Legge di Bilancio 2020, Piano Sud: novità su bonus e incentivi per il Mezzogiorno

Rosy D’Elia - Imposte

Piano Sud nella Legge di Bilancio 2020: novità su bonus e incentivi per il Mezzogiorno. Dall'ampliamento del credito di imposta ricerca e sviluppo al nuovo fondo «Cresci al Sud»: tutte le misure destinate alle regioni del Meridione inserite nel DDL presentato al Senato.

Legge di Bilancio 2020, Piano Sud: novità su bonus e incentivi per il Mezzogiorno

Piano Sud nella Legge di Bilancio 2020: dalla proroga del credito di imposta per investimenti in beni strumentali e l’ampliamento del credito di imposta ricerca e sviluppo all’istituzione del nuovo fondo “Cresci al Sud”, fino ad arrivare a una serie di interventi sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, il testo presentato in Senato ai primi di novembre propone la sua ricetta di misure per le regioni del Meridione.

Il 5 novembre l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno ha presentato il rapporto Svimez 2019 e ha sottolineato “un progressivo disimpegno della leva nazionale delle politiche di riequilibrio territoriale con conseguenze negative per l’intero Paese”.

I dati presentati sono preoccupanti: il PIL del 2018 al Sud è cresciuto di +0,6%, rispetto a +1% del 2017. Ristagnano soprattutto i consumi (+0,2%) rispetto al Centro-Nord, dove crescono del +0.7% e superano i livelli pre crisi.

Ancora più preoccupante è il crollo degli investimenti pubblici. Nel 2018, stima la Svimez, la spesa in conto capitale è scesa al Sud da 10,4 a 10,3 miliardi, nello stesso periodo al Centro-Nord è salita da 22,2 a 24,3 miliardi.

In questo contesto prenderanno vita le disposizioni inserite nel piano per il Sud messo a punto con la Legge di Bilancio 2020, e su questi dati dovrebbero avere un impatto.

Piano Sud: proroga dei bonus per gli investimenti ZES e beni strumentali

Il Disegno di Legge di Bilancio 2020 conferma, proroga e rende più favorevoli alcuni crediti di imposta concessi a chi investe nel mezzogiorno.

Nel dettaglio il testo, nella sua impostazione attuale, allunga i tempi per la fruizione dei bonus in due casi:

  • proroga al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone economiche speciali (ZES) commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 50 milioni di euro;
  • proroga al 31 dicembre 2020 il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nel Mezzogiorno, nella misura massima del 20 per cento per le piccole imprese, del 15 per cento per le medie e del 10 per cento per le grandi.

Di seguito un riepilogo delle nuove scadenze per accedere ai crediti di imposta previsti per gli investimenti nelle regioni del Sud.

Credito di impostaVecchia scadenzaNuova scadenza
Investimenti nel Mezzogiorno 31 dicembre 2019 31 dicembre 2020
Investimenti nelle ZES 31 dicembre 2020 31 dicembre 2022

Piano Sud: credito di imposta ricerca e sviluppo al 50 per cento per il Mezzogiorno

Anche per il credito di imposta sulle spese per investimenti in attività di ricerca e sviluppo, accessibile fino al 31 dicembre 2020, ci sono delle novità. In questo caso non si interviene sui tempi, ma sulla misura del bonus: solo per le regioni del Sud passa dal 25 al 50 per cento.

L’articolo 38 della Legge di Bilancio 2020 riporta la quota agevolabile delle spese sostenute, in eccedenza rispetto alla media degli investimenti realizzati in un determinato periodo al 50 per cento, ripristinando solo per il Sud il tetto inizialmente previsto. La misura era stata ridotta, infatti, dalla legge 145 del 2018.

