Coronavirus, aiuti imprese: il pacchetto MISE nel decreto legge approvato in Cdm

Rosy D’Elia - Incentivi alle imprese

Coronavirus, aiuti imprese: su iniziativa MISE, inserito nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2020 il pacchetto di misure per far fronte all'impatto economico. Definite le prime agevolazioni per intervenire a supporto di famiglie, lavoratori e imprese nei comuni delle zone maggiormente colpite, in arrivo anche un secondo decreto con azioni trasversali sui settori che risentono maggiormente dell'emergenza.

Coronavirus, aiuti imprese: il pacchetto MISE nel decreto legge approvato in Cdm

Coronavirus, aiuti imprese: su iniziativa del MISE nel decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2020 e in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è stato inserito un pacchetto di misure per far fronte all’impatto economico dell’emergenza.

Definite le prima agevolazioni per intervenire a supporto di famiglie, lavoratori e imprese che si trovano nella zona rossa. In arrivo anche un secondo testo, con azioni trasversali sui settori che risentono maggiormente dell’emergenza.

Gli interventi operano su due fronti: da un lato agevolazioni per le aziende della zona rossa e dei territori colpiti direttamente e dall’altro azioni trasversali di sostegno ai settori maggiormente danneggiati, al di là dei confini territoriali.

Nella giornata del 25 febbraio nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e delle professioni avevano incontrato il ministro Stefano Patuanelli per confrontarsi sulla strategia migliore.

Su un punto tutti d’accordo: bisogna garantire la necessaria liquidità alle imprese.

Nel frattempo il 27 febbraio 2020 Abi, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Alleanza Cooperative, Rete Imprese Italia, Cgil, Cisl, Uil con una nota congiunta lanciavano il loro appello per tornare alla normalità:

“Dopo i primi giorni di emergenza, è ora importante valutare con equilibrio la situazione per procedere a una rapida normalizzazione, consentendo di riavviare tutte le attività ora bloccate e mettere in condizione le imprese e i lavoratori di tutti i territori di lavorare in modo proficuo e sicuro a beneficio del Paese, evitando di diffondere sui mezzi di informazione una immagine e una percezione, soprattutto nei confronti dei partner internazionali, che rischia di danneggiare durevolmente il nostro Made in Italy e il turismo”.

Coronavirus, aiuti imprese: definite dal MISE le misure del decreto in arrivo

Oltre al decreto legge numero 6 del 2020 approvato nella serata del 23 febbraio e alle disposizioni MEF con la sospensione delle scadenze fiscali, il Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2020 ha approvato altri due provvedimenti:

  • un decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2020, con prime misure economiche urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese, in cui trovano spazio anche le indicazioni del MISE;
  • un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che recepisce e proroga alcune delle misure già adottate per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e ne introduce di nuove.

E, come si legge nella notizia pubblicata il 29 febbraio dal Ministero dello Sviluppo Economico, si guarda già al prossimo intervento:

“Il Ministro Patuanelli è già impegnato a definire, insieme con tutto il Governo, un secondo pacchetto di misure che verrà approvato prossimamente e che conterrà nuovi interventi per fronteggiare l’impatto economico, diretto e indiretto, del sistema imprenditoriale e delle filiere coinvolte da questa emergenza”.

La sfida è trovare la formula giusta per tenere in equilibrio l’economia messa a dura prova dallo stop imposto dall’emergenza.

Intanto nel decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 28 febbraio trovano spazio gli aiuti alle imprese che si trovano nei territori colpiti direttamente dal Coronavirus:

