Il ruolo delle dichiarazioni precompilate tra scenari futuri e prospettive ideali

Salvatore Cuomo - Dichiarazioni e adempimenti

Le dichiarazioni precompilate guadagnano sempre più terreno, così come la tecnologia assume un ruolo sempre più importante nei rapporti tra cittadini e cittadine e Amministrazione finanziaria. Una riflessione sul tema tra scenari futuri già tracciati e prospettive ideali

Il ruolo delle dichiarazioni precompilate tra scenari futuri e prospettive ideali

L’evoluzione tecnologica del “digitale” nelle procedure contabili si tocca ormai con mano nel quotidiano.

La fatturazione elettronica, dopo il suo avvento generalizzato nel 2019, ha rivoluzionato le procedure amministrative di imprese e professionisti e dal 2024 con la definitiva estensione al regime forfettario, ancora per pochi mesi limitata a coloro che avevano incassato più di 25.000 euro nel 2021, i residui casi di esenzione sono ridotti principalmente a prestazioni sanitarie e ASD in regime di opzione di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398, oltre che alle Pro loco e poco altro.

Difficilmente si trovano contribuenti o professionisti che vorrebbero tornare alla condizione in essere fino al 2018.

Quindi ben vengano gli strumenti di ausilio messi a disposizione di cittadini ed imprese da parte dalle agenzie fiscali, se efficaci e di utilità per contribuenti ed Erario.

Ben venga anche l’introduzione dei modelli precompilati per facilitare l’adempimento dichiarativo di dipendenti e pensionati, che dovrebbe, però, sempre accompagnarsi a un parallelo processo di semplificazione normativa.

Lo Stato consulente fiscale?

È ineludibile che la diffusione di sempre nuove e più performanti tecnologie informatiche digitali porteranno nel medio lungo periodo in questa direzione: ci sarà sempre meno “mercato” per le professioni contabili ma un conto è prendere atto di questa prospettiva, figlia della evoluzione dei tempi altro conto è invece assistere allo scenario che si sta delineando.

Con l’estensione delle versioni precompilate, dal modello 730 ai Registri ed alla Dichiarazione IVA di oggi, e i passi verso la predisposizione delle Dichiarazioni dei Redditi di imprese e professionisti, sembra che lo Stato voglia entrare sempre più nella attività esecutiva dei processi contabili e dichiarativi, quasi a volersi sostituire a software house e professioni tributarie.

Sarebbe, però, prioritario per il Parlamento concentrarsi sulla sua competenza principale: la produzione normativa. Allo stesso modo Governo e agenzie fiscali dovrebbero prioritariamente vigilare sulla corretta applicazione delle stesse norme, lasciando al contribuente ed al libero mercato l’attività di applicazione pratica delle norme nella esecuzione degli adempimenti.

Lo scenario ideale?

Al Legislatore l’attività “a monte” di produzione delle norme. Al mercato, inteso come contribuente e attività di servizi a supporto, l’attività “intermedia” di esecuzione degli adempimenti. Alle Agenzie Fiscali l’attività “a valle” di controllo e di ausilio al Contribuente.

Il ruolo delle dichiarazioni precompilate

Tornando sulle precompilate sarebbe utile averle come mezzo di ausilio ad uso di entrambe le parti consentendo il raffronto dei dati a disposizione del contribuente con quelli del Fisco per verificarne reciprocamente la correttezza o, ancora meglio, aggiungere ad esse una funzione semplificativa.

Dal punto di vista pratico ideale sarebbe consentire al contribuente di usare i dati a disposizione dei Fisco per predisporre il modello precompilato.

Si avrebbe così il risultato di estendere la fruizione dei dati acquisiti dal database del Fisco anche al cosiddetto “popolo delle partite IVA”, a cui è oggi preclusa la possibilità di usufruire del modello precompilato, così dando un vero senso al grande lavoro effettuato a monte dai soggetti tenuti all’invio dei dati e dai loro professionisti, oggi sottoutilizzato.

Attendiamo tutti che la riforma fiscale in cantiere spinga l’acceleratore della semplificazione degli adempimenti e confermi ruoli e prerogative di ciascuna parte coinvolta.

Il Governo, nel frattempo, potrebbe già anticipare alcuni passaggi con soluzioni semplici come quella appena descritta. Vuol dire chiedere troppo?

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