Indennità di licenziamento, ecco le novità della Legge di Bilancio 2018

Redazione - Leggi e prassi

Indennità di licenziamento raddoppiata: è questa la novità che la Commissione Lavoro della Camera chiederà di inserire nella Legge di Bilancio 2018. Ecco come cambierà il Jobs Act.

Indennità di licenziamento, ecco le novità della Legge di Bilancio 2018

Indennità di licenziamento più costosa per le imprese: è questa una delle novità che sarà proposta dalla Commissione Lavoro della Camera e che potrebbe essere inserita in Legge di Bilancio 2018.

Secondo quanto ad oggi confermato dal Presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, l’indennità di licenziamento spettante al dipendente licenziato per motivi illegittimi e diversi dalla giusta causa raddoppierà dal prossimo anno.

Una modifica al Jobs Act che potrebbe in parte attenuare gli effetti dell’abolizione dell’articolo 18 e che ha l’obiettivo principale di disincentivare i licenziamenti e di favorire i rapporti di lavoro stabili.

La novità che verrà proposta in sede di discussione della Legge di Bilancio 2018 alla Camera si aggiunge alle nuove regole in merito al ticket di licenziamento, anch’esso d’importo raddoppiato per le imprese a partire dal prossimo anno.

Indennità di licenziamento, ecco le novità della Legge di Bilancio 2018

Una delle proposte che la Commissione Lavoro della Camera presenterà in sede di discussione della Legge di Bilancio 2018 sarà il raddoppio dell’indennità di licenziamento spettante al lavoratore.

Secondo quanto affermato da Cesare Damiano, la proposta chiederà di modificare il numero di mensilità che spettano al lavoratore rispetto a quanto attualmente previsto dal Jobs Act.

In pratica si passerebbe dalla forbice delle 4/24 mensilità ad un minimo di 8 mesi di indennizzo fino ad un massimo di 36 mensilità da corrispondere al lavoratore nel caso di licenziamento illegittimo e quindi per motivi diversi dalla giusta causa.

Le novità, qualora approvate in Commissione e dalla Camera, riguarderebbero le aziende con più di 15 dipendenti, ovvero le imprese medio grandi così come attualmente previsto dal Jobs Act.

In sostanza, il dipendente licenziato illegittimamente dall’azienda potrà esser risarcito per un massimo di 36 mesi, ed in ogni caso il minimo di indennità non potrà essere inferiore agli otto mesi di retribuzione.

Una novità che la Commissione Lavoro intende inserire in Legge di Bilancio 2018 per due ragioni: da un lato per ripristinare le tutele previste in caso di licenziamento illegittimo del lavoratore e attenuare gli effetti dell’abolizione dell’articolo 18 e, dall’altro, per rendere meno sconveniente per le imprese licenziare i propri dipendenti.

Indennità di licenziamento, cosa prevede oggi il Jobs Act

Modificare il Jobs Act e reintrodurre, seppur in pillole, alcune delle tutele previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori è, ovviamente, una scelta legata più ad equilibri politici che altro.

Il Jobs Act ha infatti fortemente modificato le tutele previste per i lavoratori in caso di licenziamento, introducendo il cosiddetto contratto a tutele crescenti: l’indennizzo economico spettante è proporzionale all’anzianità di servizio.

Nel caso di licenziamento dichiarato illegittimo dal giudice è ad oggi previsto per il datore di lavoro l’obbligo di pagamento di un’indennità dalle 4 alle 24 mensilità, calcolate in base all’anzianità lavorativa in azienda del dipendente.

Il diritto alla reintegra spetta soltanto quando il datore di lavoro licenzia un proprio dipendente per motivi discriminatori o se intimato in forma orale o se relativo ad un fatto per il quale si dimostri l’insussistenza.

Per maggiori dettagli i lettori possono consultare l’approfondimento relativo alle regole attuali sul licenziamento così come previsto dal Jobs Act.

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