Nelle schede di lettura del Senato sul DDL Bilancio 2020 aggiornate al 6 novembre 2019 si legge:

“La relazione tecnica precisa che, sulla base di dati ISTAT, la percentuale degli investimenti in ricerca e sviluppo per il settore delle imprese localizzate nel Centro-Nord risulta pari a circa il 75 per cento del totale, mentre il restante 25 per cento risulterebbe destinato alle regioni del Mezzogiorno. Trattandosi di un incremento della soglia agevolabile - limitata ad un’area territoriale - si stima una perdita di getto pari a 75 milioni di euro”.

Piano Sud, la Legge di Bilancio 2020 potenzia gli investimenti 4.0 nel mezzogiorno

Nel disegno di Legge di Bilancio, inoltre, è prevista una maggiorazione del contributo statale per gli investimenti “Industria 4.0” realizzati dalle micro e piccole imprese nel Mezzogiorno.

Nell’articolo 26 si prevede un rifinanziamento di 105 milioni di euro per l’anno 2020, di 97 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2024 e di 47 milioni di euro per l’anno 2025 della cosiddetta Nuova Sabatini, finalizzata alla concessione di finanziamenti agevolati per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, compresi quelli che rientrano nell’ambito dell’“Industria 4.0” e un correlato contributo statale in conto impianti rapportato agli interessi calcolati sui predetti finanziamenti.

Lo stesso articolo, per rafforzare il sostegno agli investimenti innovativi realizzati dalle micro e piccole imprese nelle Mezzogiorno, riserva 60 milioni di euro alla maggiorazione del contributo statale dal 30 per cento al 100 per cento per le micro e piccole imprese che effettuano investimenti “Industria 4.0” nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Nasce il Fondo “Cresci al Sud” con la Legge di Bilancio 2020

L’articolo 39, invece, non interviene su agevolazioni già previste ma inserisce un elemento del tutto nuovo nel sistema di incentivi pensati per il Sud.

Con la Legge di Bilancio 2020, stando all’impostazione attuale, nasce il Fondo “Cresci al Sud” della durata di 12 anni, “a sostegno della competitività e della crescita dimensionale delle piccole e medie imprese meridionali”.

Ha una dotazione iniziale di 150 milioni per il 2020 e di 100 milioni per il 2021, a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

La gestione è affidata ad Invitalia S.p.A., Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.

Il testo di legge prevede che anche investitori istituzionali, pubblici e privati, individuati da Invitalia, da Cassa depositi e prestiti, dalla Banca europea per gli investimenti e dal Fondo europeo per gli investimenti possano sottoscrivere quote aggiuntive del Fondo.

Piano Sud, novità per il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione

Così come il Fondo “Cresci al Sud”, una serie di altre misure attingono al serbatoio di risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

Anche sulle procedure di programmazione ed attuazione degli interventi finanziati dal FSC interviene la Legge di Bilancio 2020.

Tra le novità più rilevanti vengono modificati i criteri per l’inserimento dei singoli interventi finanziati con le risorse a disposizione nel Piano unitario denominato Piano sviluppo e coesione, e si inseriscono le cinque nuove missioni della politica di coesione, individuate dalla Nota di aggiornamento al DEF 2019:

  • lotta alla povertà educativa minorile;
  • sostegno alle infrastrutture;
  • attuazione del Green New Deal al Sud e nelle aree interne;
  • il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa;
  • il pivot mediterraneo.

Nel quadro di sintesi degli interventi del DDL Bilancio 2020, aggiornato all’11 novembre, si legge:

“Sul Fondo di sviluppo e coesione interviene anche la Sezione II del disegno di legge di bilancio, attraverso un rifinanziamento (in soli termini di competenza) di 5 miliardi di euro (800 milioni nel 2021 e nel 2022 e i restanti 3.400 milioni nelle annualità 2023-2025), una riprogrammazione che anticipa 1 miliardo al 2020 dalle annualità successive (sempre solo in termini di competenza), nonché un definanziamento (sia in termini di competenza che di cassa) di 761 milioni nel 2020, di 111 milioni nel 2021, di 86 milioni nel 2022 e di 26 milioni nel 2023, utilizzati di fatto a copertura degli oneri recati da altre disposizioni dell’articolato”.