  • rafforzamento dell’intervento del Fondo di garanzia per le PMI: potenziamento del fondo portandolo fino a 750 milioni di euro e priorità automatica di accesso alle imprese che si trovano all’interno della zona rossa, riconoscendo il massimo della garanzia concedibile (80%) e prevedendo la gratuità degli oneri della pratica. La misura si applicherà anche alle PMI ubicate in aree limitrofe alla zona rossa ovvero a quelle appartenenti ad una filiera produttiva particolarmente colpita dall’emergenza;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 dei pagamenti dei premi assicurativi;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 dei pagamenti di bollette elettriche, idriche, gas e dei rifiuti;
  • sospensione fino al 30 aprile 2020 del diritto annuale e delle sanzioni amministrative dovuti alla Camera di Commercio;
  • l’entrata in vigore delle procedure di allerta stabilite dal Codice delle crisi d’impresa per tutte le PMI viene prorogata fino al 15 febbraio 2021;
  • sospensione fino al 31 dicembre 2020 dei pagamenti dei mutui agevolati concessi da Invitalia, relativi soprattutto a imprenditoria giovanile e femminile;
  • proroga di tutti i bandi aperti per l’accesso alle misure incentivanti del Ministero dello Sviluppo Economico.

Si tratta di misure che erano state già in parte anticipate dal ministro Stefano Patuanelli nei giorni precedenti all’approvazione.

Coronavirus, aiuti imprese: al MISE lo studio delle misure per i settori coinvolti

Ma non è solo nei territori più caldi dell’emergenza coronavirus che bisogna intervenire: l’impatto economico ha i suoi effetti su tutto il sistema.

“Con il Ministero dell’Economia e delle Finanze si stanno valutando le indennità per danno diretto e indiretto, che attueremo con un secondo pacchetto più ampio assieme ad altre misure”

Ha assicurato Stefano Patuanelli al termine della riunione che si è tenuta il 25 febbraio nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico.

E infatti si guarda anche oltre le singole Regioni. Forme di contributi per la ripresa delle attività per le imprese direttamente danneggiate e sostegno alle aziende che hanno subito danni indiretti: sono due le linee direttive da seguire.

La conferma e la misura di un nuovo decreto a cui il governo sta lavorando arriva anche dalle ultime dichiarazioni di Roberto Gualtieri, Ministro alla guida del MEF. Ammonterebbero a 3,6 miliardi le risorse aggiuntive da mettere in campo.

La seconda direzione deve essere trasversale e riguarda i settori più esposti:

  • grande distribuzione organizzata;
  • turismo;
  • trasporti;
  • logistica;
  • forniture.

In particolare, sul turismo il ministro Patuanelli ha sottolineato:

“Bisogna far fronte al fatto che molte prenotazioni vengono cancellate, alcune anche a lungo raggio per il periodo estivo, altre direttamente per questi giorni. Si tratta di viaggi già pagati che ovviamente le società di turismo dovranno rifondere agli utenti e per questo dobbiamo garantire la disponibilità economica per queste imprese”.

Stop e ripresa a causa del coronavirus hanno un impatto economico importante. Nella nota congiunta diffusa il 27 febbraio 2020, imprese, associazioni di categorie e sindacati chiedono al governo i presupposti per una spinta in avanti:

“Oltre alle misure urgenti che il Governo ha adottato, o si appresta ad adottare, di necessario sostegno alle imprese e al reddito dei lavoratori, questo è il momento per costruire un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese che contempli misure forti e straordinarie per riportare il lavoro e la nostra economia su un percorso di crescita stabile e duratura”.

Non sarà facile, l’emergenza sanitaria mette in discussione i piani del governo sul fronte economico e impone all’Italia di chiedere flessibilità anche in Europa.

Nel frattempo, le dichiarazioni di Patuanelli al termine della riunione al MISE sono in linea con le richieste avanzate da Abi, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria, Alleanza Cooperative, Rete Imprese Italia, Cgil, Cisl, Uil:

“C’è la possibilità di fare un patto per la crescita e lo sviluppo molto incisivo con misure che vadano a colmare la differenza di attrattività del nostro paese rispetto alle produzioni industriali, credo che la politica del reshoring sia da mettere in campo nel modo più forte possibile per dare la possibilità alle imprese che oggi producono all’estero di tornare in Italia, non soltanto agendo sull’Ires ma anche sul costo del lavoro e la differenza rispetto agli altri paesi”.

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