lavoratori e le lavoratrici che dimostrano “gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari” avranno quindi la possibilità di svolgere l’attività in modalità agile previo accordo con i dirigenti responsabili.

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