Inoltre, nell’ambito delle risorse del Fondo Sviluppo e coesione una novità riguarda l’introduzione di un contributo di 300 milioni per il quadriennio 2020-2023, 75 ogni anni anno, da destinare a investimenti in infrastrutture sociali, destinato ai comuni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Gli investimenti riguarderanno le infrastrutture destinate ai settori dell’istruzione, della salute e ad altri servizi per la comunità. L’adozione delle modalità attuative sarà definita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da emanare entro il 31 marzo 2020.

Piano Sud Legge di Bilancio 2020: rafforzamento clausola investimenti 34% al Mezzogiorno

Infine, nel Piano per il Sud messa a punto nel Disegno di Legge di Bilancio 2020 un ingrediente fondamentale è l’intervento sulla cosiddetta clausola del 34%.

Con le disposizioni dell’articolo 34, si modificano le modalità di definizione e di verifica dell’applicazione della clausola sulla destinazione alle regioni del Mezzogiorno delle risorse ordinarie in conto capitale.

Per il principio del riequilibrio territoriale, l’articolo 7-bis del D.L. n. 243 del 2016 ha introdotto il criterio di assegnazione differenziale di risorse aggiuntive a favore degli interventi nei territori delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna.

E ha stabilito che le Amministrazioni centrali dello Stato debbano destinare agli interventi nelle regioni del Mezzogiorno un volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento, il 34%, o conforme ad altro criterio relativo a specifiche criticità.

Con la Legge di Bilancio 2020, si sostituisce ilcomma 2 dell’articolo 7-bis del D.L. n. 243 del 2016 e si introducono una serie di novità:

  • unico criterio di riferimento per l’assegnazione differenziale delle risorse in favore del Mezzogiorno diventa la popolazione, si esclude la possibilità di indicare “altro criterio relativo a specifiche criticità”, da individuare nel DEF su indicazione del Ministro per il Sud, ai fini della determinazione della percentuale di riserva di investimenti da destinare alle regioni del Mezzogiorno;
  • non è più prevista l’individuazione annuale, in sede di DEF su proposta del Ministro per il Sud, dei programmi di spesa in conto capitale interessati dall’applicazione della regola del 34%. Si ipotizza che l’individuazione dei programmi di spesa verrà effettuata autonomamente dalle singole amministrazioni.

E per quanto riguarda le risorse oggetto di ripartizione differenziale, nelle schede di lettura del testo presentato al Senato si legge:

“Non si fa più riferimento agli stanziamenti ordinari in conto capitale, in quanto la nuova formulazione considera, ora, le risorse dei programmi di spesa in conto capitale finalizzati alla crescita o al sostegno degli investimenti, da assegnare sull’intero territorio nazionale, per i quali non si abbiano criteri o indicatori di attribuzione già individuati.

Tale nuova formulazione, di fatto, conferma l’esclusione, dalla regola del 34%, delle risorse nazionali aggiuntive iscritte sul Fondo sviluppo e coesione (FSC) e quelle derivanti dai fondi strutturali e di investimenti europei (SIE) e dal relativo cofinanziamento nazionale, in quanto assoggettate a specifica chiave di riparto (80% al Sud e 20% al Centro Nord). Tali Fondi, peraltro, erano già stati espressamente esclusi dal D.P.C.M. 10 maggio 2019, nella definizione degli “stanziamenti ordinari in conto capitale”.

Le modifiche previste per l’applicazione della clausola del 34% rappresentano la volontà di intervenire, con la Legge di Bilancio, mettendo in atto una revisione del meccanismo dell’utilizzo di fondi e risorse, a livello macro, che viaggia al fianco di un piano di interventi micro, come la proroga e l’ampliamento dei crediti di imposta.

Stando ai dati Svimez 2019, la sfida del Mezzogiorno si deve necessariamente giocare su entrambi i livelli, micro e macro, ma resta non semplice da affrontare.

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